Home SCIENZE E TECNOLOGIE La nascita del Mudimed e la valorizzazione della cultura scientifica.

La nascita del Mudimed e la valorizzazione della cultura scientifica.

Un nuovo modo di intendere il museo come opera viva e centro di dialogo, con un attualissimo focus sulla scienza come aspetto fondamentale della ripartenza post-Covid.

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Ha aperto ufficialmente ieri i suoi battenti virtuali il Mudimed, il Museo digitale del metodo scientifico in medicina, promosso da Novartis Italia con la partecipazione del ministero dell’Università e Ricerca e il supporto tecnologico di Google Arts & Culture. Tra i suoi obiettivi far conoscere l’affascinante storia della medicina ad un pubblico sempre più vasto e in particolare ai giovani e dare un supporto agli universitari nei loro studi. Si tratta di un percorso museale inedito e trasversale e girando virtualmente tra le sue sale si possono ammirare oggetti digitalizzati provenienti dai più importanti musei, biblioteche e archivi italiani, dal Museo archeologico nazionale di Capodimonte al Museo della storia della Medicina de La Sapienza passando per la Biblioteca Nazionale Centrale. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha così dichiarato alla conferenza stampa di presentazione: “Questa iniziativa ha il merito di valorizzare la cultura scientifica. Il nostro Paese ha un patrimonio museale straordinario, ma rispetto alla storia della nostra cultura scientifica abbiamo, in confronto ad altri Paesi, pochi musei scientifici. È un settore sul quale dobbiamo lavorare, insieme alle Università e alle altre istituzioni coinvolte. Riguardo l’approccio digitale, abbiamo visto tutti quale accelerazione abbia imposto la pandemia in questo settore. Ci sono grandi spazi di crescita, da cogliere in modo giusto ed equilibrato. Reale e digitale possono e devono convivere, non sono l’uno alternativo all’altro, bensì complementari: le piattaforme digitali allargano la platea di persone che si avvicinano ai contenuti culturali, senza sottrarre pubblico ai musei, ai teatri o alle sale cinematografiche. Infine, questo è un ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato. I due mondi devono interagire nella promozione della cultura e nella gestione dei beni culturali. Questa idea nasce dalla volontà di un’impresa importante come Novartis di fare qualcosa per la cultura e per il Paese. Credo che sia una strada importante, una bella iniziativa che può indicare a molte altre aziende il percorso da seguire nella collaborazione al servizio della cultura”.

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