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Il Decreto Sicurezza Bis

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Il cosiddetto “decreto sicurezza bis”, approvato dalla maggioranza che sostiene il governo e voluto soprattutto dal leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini, è diventato legge lunedì sera. Il decreto prevede “Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”. È composto da 18 articoli divisi in tre capi: disposizioni urgenti in materia di contrasto all’immigrazione illegale e di ordine e sicurezza pubblica, disposizioni urgenti per il potenziamento dell’efficacia dell’azione amministrativa a supporto delle politiche di sicurezza, disposizioni urgenti in materia di contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive.

Soccorso in mare
All’articolo 1 il decreto stabilisce che il ministro dell’Interno, e non quello delle Infrastrutture, possa «limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale» per ragioni di ordine e sicurezza. In caso di violazione da parte del comandante di una nave dei divieti e delle limitazioni disposte dal ministro dell’Interno, all’articolo 1 si prevede una sanzione amministrativa che va da 150 mila a 1 milione di euro. Come sanzione aggiuntiva è stabilita anche la confisca della nave, preceduta dal sequestro immediato. Coloro che contravvengono ai divieti previsti al punto 1 e che vengono colti in flagranza di un delitto di resistenza o violenza contro nave da guerra, dice il decreto, devono essere immediatamente arrestati. In sostanza, quindi, il solo ministro dell’Interno può decidere di vietare l’ingresso – ma anche solo il transito e la sosta – a qualsiasi nave, adducendo ragioni di ordine e sicurezza, pena il pagamento di elevate sanzioni, l’arresto del comandante e la confisca della nave.

La procura distrettuale diventa competente per tutte le indagini che riguardano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sarà anche possibile svolgere intercettazioni preventive per l’acquisizione di notizie utili.

Per contrastare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per le operazioni sotto copertura è previsto un fondo di 500 mila euro per il 2019, di 1 milione di euro per il 2020 e di 1,5 milioni di euro per il 2021.

La nuova legge istituisce un fondo anche per le politiche di rimpatrio «volto a sostenere iniziative di cooperazione o intese bilaterali per la riammissione degli stranieri irregolari presenti nel territorio nazionale e provenienti da Paesi extra-UE». Il fondo ha una dotazione iniziale di 2 milioni di euro per l’anno 2019, che potranno essere incrementati da una quota annua fino a 50 milioni di euro.

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