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Italia e Stati Uniti insieme nella scoperta dello spazio.

Si chiama Ixpe il nuovo satellite Nasa e Asi con il compito di cercare nuove informazioni sul cosmo

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E’ stato lanciato dalla base di Cape Canaveral ,Ixpe il nuovo satellite che ha il compito di analizzare i misteri dell’ Universo. L’impresa è stata realizzata dalla Nasa ma anche dall’ Asi, l’ Agenzia Spaziale Italiana in collobraziona con il nostro Istituto Nazionale di Astrofisica ( Inaf) e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ( Infn). Il satellite è stato messo in orbita da un razzo Falcon 9 della SpaceX. La missione è costata 180 milioni ed è stata ufficializzata già nel gennaio del 2017 nell’ambito del programma Small Explorer ( Smex). L’Italia ha partecipato alla realizzazione dell’ Ixpe ( Imaging X- ray Polarimetry Explorer) versando 20 milioni di euro e offrendo la sua competenza di ricerche e tecnologica. Il coordinamento scientifico è dell’ Inaf mentre l’Infn in collaborazione conAsie il nostro Istituto Nazionale di Astrofisica ha realizzato il Global Pixel Detector ( Gpd), considerato la parte più preziosa di Ixpe. Il satellite è dotato di tre telescopi, realizzati e progettati nel nostro Paese, grazie alla loro tecnologia consentiranno di comprendere come i raggi X di oggetti cosmici molto lontani dall’orbita terrestre siano in grado di polarizzarsi e cercheranno di analizzare la loro vibrazione direzionale il che dovrebbe fornire dati anche sugli ambienti misteriosi da cui provengono. Lo scopo infatti della missione è quello di comprendere fenomeni spaziali impetuosi quanto misteriosi come i buchi neri supermassicci e l’esplosione di supernovae. Al progetto hanno partecipato anche Roma Tre e l’azienda Ohb-Italia. L’ Agenzia Spaziale Italiana ha messo a disposizione della missione di Ixpe anche lo Space Science Data Center ( Ssdc) per l’analisi dei dati e la sua base di Malindi dove il satellite trasmetterà le informazioni le quali saranno analizzati in collaborazione con la Telespazio della Leonardo- Thales. Tra gli scienziati c’è molto ottimismo perchè le immagini che si raccoglieranno grazie alle nuove tecnologie avranno una definizione superiore di 100 volte a quella di 50 anni fa.

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