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La Frode: Gere tra finanza e intrigo

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di Stefania Paradiso

IQ. 17/03/2013 – Richard Gere è l’attore protagonista del film La Frode nelle sale dal 14 marzo 2013. Titolo originale del film diretto dal  regista newyorkese Nicholas Jarecki è Arbitrage, che in termini economici e finanziari si riferisce all’acquisto di un titolo o un’azienda per rivenderlo/a immediatamente su un altro mercato traendo profitto dalla differenza di prezzo. Nel cast anche Susan Sarandon e Letitia Casta.

Robert Miller (Richard Gere) è un magnate che divide la sua vita tra gli affari, i doveri di padre e marito modello e le attenzioni alla sua giovane amante francese  (Letitia Casta). Una fusione che non riesce ad andare in porto lo mette sotto pressione e un colpo di sonno durante un viaggio notturno con la sua amante sembra deviare il corso della sua esistenza. La giovane donna muore e lui decide di scappare. Mentre proseguono le indagini della polizia (l’agente è interpretato da Tim Roth) sull’identità dell’uomo al volante, la figlia (Brit Marling) scopre che il padre aveva precedentemente truccato i conti dell’azienda. Grazie ai suoi soldi, al suo carisma ed il suo potere Robert uscirà indenne dalle due possibili incriminazioni – frode e omicidio – nella sfera pubblica. In quella privata dovrà invece fare i conti con l’indignazione della figlia e della moglie, che accettano di mentire in nome del profitto e dell’onorabilità della loro famiglia dando vita a rancori e patti. Nel film tanti gli elementi presenti: la speculazione finanziaria, una critica al capitalismo, al sistema giudiziario americano che salva da sempre chi ha più soldi per pagare, il tradimento e la famiglia. Un ottimo cast per un film che racconta cose non nuove. Uno splendido neosessantenne Gere che si muove sul doppio filo del  dramma esistenzial-familiare da una parte e professionale dall’altra. Si sarebbe potuto insistere di più sugli speculatori ed approfondire quel tipo di tema. Così sembra invece una unione di elementi che presi nell’insieme sono accettabili ma, singolarmente, soffrono di poca narrativa ed approfondimento. Non lo salva nemmeno il finale, moralista e, ahimè, anche questo già visto: una donna che per difendere la famiglia e il tenore di vita alla quale è abituata ricatterà un marito truffatore e fedifrago.

 

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