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Le imprese romane vedono ancora nero

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Il 58,2% delle imprese romane prevede un calo del proprio fatturato nel primo quadrimestre 2014 (percentuale in aumento rispetto al 52,5% della rilevazione del quadrimestre precedente). La percentuale è data dalla somma del 45,4% (era il 35,3% nel quadrimestre precedente) di imprese che ha aspettative di riduzione del fatturato nel mercato interno e il 12,8% (era il 17,2%) che stima, addirittura, una “forte diminuzione”.

Sono passati poi al 33% coloro che si attendono un andamento stabile (dato vicino al 34,3% della precedente indagine) e si indebolisce il nocciolo di imprese “forti” che credono in un aumento del proprio fatturato, attestandosi sul 7,5% rispetto al 12,5% del quadrimestre precedente.

Questo l’aspetto principale che emerge dall’indagine congiunturale fatta su un campione di 302 imprese del territorio che ha come obiettivo quello di raccogliere e analizzare le previsioni sull’andamento delle principali variabili aziendali.

Lo studio è curato da Asset Camera, Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, con la collaborazione tecnica della “Luiss Business School” e dell’Istituto di ricerca SWG.

La domanda di lavoro

Inevitabilmente le negative prospettive di vendita hanno riflessi sulla domanda di lavoro che permane molto debole.

Per il primo quadrimestre 2014, poco più dell’8% (20% nell’indagine precedente) delle imprese romane prevede una contrazione dei propri addetti a tempo indeterminato e questa riduzione riguarda principalmente i non diplomati. Circa il 90% parla di stazionarietà, mentre solo il 2% di un aumento occupazionale (con maggiore frequenza per i diplomati).

Le aspettative sugli investimenti

Negative sono anche le aspettative sugli investimenti, confermando un dato già riscontrato nel quadrimestre precedente.

Il 68% circa delle imprese dichiara che nell’arco dei prossimi quattro mesi non ha intenzione di realizzare alcun tipo di nuovo investimento (nel terzo quadrimestre 2013 era il 58%).

La situazione economica e i principali fattori negativi che ostacolano l’impresa

Circa il 29% del campione considera la situazione economica generale analoga a quella del quadrimestre precedente mentre il 41% peggiore e il 21% molto peggiore. Complessivamente sono il 62% le imprese che percepiscono un andamento negativo dell’economia, a fronte, invece, del 7% circa, che indica un tendenziale miglioramento. Così come nel quadrimestre precedente, il principale ostacolo alla crescita resta la crescente contrazione del mercato interno (44% del campione). Il secondo ostacolo più citato rimane il continuo aumento dei costi di produzione, ma con una frequenza maggiore del precedente (quasi il 28% dei rispondenti).

Le aspettative sul mercato interno ed estero

Tra i diversi comparti emergono anche per il primo quadrimestre 2014 aspettative future di fatturato differenti, nonostante un orientamento negativo di fondo.

Le imprese del “commercio” sono le più pessimiste (era il “manifatturiero” nell’indagine precedente), dove la percentuale di chi attende una diminuzione o forte diminuzione del fatturato arriva a quasi il 70%. Di contro, nell’“agricoltura” e nel “manifatturiero” le aspettative negative si fermano rispettivamente intorno al 34% e al 38%.

“I risultati dell’indagine congiunturale – afferma il Presidente di Asset Camera, Stefano Venditti – fotografano un sistema economico locale stremato da anni di dura crisi produttiva e occupazionale in cui non si intravedono, ancora, chiari segnali di ripresa. Insieme ad un serio e deciso intervento a livello nazionale occorre, al più presto, rimettere in moto le economie locali. Bisogna aggredire in maniera radicale i problemi chiave che frenano le aziende di questo Paese: tassazione eccessiva sul lavoro e sulle imprese, complessità della burocrazia e il difficile e oneroso accesso al credito. Da qui non si scappa. I casi di delocalizzazione – conclude Venditti – attirano giustamente attenzione e preoccupazione, ma troppo poco si riflette, invece, sul perché molte imprese non pensano nemmeno di cominciare a investire in Italia”.

 

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