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La lettera della Commissione all’Italia

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Si attende  la lettera della Commissione all’Italia (e ad altri cinque o sei paesi, tra cui Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse Francia e Olanda) sulla bozza di bilancio per il 2017, che, secondo Bruxelles, presenta qualche criticità nel rispetto delle regole del patto di stabilitù e crescita. Si tratta di richieste di chiarimento prima di un’eventuale e non auspicata decisione di “respingere” tali documenti. Secondo le regole del “semestre europeo”, infatti, dopo la presentazione delle bozze, entro la metà di ottobre, la Commissione può respingere quelle che non rispettano i parametri entro le successive due settimane. Prima, però, è in contatto con i governi attraverso un “dialogo costruttivo”, come è stato definito in questi giorni da fonti Ue, con l’obiettivo di trovare dei punti di compromesso ed evitare la bocciatura: sarebbe la prima volta che un bilancio viene respinto e a Bruxelles l’ipotesi non piace affatto. La lettera attesa oggi rientra in questa fase.  I dubbi dell’Europa si attestano sul fronte delle entrate, “per le troppe una-tantum” che non garantiscono la tenuta del bilancio; su quello delle uscite per il piano nazionale di salvaguardia antisismica, considerato strutturale e non emergenziale: la Commissione accetta di scorporare dal deficit la ricostruzione delle zone colpite il 24 agosto, ma non il piano per mettere in sicurezza tutte le zone a rischio catastrofe del Paese.  Ok invece per l’aumento delle spese sui migranti per il prossimo anno rispetto al 2016. Questo impongono le norme Ue, modificabili solo con il consenso di tutti i governi. Con la conseguenza che la Commissione non approva il deficit 2017 al 2,3% previsto dalla finanziaria. Chiede che venga limato di un decimale. Uno sforzo di 1,6 miliardi quello richiesto da Bruxelles che lo scorso anno ha concesso all’Italia 19 miliardi di flessibilità e che quest’anno, forzando le regole, sarebbe pronta a dare altri 15 miliardi di bonus sul risanamento.

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