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Il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Roberto Antonelli chiede di finanziare la ricerca e rivendica il senso del limite e l’autonomia della scienza.

Il Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei sottolinea i risultati della produzione scientifica dei ricercatori italiani che si conferma del 20% superiore mediamente a quella di un collega tedesco e del 30% di un francese. Denuncia tuttavia lo spreco di talenti dovuti alla fuga dei cervelli all'estero e i pochi laureati. Si augura che il Pnrr offra finanziamenti in maniera continua e strutturata.

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Ieri Roberto Antonelli, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha aperto ufficialmente l’anno accademico. Il suo discorso ha toccato più punti ed è stato incentrato sull’ importanza della ricerca scientifica per il futuro del nostro paese. Antonelli ha iniziato omaggiando il premio Nobel Giorgio Parisi, suo predecessore alla guida dei Lincei: “dovremmo riflettere sulle modalita’ con cui e’ stato salutato il Nobel in Italia, quasi fosse un miracolo e non la conferma delle tante eccellenze che illustrano il nostro Paese nella ricerca scientifica e che purtroppo spesso non sono adeguatamente sostenute dal sistema Italia”. Antonelli ha ricordato “ tutti gli scienziati che hanno compiuto le loro ricerche e le loro scoperte in Italia” ed in particolare Vincenzo Balzani ,vincitore del premio Medvedey e Paola Bonfante a cui è stato attribuito il premio Adam Kondorosi. Per il presidente dell’Accademia dei Lincei, cronico problema del nostro sistema paese resta quello di investire poco e in maniera discontinua sula ricerca. “ Migliaia di giovani talenti sono costretti in questi anni a lavorare all’estero. Sono stati 14.000 i ricercatori persi tra il 2009 e il 2015, mentre l’Italia- ha aggiunto Antonelli- e’ tra gli ultimi in Europa per numero di laureati: la fuga dei ricercatori, rappresenta semplicemente uno sperpero“. Nella sua relazione Antonelli sottolinea come potenzialità esistano ma come, con gli attuali numeri, il declino sia inevitabile. I ricercatori italiani si confermano ancora molto laboriosi la loro produzione scientifica è superiore del 20% rispetto ad un tedesco e del 30% rispetto a un francese. La speranza è che con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza ( Pnrr) si riesca a “ programmare finanziamenti e progettazione della ricerca..La continuità degli investimenti è fondamentale per garantire risultati”. Antonelli ha concluso ricordando il valore fondamentale dell’autonomia della mondo scientifico, importante per ottenere risultati e che deve,soprattutto, come ben evidente a causa della crisi pandemica, essere ben preservata dalle pressioni mediatiche. La scienza, ha concluso il presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, deve avere presente il proprio senso del limite perche’ “e’ necessario evitare di offrire un quadro di riferimento troppo semplificato e talvolta contraddittorio , confondendo i metodi e le determinazioni scientifiche con le esigenze dei massmedia”.

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