20.8 C
Rome
domenica, Marzo 16, 2025
HomeSCIENZE E TECNOLOGIECensis, quasi 10 milioni di italiani soffrono di dolore cronico.

Censis, quasi 10 milioni di italiani soffrono di dolore cronico.

Date:

domenica, Marzo 16, 2025

 Sono 9,8 milioni – due su dieci – gli italiani che soffrono di dolore cronico di intensità moderata o severa. Corrispondono al 19,7% degli italiani maggiorenni: due su dieci. Si oscilla tra il 14,7% dei giovani, il 21,1% degli adulti e il 20,9% degli anziani. Con una prevalenza femminile: il 21,2% delle donne rispetto al 18,1% degli uomini. E’ quanto emerge dal primo rapporto Censis-Grunenthal ‘Vivere senza dolore’.

Il dolore cronico di intensità moderata o severa – si legge nel dossier – determina elevati costi sociali, considerando l’insieme delle spese a carico dei malati, il costo delle prestazioni sanitarie a carico del Servizio sanitario nazionale, la mancata produttivita’ dei pazienti, i servizi di assistenza di cui necessitano e il ‘care’ informale. Sono stimati in 6.304 euro in media all’anno per paziente, di cui 1.838 euro di costi diretti e 4.466 euro di costi indiretti. I costi diretti sono in capo ai pazienti per 646 euro e 1.192 euro ricadono sul Servizio sanitario nazionale. Complessivamente, i costi sociali del dolore cronico di intensita’ moderata o severa in Italia sono stimati in 61,9 miliardi di euro all’anno.

Le spese private afferenti alla gestione e alla cura della patologia pesano ‘molto’ o ‘abbastanza’ sul bilancio familiare per il 66,5% dei malati, per il 28,0% pesano in misura ridotta e solo per il 5,5% non incidono significativamente. Le spese private pesano ‘molto’ o ‘abbastanza’ sui budget familiari del 76,0% delle persone con redditi bassi e del 48,3% delle persone più abbienti.

Per il 67,8% dei malati il dolore cronico di intensità moderata o severa incide ‘molto’ (11,1%) o ‘abbastanza’ (56,7%) negativamente sulla vita quotidiana e sul proprio benessere. Per il 28,2% incide negativamente ma in misura ridotta e solo per il 4,0% non ha effetti negativi. In ogni caso, per il 92,8% dei malati il dolore cronico di intensità moderata o severa condiziona le proprie attivita’ quotidiane e solo il 7,2% ci convive senza rilevanti effetti negativi.

I vincoli nella vita quotidiana sono: le difficoltà nel sollevare oggetti (per il 60,2%), fare ginnastica o altro esercizio fisico (59,3%), dormire (50,5%), passeggiare (49,0%), svolgere le faccende domestiche (48,5%), partecipare alle attivita’ sociali e ricreative (36,8%), guidare l’automobile (23,6%), gestire le relazioni con i familiari e con gli amici (23,2%), il desiderio e le relazioni sessuali (22,7%), le ordinarie attività quotidiane come lavarsi e vestirsi (22,6%), l’alimentazione (18,6%).

Ci sono anche, rileva il Censis, ulteriori effetti negativi sulla condizione psico-fisica dei malati: il 48,8% avverte apatia, perdita di forze, debolezza, il 38,2% tende facilmente alla commozione, il 37,0% vive stati di ansia e di depressione, il 30,8% soffre di vertigini. Perciò, al 38,2% capita di dover ricorrere a forme di supporto da parte di familiari, amici o volontari.

Per il 40,6% dei malati, inoltre, l’insorgenza della patologia ha avuto conseguenze negative sul proprio lavoro. Il 35,4% ha dovuto mettersi in malattia, il 30,8% ha dovuto chiedere permessi per recarsi dal medico e per effettuare le terapie, il 27,7% ha dovuto assentarsi spesso dal lavoro, il 25,0% ha ridotto il rendimento (e quindi le opportunità di carriera), il 13,3% ha dovuto cambiare mansioni, l’11,8% ha dovuto ridurre l’orario ricorrendo al part time (cui corrisponde una retribuzione ridotta), il 5,8% ha dovuto lavorare da casa, il 3,8% è stato costretto a cambiare lavoro perchè l’impiego non era più compatibile con le problematiche legate al dolore.

Addirittura, l’11,1% dei malati ha dovuto smettere di lavorare a causa del dolore cronico e l’1,2% è stato licenziato. Inoltre, il 41,3% dei malati occupati dichiara che la propria condizione viene talmente sottovalutata al lavoro da essere considerata un pretesto per assentarsi o per impegnarsi di meno. Il 62,1% dei malati riesce a tenere il dolore sotto controllo grazie a farmaci, terapie e trattamenti.

Tuttavia, il 56,5% dei malati ritiene che nessuno capisca veramente la sofferenza causata dal dolore cronico e il 46,7% si sente solo con il proprio dolore. Il 36,4% ha la sensazione che persino il proprio medico sottovaluti la patologia. Più in generale, per il 72,5% dei malati il dolore nella nostra società è decisamente sottovalutato.

Per l’81,7% il dolore dovrebbe essere riconosciuto come una patologia a sé stante. Per l’86,2% è fondamentale istituire, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, uno specialista di riferimento per il dolore cronico di intensità moderata o severa o un servizio specificamente dedicato. 

Fonte: AGI.IT

Articoli Recenti

Femminicidi, report: 113 donne uccise nel 2024, 61 per mano del partner.

Nel 2024 le donne uccise sono state 113, 99 delle quali in ambito familiare o affettivo. Di queste 61 hanno trovato la morte per mano...

Campi Flegrei, lo psicologo: “Si rischia un disturbo post traumatico come in guerra”.

Il lungo periodo del bradisismo, che le popolazioni delle aree di Napoli interessate dal fenomeno stanno vivendo, comporta "elevati livelli di stress" e una crescita...

L’omicidio di Willy Monteiro, ergastolo per Marco Bianchi, 28 anni al fratello.

Carcere a vita per Marco Bianchi, 28 anni di reclusione per il fratello Gabriele a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche. E' quanto hanno...

L’Istat lancia l’allarme sui dazi, rischi per l’Italia.

L'entrata in vigore dei dazi annunciati da Trump aumenta le "probabilità di escalation" nelle tensioni commerciali. E rischia di provocare "effetti rilevanti" per l'Italia. L'Istat...

Maltempo, allerta in dieci regioni: scuole chiuse in Emilia Romagna e Toscana.

Il maltempo continua a colpire l'Italia: oggi è allerta rossa in Emilia Romagna, arancione in Toscana e gialla in altre otto regioni. Da ieri sera, piogge,...

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.