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Eternit, una sentenza che farà storia

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da redazione

IQ. 04/06/2013 – Una sentenza importante nel processo e la condanna a 18 anni per Schmidheiny nel processo Eternit. I giudici di Torino, infatti, hanno aumentato di due anni la pena rispetto al giudizio di primo grado e portato a 30,9 milioni di euro il risarcimento a Casale Monferrato. Il manager svizzero  Stephan Schmidhein, unico imputato, è stato ritenuto colpevole di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.

Il manager, oltre ai fatti di Torino, è stato condannato anche per gli stabilimenti Eternit di  Bagnoli e Rubiera. La sentenza è arrivata davanti ad un pubblico costituito soprattutto dai parenti delle vittime. Eternit era utilizzato in edilizia come materiale da copertura; la commercializzazione in Italia è cessata tra il 1992 e il 1994. I danni del materiale e il suo essere cancerogeno erano noti fin da subito. Nonostante provochi una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, l’Eternit e la Fibronit continuano a produrre manufatti sino al 1986 in molte città,  tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l’attività dello stabilimento e quindi accrescere i profitti. In particolare a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto sono moltissimi. Solo negli anni tra il 2009 e il 2011 ci sono stati circa 130 casi di persone ammalate. Nella zona di Casale Monferrato e nell’intera Provincia di Alessandria si contano circa 1.800 morti per esposizione ad amianto, morti avvenute perlopiù in silenzio. In seguito alle indagini, condotte da Raffaele Guariniello, nel 2009 inizia, presso il Tribunale di Torino, il processo contro Stephan (ex presidente del consiglio di amministrazione dell’Eternit AG) ed il barone belga Louis De Cartier de Marchienne. Quest’ultimo è deceduto pochi gironi fa ,mentre Schmidheiny è ritenuto responsabile delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit. Il 13 febbraio 2012 il tribunale di Torino condanna in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per “disastro ambientale doloso permanente” e per “omissione volontaria di cautele antinfortunistiche”, e obbligandoli al risarcimento di circa 3000 parti civili oltre al pagamento delle spese giudiziarie. Il caso Eternit è il primo al mondo in cui i vertici aziendali vengono condannati. Ieri è stata scritta un’altra sentenza storica in quanto la pena in primo grado  viene aumentata a 18 anni. I soldi del risarcimento ai comuni andranno spesi per bonificare il territorio. Resta però il bel dato della sentenza che certo non restituirà le vittime ai parenti ma almeno gli darà una sensazione di giustizia e di legalità.

 

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