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L’esportazione italiana di vino aumenta del 13% ma si temono i rincari energetici.

Gli aumenti non riguardano solo la "nuova" bolletta elettrica - stimata in quasi 350 milioni di euro in più rispetto a 2 anni fa - è da aggiungere, spiega l’Unione , al complesso dei rincari di trasporti, carta, vetro, legno e altro, misurati in circa 1 miliardo di euro.

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L’esportazione nazionale del vino nei primi dieci mesi del 2021 è aumentata del 13% facendo registrare un fatturato record superiore ai sette miliardi. Ma i rincari energetici che si profilano spaventano i produttori. Si teme la “ tempesta energetica” che dovrebbe portare al 10% dei costi produttivi ovvero a 1,3 miliardi di euro grazie ai rincari di bollette, trasporti e materie prime. L’Unione Italiana vini ( Uiv) attraverso il suo settimanale “ Corriere Vinicolo” lancia l’allarme. Per l’associazione che rappresenta circa 85% delle esportazioni italiane di settore, teme gravi danni sia per quanto riguarda i consumi interni che il mercato estero in quanto sarà probabilmente costretta per non lavorare in perdita a modificare la lista dei prezzi.

Il segretario dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti spiega: “ il decreto licenziato dal Governo la scorsa settimana non basta nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo. In ottica di risparmio, nel medio periodo la parola chiave per un settore che è un buon consumatore di energia è quella degli investimenti”. Castelletti pensa che il problema possa essere parzialmente risolto sfruttando le opportunità dei fondi agricoli del PNRR che riservano a queste esigenze circa 2 miliardi e al riguardo chiede al ministro Patuaneli i tempi con cui saranno attuati i primi investimenti e ragguagli in particolare sull’incentivazione del solare, innovazione e meccanizzazione. Il rischio è quello di perdere quote di mercato a vantaggio non solo di paesi emergenti a livello produttivo ma anche di competitori tradizionali. L’ Italia è il paese più esposto al rincaro gas e energia mentre Francia e Spagna hanno anche altre fonti di materie priima e possono contare su maggiori politiche di contrasto.

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