L’allarme di Mattarella: ‘carceri invivibili, fermare i suicidi’.

Le prigioni non siano solo un luogo di custodia e mai palestra di criminalità.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante un incontro con una rappresentanza del Corpo di Polizia Penitenziaria, in occasione del 208/mo anniversario della sua costituzione, al Quirinale, 30 giugno 2025. ANSA/Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

Sovraffollamento inaccettabile; aumento dei suicidi irrefrenabile; strutture vecchie e senza il minimo di aderenza costituzionale ai valori minimi di civiltà. Sergio Mattarella lancia un durissimo j’accuse allo stato del sistema carcerario, e quindi all’inerzia della politica, proprio all’inizio dell’estate quando le difficoltà delle persone in custodia sfiorano la crudeltà.

Il presidente della Repubblica, come è sua abitudine, ha scelto un’occasione ufficiale per sferzare il governo sulla necessità di agire in varie direzioni. Incontrando il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il capo dello Stato ha lodato il lavoro, duro e professionale, delle forze che operano all’interno degli istituti. Certamente anch’esse vittime secondarie dell’inadeguatezza del sistema penale italiano.

Si tratta di una vera e propria “emergenza nazionale”, sottolinea Mattarella mettendo il dito in una piaga che ha radici lontane e che pone l’Italia nei gradini più bassi negli standard europei. Non a caso il tema fu proposto alle Camere in tempi non sospetti anche dal presidente Giorgio Napolitano che già nel 2013, senza ambiguità, sottolineava in un formalissimo messaggio alle Camere come “nelle carceri italiane i detenuti vengono sottoposti quotidianamente, e in massa, a trattamenti inumani e degradanti”. Si è persa aderenza alle indicazioni della Costituzione, ha detto in sostanza Mattarella, quando si pensa al carcere come “solo luogo di custodia” mentre la Carta prevede recupero, socialità e progettualità.

“I luoghi di detenzione – ha spiegato il presidente davanti alla delegazione della polizia penitenziaria – non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati, in palestra di addestramento al crimine ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato. Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività oltre ad essere un obiettivo costituzionale”.

Il capo dello Stato affronta senza amnesie le patologie carcerarie, almanaccandone le carenze. Primo: “le preoccupanti condizioni del sistema carcerario che è contrassegnato da una grave e ormai insostenibile condizione di sovraffollamento”. Secondo: servono “urgenti interventi di manutenzione e ristrutturazione per porre rimedio alle condizioni strutturali inadeguate di molti istituti”. Terzo: “il difficile accesso alle cure sanitarie specialmente per i detenuti affetti da problemi di salute mentale”. Quarto: servono “nuove e più adeguate professionalità” e soprattutto mancano “operatori ed educatori” e “spazi di socialità”. Quinto: il problema si risolve solo aprendo il portafoglio con “investimenti lungimiranti”. Nel “cahier de doleance” del Quirinale appare per ultimo – ma squarcia il silenzio di troppi – il grido d’allarme per l’inaccettabile numero di suicidi nelle prigioni italiane: “è’ drammatico il problema dei suicidi nelle carceri che da troppo tempo non da’ segni di arresto: si tratta – ha spiegato – di una vera emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porre fine immediatamente a tutto questo.

Deve essere fatto per rispetto dei valori della Costituzione, per rispetto del vostro lavoro e della storia della polizia penitenziaria”. “Ora Nordio ascolti le parole di Mattarella”, ha osservato Walter Verini per il Pd che si chiede che fine abbia fatto il piano del governo. “Ci auguriamo che cambi strada e di fronte alle osservazione del presidente Mattarella proponga strategie di alleggerimento delle sofferenze dei detenuti”, gli ha fatto eco Avs con il Capogruppo in commissione Giustizia della Camera Devis Dori. E’ ormai l’ora di affrontare la “drammatica emergenza” segnalata dal presidente, ha osservato Riccardo Magi anticipando di star preparando uno strumento d’emergenza come un “indultino”.

Fonte: ansa.it