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“Giovanissima e immensa”, si parla del Politecnico.

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  “Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.

Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano.

Esposto nella vetrina della Libreria Hoepli a Milano                    

Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla del Politecnico:

Dal governo delle acque al primo computer

Milano è sempre stata, in un certo senso, Politecnico-dipendente. Città dinamica sul piano dello sviluppo economico ha cadenzato il suo passo sul ritmo impresso da questo Ateneo, che ha storicamente esercitato un particolare, importante influsso sul suo sviluppo tecnologico-industriale, ma anche sulla organizzazione della vita della città e della comunità nei suoi aspetti funzionali, nel campo dell’ambiente e del territorio, dell’assetto urbano.

Il rettore Adriano De Maio, predecessore di Giovanni Azzone, e successore di Emilio Massa, racconta: «Il Politecnico di Milano, nato nel 1863, è stata la seconda università in Lombardia, superato in anzianità solo dalla storica Università di Pavia, da cui fra l’altro trasse molti fra i primi professori e con cui ha sempre avuto una stretta e feconda collaborazione fino a ricambiare il favore contribuendo a dare origine alla facoltà di ingegneria in Pavia negli anni Settanta.

«Ha rappresentato un caso abbastanza anomalo nella storia universitaria italiana in quanto è nato principalmente “dalla città” e “per la città”, o meglio, per tutto il territorio lombardo.

«Secondo il Ministero dell’epoca, non doveva nascere come centro di ricerca e di alta formazione, ma soltanto come prosecuzione e completamento degli istituti tecnici inferiori. Al contrario la comunità milanese e lombarda lo volle come Istituto Tecnico Superiore, appoggiandosi soprattutto sulle volontà espresse dall’amministrazione locale (Comune e Provincia) e, ancora più significativamente, in seguito al dibattito pluriennale nato e sviluppato all’interno della rivista “Il Politecnico”, in cui Carlo Cattaneo giocò un ruolo rilevante, presso la Società di Incoraggiamento Arti e Mestieri (con l’illuminata saggezza di Mylius), all’interno della Camera di Commercio, con la forte partecipazione della nascente imprenditoria e con il fondamentale contributo scientifico e didattico di valenti professori dell’Università di Pavia, a partire da Francesco Brioschi, diventato naturalmente il primo Direttore dell’Istituto (il titolo di Rettore poté aversi solo dopo la Seconda guerra mondiale, quando il Politecnico diventò Università a pieno titolo).

Giovanni Azzone e Achille Colombo Clerici
Gianfelice Rocca e Giorgio Squinzi

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