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Dato del “20% del patrimonio immobiliare italiano” in proprieta’ della Chiesa e’ inattendibile

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Il Presidente Assoedilizia Clerici e Pres. IEA

Immobili della Chiesa – Dato del “20% del patrimonio immobiliare italiano” in proprieta’ della Chiesa e’ inattendibile – IEA informa.

Istituto Europa Asia 
EUROPASIA
Europe Asia Institute
Informa  

Achille Colombo Clerici Presidente di Europasia

ASSOLUTAMENTE INATTENDIBILE IL DATO CHE ATTRIBUISCE ALLA CHIESA LA PROPRIETA’ DEL 20% DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE NAZIONALE.

DATI STIMATI DA Europasia:
1 % a livello nazionale
3-4 % nella citta’ di Roma
* * * *
Riferendosi a quanto riportato da alcuni organi di stampa che, a proposito delle proprietà immobiliari della Chiesa, parlano di ben il 20% del patrimonio edilizio nazionale, l’avv. Achille Colombo Clerici, Presidente dell’Istituto Europa Asia:”Il dato non è minimamente attendibile e risulta assolutamente lontano dalla realtà.”

E tra l’altro tale inattendibilita’ ictu oculi e’ di immediata percepibilita’.

Tutti gli italiani infatti hanno sotto gli occhi una realta’ diversa da quella che viene rappresentata con il dato che parla di un immobile della Chiesa ogni cinque posseduti dalla cittadinanza.

Questo dato non vale nemmeno nella citta’ di Roma dove pure, nel centro storico, si presenta la maggior concentrazione di immobili religiosi a livello nazionale.

Secondo i dati in possesso di Europasia, nella Citta’ Eterna gli immobili riconducibili alla Chiesa Cattolica, nella sua globalita’ di enti ed istituzioni ecclesiastici ( compresi gli immobili extraterritoriali e quelli destinati al culto ) dovrebbero aggirarsi attorno al 3/ 4 % del totale.

A livello nazionale, viceversa, la quota di questi immobili ( compresi quelli di culto ) si attesterebbe attorno all’ 1 % del totale.

Si tratta pur sempre di una quantita’ considerevole atteso ad esempio il numero complessivo degli immobili che nella sola Roma supera le 120 mila unita’.

Aggiunge Colombo Clerici: « Consideriamo peraltro che la gran parte del patrimonio edilizio esistente nelle nostre citta’ e’ stato realizzato a partire dal secondo dopoguerra, fuori dai centri storici; e nelle zone periferiche e semiperiferiche la presenza di immobili della Chiesa e’ rarefatta.

Riferendoci al patrimonio italiano edificato, stiamo parlando di una realtà edilizia che si localizza in ben 8102 comuni (oltre la metà dei quali sotto i 2500 abitanti), con una concentrazione demografica del 46% in comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti; in ciascuno dei quali sono presenti solo una o alcune chiese (non sempre dotate delle c.d. attrezzature complementari di culto: ad esempio canonica-oratorio-campo sportivo), qualche struttura appartenente ad ordini o congregazioni religiose; con frequentemente scarsi beni a reddito, quali terreni e fabbricati, gestiti dagli enti diocesani per il sostentamento del clero.»

Achille Colombo Clerici Presidente di Europasia

 

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