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Crolla la borsa cinese, Europa in picchiata

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I mercati azionari cinesi sono stati chiusi in anticipo, appena dopo l’apertura, dopo un ulteriore crollo di oltre il 7% che ha innescato il meccanismo di ‘interruttore’ automatico e dopo l’annuncio ufficiale di una perdita dello yuan, la piu’ alta dal mese di agosto.E’ la seconda volta questa settimana che il meccanismo di sospensione automatica delle contrattazioni viene attivato.Le borse di Shanghai e Shenzhen già lunedi’ avevano chiuso in anticipo dopo un altro scivolone. Al momento della chiusura anticipata quest’oggi, meno di mezz’ora dopo l’inizio delle operazioni, l’indice composito della borsa di Shanghai aveva perso il 7,32%, pari a 245,95 punti, arrivando a 3.115,89.  Hong Kong termina a -3,09%La borsa di Shenzhen aveva lasciato sul terreno l’8,35% pari a 178,08 punti, collocandosi a 1.955,88.

EUROPA CONTAGIATA – Avvio in picchiata per le borse europee, dopo il nuovo tonfo di Shanghai. Prosegue il tracollo del prezzo del petrolio, con il Brent che e’ sceso sotto 33 dollari per la prima volta dal luglio 2004.Londra cede l’1,78%. A Milano l’indice Ftse Mib scende del 3,85% a 19.635 punti.Francoforte perde oltre il 2,8% a 9.927 punti e Parigi va giu’ del 3% a 4.346,10 punti.La crisi cinese mette le ali allo yen, considerata una moneta rifugio. L’euro resta sotto quota 1,08 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,0789 dollari e a 127,36 sullo yen. Dollaro/yen a 118,47, dopo un minimo dal’agosto 2015 di 117,67.Nelle prime contrattazioni, lo spread tra Btp e Bund sale a 98 punti base. Il rendimento del decennale si attesta all’1,49%. Il differenziale tra Bonos e Bund e’ a 117 punti con un tasso dell’1,70%.

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