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Guerra in Ucraina: alcune reazioni dello sport

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Il russo Medvedev, il numero uno del tennis mondiale, si schiera per la pace tra Russia ed Ucraina.

Lo sport è passato in secondo piano in questa tragica settimana nella quale l’Europa è tornata a conoscere le atrocità di una guerra che ha anche avuto ripercussioni sul mondo sportivo. Sono state squalificate le nazionali russe in alcune manifestazioni, la Federazione Russa ha perso il privilegio di ospitare i mondiali di pallavolo in autunno, e molti atleti non potranno partecipare alle prossime manifestazioni, chi lo potrà fare non sarà autorizzato a gareggiare sotto la propria bandiera. Rientrano in questa categoria i tennisti russi e bielorussi che proprio questa settimana sono stati protagonisti a Dubai durante una settimana sportiva intensa negli Emirati.

Il torneo di tennis, di categoria ATP 500, è stato al centro della cronaca sia per la sconfitta di Djokovic contro Vesely ma soprattuto per quanto riguarda i due atleti russi: Daniil Medvedev in virtù della sconfitta del serbo è diventato il nuovo numero uno del mondo. Pochi giorni dopo si è espresso su Instagram con un appello alla pace nel mondo sottolineando la posizione dei bambini ai quali è consentito inseguire i propri sogni solo in un contesto pacifico: “ i bambini credono molto in ogni cosa: nelle persone, nell’amore, nella sicurezza e nella giustizia e nelle loro occasioni nella vita. Ogni bambino non dovrebbe smettere di sognare” questo è un estratto del suo ultimo post sul social network del gruppo Facebook-Meta.

L’appello di Andrey Rublev è stato ancor più evidente. Lui la settimana precedente aveva vinto il titolo di Montpellier nel torneo di doppio, in coppia con il suo amico ucraino Denys Molchanov, un importante immagine di fratellanza che arriva dal tennis, ma ancor di più un altro evento è stato la testimonianza della volontà di pace degli atleti. Bisogna tornare alle Olimpiadi di Pechino, poche settimane fa quando sul podio della disciplina dello sci freestyle chiamata aerials si sono trovati vicini un atleta russo, Ilia Burov e un atleta ucraino Oleksandr Abramenko. I rapporti tra i due paesi erano già in uno stato di tensione, e la crisi era già iniziata. I due atleti, colti da un sentimento comune di umanità si sono abbracciati dando al mondo un segno della vicinanza dei due popoli.

Nel frattempo la guerra in Ucraina è iniziata proprio mentre era in coso il torneo degli Emirati. Rublev ha vinto il titolo, ma sarà ricordato per un altro motivo; al termine della semifinale contro Hurckacz, un incontro molto sofferto e incerto fino al match point, il russo si è chiaramente espresso contro la decisione di Putin nel tradizionale gesto di firmare la telecamera sulla quale ha scritto la frase “ No War Please”.

Numerosi altri atleti hanno preso posizione contro l’invasione russa, a partire dal portiere della Juventus Wojciech Szczesny che ha espressamente affermato di non voler prendere parte allo spareggio di marzo contro la Russia per poter accedere ai mondiali in Qatar. A seguito di ciò la FIFA ha escluso la nazionale della Russia dalla manifestazione.

Durante quest’ultima settimana è anche iniziata la stagione del ciclismo professionistico. Tadej Pogacar ha vinto per la seconda volta consecutiva il UAE Tour trionfando nella decisiva tappa del monte Jabel Hafeet. Alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina l’attenzione era puntata sulla squadra Gazprom-RusVelo. Il ciclista ceco della squadra russa Mathias Vacek ha vinto la tappa con partenza e arrivo presso il sito dell’Expo2020. Non si sa per quanto tempo questa resterà l’ultima vittoria della squadra poiché, tra le varie federazioni che hanno escluso gli atleti, le squadre e i simboli russi dalle competizioni rientra anche l’Unione Ciclistica Internazionale UCI che ha deciso di escludere le squadre russe e bielorusse dal tour mondiale, un provvedimento che ricade direttamente sulla Gazprom. 21 atleti dovranno trovare una nuova squadra per questa stagione ciclistica, tra di essi sono presenti anche sette italiani. Il colosso del gas ha perso anche il contratto di sponsorizzazione con la UEFA per la Champions League, e la finale della competizione è stata spostata da San Pietroburgo a Parigi. Infine anche la FIA ha attuato delle sanzioni sportive contro la Russia cancellando il GP previsto a Sochi e obbligando il team Haas a rinunciare allo sponsor Uralkali e mettendo a rischio il sedile del pilota Nikita Mazepin che potrà prendere parte alla stagione correndo come pilota neutrale.

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