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La pandemia non frena la crescita dei fondi immobiliari.

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Il Presidente Assoedilizia Clerici

SCENARI IMMOBILIARI 36^ RAPPORTO 2020 luglio

Scenari Immobiliari ha presentato la 36° edizione del Rapporto  

La pandemia non frena la crescita dei fondi immobiliari in Italia e all’estero

Il risparmio gestito in immobili attraverso i fondi immobiliari e i Reits continua a crescere in Italia e nel mondo in modo sostenuto nonostante l’emergenza sanitaria. Nel 2019, nel nostro Paese, il patrimonio detenuto direttamente da 505 fondi ammonta a 91,5 miliardi di euro, con un incremento del 10,9 per cento sul 2018. Le previsioni per il 2020 sono per un incremento di Nav e patrimonio di circa il 4 per cento. Il peso dei fondi italiani in Europa è dell’11 per cento.

Questi sono alcuni dei dati illustrati ieri da Scenari immobiliari durante la presentazione del 36mo Rapporto 2020 “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero”, realizzato in collaborazione con lo Studio Casadei. Tra gli altri dati, il valore del patrimonio medio per le società di gestione è di circa 1,8 miliardi di euro, ma se si considerano le prime venticinque Sgr che detengono la quasi totalità dei fondi, questo dato vale oltre il doppio, cioè 3,7 miliardi di euro. Il fatturato complessivo delle Sgr è stato di circa 420 milioni di euro nel 2019, con circa 1.500 addetti.

“Tra il 2020 e il 2021”, ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, “il settore avrà una ulteriore spinta sia dai fondi pubblici che dai tanti investitori esteri attivi attraverso questo strumento. È realistica una previsione di patrimonio a cento miliardi di euro a fine 2021”. Il paragone è con un treno che può fermarsi a una stazione ma poi riprende la corsa.

“Gli acquisti effettuati dai fondi immobiliari italiani nel 2019”, ha sottolineato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari immobiliari, “sono stati pari a 7,2 miliardi di euro, in crescita del 18 per cento, a fronte di 2,8 miliardi di dismissioni (-20 per cento). Tra le acquisizioni è in crescita l’interesse per il settore ricettivo, il residenziale, la logistica e gli sviluppi mentre le dismissioni hanno riguardato soprattutto il comparto degli uffici. In previsione il patrimonio dei fondi potrebbe arrivare a 95 miliardi di euro detenuti da circa 520 fondi immobiliari nel 2020.

 Le prospettive per quest’anno sono positive, anche perché, ha aggiunto Zirnstein, “dipendono da operazioni già avviate nel 2019” e non intaccate quindi dalla pandemia. “Saranno certamente da verificare nei prossimi mesi i possibili cali di ricavi da locazione, per il momento contenuti”, ha concluso.

La ‘geografia’ dei fondi:  9.900 cespiti per 38 milioni di mq di commerciale, residenziale, logistica, sanitario, ricettivo, infrastrutturale, pubblico, intrattenimento situati prevalentemente nel centronord (in Lombardia si concentra il 44% del residenziale).

Secondo Gottardo Casadei la pandemia, simile a un colpo di stato, obbligherà l’immobiliare ad adattarsi al futuro: coworking, sanità, gli stabili di uffici trasformati in appartamenti, per citare. Ma resta immutata, secondo proiezioni che arrivano al 2014, la fiducia nei confronti del settore.

Interessanti riflessioni sono giunte dai responsabili di sgr intervenuti: mentre il 60% della popolazione intende apportare migliorie alla propria abitazione, il 15% è intenzionato a cambiare casa; i proprietari non potranno più  limitarsi ad affittare, ma offrire sempre più servizi, trasformandosi in ‘imprenditori della casa’; se lo smart working continuerà, degli uffici ci sarà sempre bisogno in quanto ‘biglietti da visita’ dell’azienda e luoghi dove si assemblano idee, confronti, progetti. E un dato: gli immobili di proprietà pubblica valgono 285 miliardi di euro, ed Invimit, sgr del Tesoro a totale capitale pubblico, si impegna alla loro valorizzazione con 10 fondi e 306 asset.


Foto: Achille Colombo Clerici pres. Europasia

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