Home ATTUALITÀ E EDITORIALE Il mondo in piazza contro il pugno duro di Teheran.

Il mondo in piazza contro il pugno duro di Teheran.

Manifestazioni in 80 città. E in Iran studenti protestano urlando slogan contro il regime. Tajani: Iran ha superato linea rossa, condanne sproporzionate.

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Dall’Australia all’Europa passando per gli Stati Uniti, una ottantina di città si sono unite contro la repressione delle proteste e dei raduni a sostegno di Mahsa Amini, ma anche per ricordare le ultime due vittime del regime che sabato all’alba ha impiccato altri due giovani ventenni con l’accusa di aver ucciso un paramilitare.

Raduni anche in Iran per ricordare tra l’altro l’anniversario dell’abbattimento del volo PS752 della Ukraine Airlines con a bordo 176 persone da parte delle Guardie della rivoluzione, esattamente tre anni fa.

A Roma sono state consegnate all’ambasciata iraniana le 300mila adesioni alla campagna lanciata da La Stampa per salvare la vita all’iraniana Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre bambini piccoli, condannata a morte per aver sferrato calci a un paramilitare Basiji.

“L’Iran ha superato la linea rossa, il punto di non ritorno, cominciando a eseguire le condanne a morte. L’Italia è contraria alla pena di morte”, torna a ribadire il ministro degli Esteri Antonio Tajani su SkyTg24 parlando di condanne “sproporzionate per i reati commessi: togliere la vita è inaccettabile soprattutto se lo si fa in nome di Dio”. Il vicepremier ha poi ricordato di avere convocato l’ambasciatore iraniano e di avergli chiesto di inviare un messaggio a Teheran per bloccare le condanne a morte. “Mi pare che la risposta giunta informalmente vada nella posizione opposta. Speriamo che Teheran cambi posizione”, ha concluso Tajani.

Anche l’opposizione si fa sentire: “Nell’Iran è in atto una repressione dei diritti fondamentali di una brutalità inaudita e francamente mi sorprende che su questo non si mobilitino i giovani italiani”, ha lamentato il leader di Azione, Carlo Calenda, mentre Mara Carfagna, presidente di Azione, si è augurata che domani la premier Giorgia Meloni chieda una iniziativa Ue nell’ incontro con la presidente della commissione Ursula Von der Leyen. Per la causa iraniana, al fianco del popolo e delle donne, si sono schierati anche i Radicali che hanno aderito alla marcia organizzata nel pomeriggio dalla comunità iraniana a Roma e a Torino.

A documentare le proteste di oggi i video pubblicati dagli attivisti del gruppo 1500Tasvir, dove si vedono studenti di diverse università di Teheran e di altre città che cantano slogan antigovernativi. “Giuriamo sul sangue dei nostri amici che resisteremo fino alla fine”, hanno detto i dimostranti chiedendo il rilascio dei loro compagni, mentre, indirizzandosi contro le potenti Guardie rivoluzionarie, hanno urlato: “Voi siete l’Isis in Iran”. Le stesse fonti hanno riferito che nella maggior parte delle università i manifestanti sono stati ‘accolti’ dalle guardie universitarie in borghese che li hanno attaccati. Azioni che non hanno fermato la repressione con la condanna di quattro iraniani a pene che vanno da uno a 10 anni di carcere per aver incitato ad uno sciopero durante le proteste.

Sconcerto in queste ore sui social ha destato il suicidio del giornalista Mohsen Jafarirad, 36 anni, avvenuto dopo il suo rilascio dal carcere. A denunciarlo è stato un suo collega, come ha scritto Bbc persian. Non sarebbe il primo suicidio dopo il rilascio dalle carceri iraniane e qualcuno lo collega al fatto che ai detenuti sono date forti dosi di famaci e sostanze psichedeliche che tra gli effetti collaterali, quando si smette, generano anche pensieri suicidi. Ma la paura non ferma la protesta: oggi l’atleta iraniana di taekwondo Nahid Kiani, vincitrice di medaglie di bronzo ai Campionati asiatici 2016 e ai Giochi asiatici 2018, ha pubblicato una immagine sui social che la ritrae senza hijab, il velo islamico. A gettare ulteriore benzina sul fuoco la dura presa di posizione del comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniane, Hossein Salami che oggi ha nuovamente minacciato l’Occidente di vendicarsi per l’uccisione in Iraq nel 2020 dell’ex generale Qassem Soleimani, capo della squadra d’élite per le operazioni più segrete dei Pasdaran, colpito dal fuoco di un drone.

RADUNO A TEHERAN DAVANTI ALL’AMBASCIATA FRANCESE PER PROTESTARE CONTRO LE VIGNETTE SU CHARLIE HEBDO

 L’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica islamica dell’Iran, Irna, ha riferito che oggi davanti all’ambasciata francese a Teheran si è tenuto un raduno per protestare contro la pubblicazione delle vignette di Ali Khamenei sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo. Secondo l’agenzia i presenti al raduno hanno urlato alcuni slogan: “Morte a Israele e morte all’Inghilterra” e “Francia vergogna”. La scorsa settimana la rivista Charlie Hebdo ha pubblicato un numero speciale dedicato all’Iran con 35 vignette che irridono Khamenei. 

ANSA

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