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“Giovanissima e Immensa”, anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Livia Pomodoro

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“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.

Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano.  Nelle librerie da Natale.

Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Livia Pomodoro:

Sono nella sede della presidenza del “Milan center for food law and policy”, al 24esimo piano del grattacielo Pirelli. Livia Pomodoro si alza allarmata e va a vedere alla finestra una colonna di fumo che sale all’orizzonte.

Dalle vetrate del piano si vedono due panorami completamente diversi.

Verso la stazione tetti bassi, e case d’epoca. Predominano tegole e mattoni.

Dall’altro lato, da dove proviene il fumo, si vedono i riflessi argentei del sole sui grattacieli appena costruiti.

Con Livia Pomodoro si ragiona del perché in Italia sia così difficile programmare, pensare al futuro, avere come prospettiva il lungo periodo.

«Siamo molto afflitti da quella che io chiamo l’emergenza quotidiana» dice la Pomodoro, poi si alza di nuovo e va a chiedere informazioni vedendo dalla finistra del fumo che sale. Un furgone incendiato in un parco, le spiegano.

«In Italia – prosegue – le emergenze sono tante e purtroppo si susseguono. Questo ci costringe, costringe tutti, a occuparci solamente dell’emergenza.

L’Italia è il Paese dove si passa da un’emergenza all’altra. Dove si passa dall’esigenza di regolamentazione di un’emergenza all’esigenza di regolamentazione di un’altra emergenza. In una realtà siffatta è assai difficile avere una visione di futuro. Io spero che Expo –, ma non vedo molti effetti in questo senso – spinga a programmare il futuro.»

Che cosa pensi di Expo?

«Noi siamo deputati a costruire la legacy immateriale del futuro Expo. A costruire una piattaforma di regole comuni che consentano di implementare tutte le iniziative necessarie a tenere focalizzata l’attenzione del mondo sui problemi della nutrizione. Soprattutto sui problemi dell’utilizzo delle risorse.

Non abbiamo ancora sconfitto la fame. Quindi una grande responsabilità per Milano.»

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