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I ticket in sanità

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ospedaleIQ. 07/04/2013 – La nostra Sanita’ secondo assotutela e’ la migliore nel mondo per assistenza ma i ticket? Oggi i ticket sui farmaci aumentati del 40 per cento, più di un cittadino su due che paga di tasca propria visite ed esami per evitare le file della sanità pubblica e perché, tra ticket e superticket, spesso il privato costa meno.Lo dichiara in una nota il presidene di Assotutela Michel Emi Maritato.

Di fatto l’austerity sanitaria si sta traducendo in un taglio dei servizi, più tasse, e insoddisfazione nei cittadini.Nel Centro-Sud la maggioranza valuta inadeguati i servizi offerti dal Servizio sanitario nazionale (53% al Centro, e 60% al Sud, contro una media italiana del 44%). A influire sul livello di qualità percepito c’è anche la massiccia politica di tagli messa in atto dalle otto Regioni sottoposte ai piani di rientro, tanto che il 58% di chi vive in Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Piemonte, Calabria, Puglia e Sicilia si è dichiarato insoddisfatto, contro il 24,00% delle altre Regioni.

Il caro ticket pesa sulle tasche degli italiani per circa 5 miliardi di euro, tra compartecipazione della spesa sui farmaci e per visite specialistiche ed esami diagnostici. E a questa cifra, è probabile che dal primo gennaio 2014 si debbano aggiungere altri due miliardi di euro per effetto dell’ultima manovra Tremonti dell’estate 2011, se non ci saranno interventi correttivi, ora più che mai difficili, vista la situazione economica e politica. Per i farmaci gli italiani tirano fuori dal portafoglio circa un miliardo di euro, di cui circa 250 milioni da imputare al ticket vero e proprio, e gli altri 7-800 milioni di euro per il cosiddetto ‘spread‘, cioè la differenza tra il prezzo rimborsato dal Ssn e quello del medicinale che si vuole acquistare (generalmente tra farmaco generico e griffato). Ma la compartecipazione maggiore si ha per visite ed esami, per cui ormai i cittadini sempre più spesso si rivolgono al privato-privato. A fine 2012 i cittadini hanno speso quasi 1,3 miliardi di euro per le prestazioni di specialistica ambulatoriale nelle strutture pubbliche, e circa 3 miliardi di euro nelle strutture private convenzionate tra ticket nazionali (con una franchigia a 36 euro) e i superticket regionali, che aggiungono una quota fissa per ricetta (in genere di 10 euro).

La sanita’ per far fronte alla crisi di questi ultimi anni, asl e ospedali sono ricorsi più spesso innovazioni gestionali, reti cliniche interaziendali per patologia e riorganizzazione degli ospedali per intensità di cura, il problema é che i loro manager continuano ad essere esposti ai venti della politica. In media i direttori generali di asl e ospedali restano in carica 3,6 anni, meno della durata dei loro contratti, che è di 5 anni. Una vergona le persone muoiono in corsia o in attesa ed i direttori generali gudagnano sulle spalle dei pazienti con il vento della politica in poppa,conclude Maritato che annuncia una guerra fredda contro tali personaggi.

 

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