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Il Pil reale dovrebbe contrarsi dell’8,1%

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Secondo le previsioni del Documento di economia e finanza, quest’anno il Pil reale dovrebbe contrarsi dell’8,1%, per rimbalzare, nel 2021 a +4,7%. Gli ulteriori 55 miliardi di nuovo debito porteranno il rapporto deficit/Pil al 10,4%, mentre il debito pubblico, quest’anno, salirà al 155,7% del Pil. Tale contrazione, senza precedenti, sarebbe spiegata per circa un terzo dalla caduta del commercio internazionale di beni e servizi e per la rimanente parte dalle politiche di contenimento a livello nazionale.

È una situazione che non può non preoccupare, non essendo pensabile, tra l’altro, poter continuare a spendere solo per misure di sostegno al reddito, benché le clausole europee di stabilità siano temporaneamente sospese: si rischierebbe così di generare soltanto instabilità finanziaria. Diventa, quindi, fondamentale riflettere su possibili soluzioni.Pubblicità

In base ai dati di Banca d’Italia, a fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 9.743 miliardi di euro, otto volte il loro reddito disponibile. Le abitazioni hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie e, con un valore di 5.246 miliardi di euro, hanno rappresentato la metà della ricchezza lorda. Il totale delle passività delle famiglie era pari a 926 miliardi di euro, un ammontare inferiore, in rapporto al reddito, rispetto agli altri Paesi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.374 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Al terzo trimestre 2019, la consistenza delle attività finanziarie di famiglie e istituzioni senza scopo di lucro a servizio delle famiglie è pari a 4.396 miliardi di euro (a fronte di 944 di passività), di cui quasi 2.000 in depositi, titoli a breve termine e quote di fondi comuni di investimento; guardando ai dati di flusso, invece, nel corso del trimestre il saldo è stato negativo per 962 milioni di euro: l’aumento dei depositi (24,1 miliardi di euro) e dei prodotti del risparmio gestito (20,2 miliardi di euro) è stato compensato dalla vendita dei titoli, azioni e partecipazioni e altre attività finanziarie (-45,2 miliardi di euro); un trend che potrà incrementarsi, tenuto conto dei costi legati alla pandemia.

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