“Spero di non rovinare la lingua di Dante”.
E non lo ha fatto. Re Carlo ieri ha pronunciato in italiano parte del suo discorso davanti alle Camere riunite. Un discorso storico non solo perché è il primo di un sovrano britannico al Parlamento italiano, ma anche perché denso e chiaro nel sottolineare un rapporto strettissimo fra Italia e Regno Unito, che parte da radici profonde. E si proietta in un futuro di collaborazione sempre più ampia su molti fronti, non da ultimo sulla costruzione della pace che – ha ricordato il re – “non è scontata”.
E’ stato il momento clou di questa visita di Stato e di una giornata tutta istituzionale segnata anche da una visita privata, a sorpresa, a Papa Francesco. L’incontro in Vaticano, era stato originariamente programmato, ma poi cancellato dall’agenda ufficiale dopo la malattia del Pontefice. Carlo e Camilla non sono però voluti ripartire da Roma senza vederlo: il sovrano ne è stato “felicissimo”, ha fatto sapere Buckingham Palace. La genuina passione per l’Italia ha scandito l’intero intervento di Carlo III a Montecitorio, tra citazioni – Virgilio e Dante – e rievocazioni, a testimonianza che “noi siamo due popoli e due nazioni le cui storie sono intrecciate tra loro e con quelle del continente europeo”.
Sono stati diversi i passaggi che hanno reso quello del re un intervento più politico del previsto, a conferma delle intenzioni di questa visita di Stato. Ma anche i molti ricordi personali, come a disegnare una mappa della vicinanza con l’Italia. Il ricordo del viaggio a Capaci di Elisabetta II nel 1992 pochi giorni dopo l’assassinio del “vostro leggendario magistrato antimafia Giovanni Falcone” ha provocato in aula commozione e una standing ovation. “Una delle gioie della mia vita è conoscere questo Paese – ha affermato il re – Come qualsiasi vecchio amico sono stato con voi nei momenti più felici e in quelli più tristi della vostra storia nazionale: non dimenticherò mai la visita a Venezia” dopo il restauro del teatro della Fenice o quella “ad Amatrice” dopo il terremoto. ha rievocato anche “le terribili sofferenze della popolazione civile italiana” nella seconda guerra mondiale, “l’eroismo della resistenza” e la partigiana Paola Del Din, i suoi “101 anni” e il “suo coraggio”. E ha menzionato non a caso l’Ucraina cui “i nostri Paesi sono stati entrambi al fianco nel momento del bisogno”, prima di sottolineare l’alto livello di collaborazione e partnership fra Roma e Londra in tema di Difesa.

Si è pensato poi subito a quel ‘reset’ post-Brexit, la linea del governo britannico, quando Carlo ha menzionato i giovani come “la nostra risorsa più grande, che stanno ampliando tassello dopo tassello il mosaico che compone le nostre relazioni. Ci riempie di orgoglio che Londra sia la città con più italiani residenti all’estero”. Quindi la difesa del Pianeta e la lotta ai cambiamenti climatici come altro pilastro nelle relazioni bilaterali. L’aula era piena. Rigide le regole del cerimoniale: dalla visita del Senato di re e regina con il presidente Ignazio La Russa e all’apertura dell’intervento da parte del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Tutto è filato liscio fino a quando, per un errore, si dichiara la cerimonia conclusa. E è scattato un siparietto con Fontana e La Russa: ‘E’ uno scherzo?’. Nulla di grave: ha ripreso e chiuso con l’auto del sommo poeta: “Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, possiamo superarle insieme.

E potremo dire ‘E poi uscimmo a rivedere le stelle”. Una giornata intera di impegni istituzionali per Carlo che in mattinata ha prima incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Villa Pamphili, poi ha visitato il complesso dell’ex Mattatoio industriale a Roma, accompagnato dal presidente Mattarella e guidato dal sindaco della capitale Roberto Gualtieri. Prima di arrivare con la Bentley di ordinanza a Montecitorio e di tornare al Colle in serata per la cena di Stato nel salone delle Feste, con circa 150 i selezionatissimi invitati insieme alle alte cariche dello Stato. Nei brindisi di apertura Mattarella ha reso a sua volta omaggio ai legami tra Italia e Regno Unito. E ha sottolineato che “la storia che ci unisce Maestà, è iscritta anche nelle vicende del Risorgimento che portò alla unificazione d’Italia, con l’ospitalità riservata a tanti Patrioti esuli nel Vostro Paese, e il sostegno all’impresa di Garibaldi in Sicilia. Valori che celebreremo insieme domani, ricordando un momento cruciale per il nostro Paese: la liberazione dal nazifascismo, nel 1945, di Ravenna e di tutta l’Italia, da parte delle truppe alleate.

ANSA/ Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica.
Il debito di riconoscenza che nutriamo al riguardo è davvero indimenticabile”, ha sottolineato il Capo dello Stato che ieri ha accompagnato i reali nella loro ultima tappa in Italia di questo viaggio, a Ravenna. Mattarella non ha mancato poi di porgere gli auguri per i 20 anni di matrimonio con Camilla. Carlo ha risposto con umorismo: “Grazie per aver organizzato per l’occasione questa cena intima per due a lume di candela… “. Non c’erano corone, o tiare, ma Camilla era elegantissima. Per lei la giornata è stata tutta un bagno di folla: prima l’incontro in una scuola romana dove le è stata offerta una pizza, poi il gelato in una storica gelateria del centro della capitale. Il suo anniversario romano, che ha voluto festeggiare a suo modo, indossando in Parlamento lo stesso abito che aveva indossato nel 2005 nella cerimonia civile con cui sposò Carlo.
Fonte: ansa.it