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E si torna a parlare di riforma del bicameralismo.

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E si torna a parlare di riforma del bicameralismo. Del Senato, ancora una volta, per la precisione. Il ‘la’ arriva da Beppe Grillo, che dal suo blog lancia quella che allo stato non è una proposta di legge – anche perchè non potrebbe essere lui ad attivarla – quanto una provocazione intellettuale: una Camera ‘dei cittadini’, il Senato magari, composta non da eletti ma da estratti a sorte. Eloquente, il titolo della riflessione: “Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici”.

“Sembra assurdo, ma pensateci un attimo. La selezione dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese. Il 50% sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune. Sarebbe un microcosmo della società”, spiega il Garante M5s che mette in risalto “un importante effetto collaterale”: “Se sostituissimo le elezioni con il sorteggio e rendessimo il nostro parlamento – nel testo sempre con l’iniziale minuscola, come per ogni suo altro sinonimo – veramente rappresentativo della società, significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata”.

Ecco allora “una seconda camera nel nostro parlamento, piena di persone scelte a caso, un senato dei cittadini, se volete”. Una boutade? “C’è – puntualizza Grillo – una campagna per un senato popolare in Francia e un’altra campagna in Scozia. Sarebbe come un cavallo di Troia nel cuore del governo. E poi sostituire le elezioni con il sorteggio”.

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