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I 10 SEGNI PREMONITORI DEL MORBO DI ALZHEIMER

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L’Angolo della Psicologa con la nostra Dott.ssa Marisa Nicolini.

Il Morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa con decorso cronico e progressivo che interessa circa il 5% della popolazione ultra sessantacinquenne. Nei Paesi occidentali rappresenta la causa più comune di demenza negli anziani.

Il rischio di contrarre la malattia cresce progressivamente con l’età: si stima che circa il 20% della popolazione ultra ottantacinquenne ne sia affetta. Non si tratta, tuttavia, di una malattia che colpisce esclusivamente gli anziani: esistono, infatti, casi sporadici di soggetti che possono presentare un esordio precoce della malattia prima dei 50 anni.
Questa patologia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer (1864-1915) che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche. Il tessuto cerebrale dei soggetti da lui osservati presentava riduzione della cellule nervose e placche senili visibili anche a occhio nudo. Successivamente, con l’utilizzo di procedure di osservazione microscopica con colorazioni chimiche, egli evidenziò su porzioni predefinite di cervello la presenza di ammassi proteici non degradabili e solubili che compromettono la funzionalità cerebrale. La malattia evolve attraverso un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello e provoca un deterioramento irreversibile di tutte le funzioni cognitive superiori, come la memoria, il ragionamento e il linguaggio, fino a compromettere l’autonomia funzionale e la capacità di compiere le normali attività quotidiane. L’inizio è generalmente insidioso e graduale e il decorso lento, con una durata media di 8-10 anni dalla comparsa dei sintomi.

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I 10 Sintomi Premonitori (da Alzheimer Association – USA)

Ecco quali sono i campanelli d’allarme della malattia di Alzheimer, tra l’altro inseriti in un elenco stilato dalla Alzheimer Association USA. Si tratta di una delle malattie degenerative più temibili, che nel giro di qualche anno trasforma completamente chi ne è affetto, fino a renderlo una persona completamente diversa da quella che era stata precedentemente.

 Il problema di questo male è che, al pari delle altre malattie degenerative, non è curabile. Forse è possibile rallentare in qualche modo la sua evoluzione, senza tuttavia poterne impedire l’esito infausto.

A soffrire maggiormente di una condizione del genere non è tanto il paziente (che, arrivato ad un certo punto di gravità del male, non si rende nemmeno più conto di quanto gli sta capitando), bensì i suoi cari, perché vedranno il malato trasformarsi più o meno lentamente in un’altra persona.

 È senza dubbio un’esperienza drammatica e profondamente triste, perché di quello che il paziente era un tempo ben presto resterà molto poco. E’ avvilente dirlo ma è così: la Medicina attualmente non consente di poter guardare al futuro con maggiore ottimismo.

Oggi per la cura dell’Alzheimer si utilizzano alcuni farmaci che rendono di fatto più lenta la progressione della malattia, ma una volta che i neuroni colinergici degenereranno completamente, l’azione di farmaci andrà perduta.

A parte ciò che la ricerca potrà produrre nel tempo, vi sono dei segnali prodromici, i classici campanelli d’allarme, che non vanno trascurati perché potrebbero consentire di iniziare la terapia per tempo, anche se si tratta solo di una terapia ritardante.

  1. Perdita di memoria che compromette la capacità lavorativa. E’ normale, di quando in quando, dimenticare un compito, una scadenza o il nome di un collega, ma la dimenticanza frequente o un’inspiegabile confusione mentale a casa o sul lavoro può significare che c’è qualcosa che non va.
  2. Difficoltà nelle attività quotidiane.Una persona molto impegnata può confondersi ogni tanto: per esempio dimenticare qualcosa sui fornelli accesi o non ricordare di servire parte di un pasto. Il malato di Alzheimer, però, potrebbe preparare un pasto e non solo dimenticare di servirlo ma anche di averlo fatto!
  3. Problemi di linguaggio.A tutti può essere capitato di avere una parola “sulla punta della lingua”, ma il malato di Alzheimer può dimenticare parole semplici o sostituirle con parole improprie rendendo quello che dice difficile da capire.
  4. Disorientamento nel tempo e nello spazio. E’ normale dimenticare di quando in quando che giorno della settimana è o quello che si deve comprare, ma il malato di Alzheimer può smarrire la strada di casa, non sapere dove si trova e come ha fatto ad arrivare là.
  5. Diminuzione della capacità di giudizio. Scegliere di non portare una maglia o una giacca in una serata fredda può essere un errore comune, ma un malato di Alzheimer può vestirsi in modo inappropriato, indossando per esempio un accappatoio per andare a fare la spesa o due giacche in una giornata calda.
  6. Difficoltà nel pensiero astratto. Compilare un libretto degli assegni può essere difficile per molte persone, ma per il malato di Alzheimer riconoscere i numeri o compiere calcoli può diventare gradualemente impossibile.
  7. La cosa giusta al posto sbagliato. A chiunque può capitare di riporre male un portafoglio o le chiavi di casa. Un malato di Alzheimer, però, può mettere questi e altri oggetti in luoghi davvero singolari, come un ferro da stiro nel congelatore o un orologio da polso nel barattolo dello zucchero, e non ricordarsi come siano finiti là.
  8. Cambiamenti di umore o di comportamento. Tutti quanti siamo soggetti a qualche cambiamento di umore, ma nel malato di Alzheimer le escursioni del tono dell’umore sono particolarmente repentine e senza alcuna ragione apparente.
  9. Cambiamenti di personalità. Invecchiando tutti possiamo cambiare un po’ la personalità, ma nel malato di Alzheimer essa può mutare drammaticamente: da tranquillo può diventare irascibile, sospettoso o diffidente.
  10. Mancanza di iniziativa. E’ normale stancarsi per le faccende domestiche, il lavoro o gli impegni sociali, ma la maggior parte della gente mantiene interesse per le proprie attività. Il malato di Alzheimer perde progressivamente ogni interesse per cose che fino ad allora lo avevano entusiasmato e gratificato.

Se vuoi fare un rapidissimo check-up delle tue funzioni cognitive, sul sito Centro@lzheimer è presente questo interessante test adattato da Brown J. et Al., BMJ 2009; 338; b2030 http://www.centroalzheimer.it/public/test_memoria.htm

Dott.ssa Marisa Nicolini

La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.

Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it

Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori), Donne per la Sicurezza onlus ed è membro del Comitato Scientifico del Centro studi Criminologi, Giuridici e Sociologici di Viterbo.

Potete conoscere meglio le sue attività al seguente link:

www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com

Inoltre potete seguire le sue attività consultando la pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/Studio-di-Psicologia-Clinica-e-Giuridica-Drssa-Marisa-Nicolini/177076385739068?ref=ts&fref=ts

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