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Budapest ancora azzurro .

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Gregorio Paltrinieri.

Si è svolta l’edizione straordinaria dei mondiali di nuoto 2022. La competizione doveva avere luogo in Giappone a Fukuoka, ma la decisione dei nipponici di rimandare la rassegna al 2023 ha convinto la Federazione internazionale ad organizzare rapidamente una nuova edizione, ancora una volta nella Duna Arena di Budapest dove si svolse la manifestazione iridata nel 2017 e l’europeo nel 2021.

È stata un’edizione che l’Italia non dimenticherà facilmente, la migliore di sempre per il team azzurro.

Oltre ai già affermati talenti sono emerse altre giovani stelle che hanno trovato la consacrazione nella piscina magiara.

Thomas Ceccon è la prima rivelazione, si è affacciato ai mondiali stabilendo due volte il record italiano nei 50 farfalla e nuotando sui tempi di Caleb Dressel, a questa finale arriverà stanco per aver appena corso un’altra gara e verrà battuto dal 42enne Nicholas Santos, ma nelle semifinali dei 100 dorso aveva stabilito un terzo record italiano ponendo le basi per la grande impresa dei campionati: in una finale in cui era presente Ryan Murphy favorito, ma erano assenti per la squalifica alla Russia Rylov e Kolesnikov, Thomas è inarrestabile, con un tempo di 51”60 stabilisce il record del mondo e vince una medaglia d’oro decisamente inattesa. Perde per due centesimi la medaglia nei 50 dorso.

La Duna Arena ha portato alla consacrazione anche Nicolò Martinenghi, specialista italiano della rana ed erede di Fabio Scozzoli (che nel 2010 vinse il titolo europeo nei 50 rana proprio a Budapest). È vero che in questa manifestazione era assente il fuoriclasse della rana mondiale Adam Peaty, ma Nicolò ha dominato la gara senza lasciare alcuna speranza ad Arno Kamminga e neanche a Nic Fink; l’americano vincerà la medaglia d’oro nei 50 rana dove Martinenghi raggiunge comunque la medaglia d’argento in una finale in cui era affiancato anche da un giovanissimo italiano, Simone Cerasuolo che chiude al quinto posto e sogna una medaglia agli europei di Roma.

La rana è azzurra anche nel nuoto femminile, dove la stella giovanissima è Benedetta Pilato. Lo scorso anno agli europei la tarantina classe 2005 stabilì il record del mondo nei 50 rana proprio in questa vasca della Duna Arena, arrivava quindi alla finale da favorita considerando le difficoltà riscontrate da Lilly King, ma nella sua distanza preferita trova un’insuperabile Ruta Meilutyte e si deve accontentate dell’argento. La grande sorpresa è arrivata invece nei 100 rana, dove a Tokyo venne squalificata in batteria, quindi non la sua distanza preferita; in questa edizione dei mondiali ha vinto l’oro diventando per la prima volta campionessa del mondo, per lo più in una distanza olimpica.

Veniamo quindi ad analizzare la competizione dei veterani del nuoto italiano, i due specialisti delle lunghe distanze. Simona Quadarella probabilmente è arrivata a questa manifestazione non nella miglior condizione, difendeva il titolo mondiale vinto a Gwangju nei 1500 ma la gara è una debacle, Katie Ledecky è imprendibile ma Simona non è neanche vicina al podio perché viene battuta sia da Katie Grimes che da Lani Pallister, chiude quinta in lacrime. La ritroviamo qualche giorno dopo con un atteggiamento diverso negli 800, non è splendida nella partenza ma riesce a rientrare sulle posizioni da podio, esce sconfitta nella battaglia con l’australiana Kiah Melverton ma conquista un bronzo che le riporta il sorriso dopo la grande delusione iniziale.

Discorso diverso per Gregorio Paltrinieri. In un’emozionantissima gara degli 800 stile perde la medaglia allo sprint finale contro i suoi rivali di sempre Wellbrock e Romanchuk, mentre Finke aggiunge l’oro mondiale al suo palmares dopo aver vinto l’oro olimpico.

I 1500 di Greg invece sono un capolavoro, l’azzurro è insuperabile, per gran parte della gara sembra poter infrangere il record del mondo di Sun Yang stabilito a Londra 2012. Non arriva il record ma è il terzo titolo mondiale in questa distanza sette anni dopo il primo vinto a Kazan nel 2015 ai quali si aggiunge anche un titolo olimpico vinto a Rio e un mondiale negli 800.

Infine le competizioni del nuoto in corsia hanno regalato altre due medaglie alla nazionale; nella staffetta 4×100 stile maschile è arrivato un bronzo grazie soprattutto a Lorenzo Zazzeri. Il capolavoro è stato firmato Dalla staffetta 4×100 mista. Con due medaglie d’oro in squadra e le assenze di Peaty e Dressel i nostri azzurri Ceccon, Martinenghi, Burdisso e Miressi vincono la medaglia d’oro con meno di 30 centesimi di vantaggio sugli Stati Uniti, un trionfo che ricorda molto quello della staffetta azzurra dell’atletica alle Olimpiadi di Tokyo.

È stata un’edizione in cui i giovani hanno preso il centro della scena; molti campioni di quest’anno erano stati protagonisti agli europei giovanili di Roma 2021. In particolare la nuova stella del nuoto maschile è il romeno David Popovici, classe 2004 e campione del mondo nei 100 e 200 stile. Da non trascurare neanche la prestazione di Leon Marchand che nei 400 misti avvicina il record del mondo di Michael Phelps. Nel femminile invece la nuova stella che sta emergendo è la quindicenne Summer McIntosh che ha vinto la medaglia d’oro nei 200 farfalla e nei 400 misti oltre ad un argento nei 400 stile. Si confermano al vertice invece Sarah Sjostrom campionessa nei 50 farfalla e stile, e anche Kristof Milak campione ungherese che fa impazzire il suo pubblico di casa vincendo i 100 e i 200 farfalla. Ha deciso di prendere parte a questa ed edizione anche la lady di ferro Kathinka Hosszu, posticipando il ritiro per salutare il pubblico ungherese e ricevere un’ultima ovazione.

Fantastica edizione per l’Italia anche nelle altre discipline, quelle che vanno oltre il nuoto in corsia.

Due medaglie d’oro nel nuoto artistico vinte nel duo misto da Lucrezia Ruggiero insieme a Giorgio Minisini, alle quali si aggiungono poi tre medaglie a squadre.

La Cina ha vinto tutte le medaglie d’oro possibili nei tuffi senza perdere neanche una gara, vincendo 13 gare su 13. Per l’Italia è arrivata la medaglia d’argento dei giovanissimi Matteo Santoro e Chiara Pellacani nel trampolino da 3 metri sincronizzato.

Nella pallanuoto mentre il sette rosa ha perso la finale per il terzo posto contro l’Olanda, il settebello maschile è andato vicinissimo al replicare il titolo vinto a Gwangju. Una cavalcata trionfale quella della nazionale italiana, che è dovuta passare per il turno preliminare in cui ha vinto con l’Australia. Il loro cammino sembrava doversi arrestare contro i padroni di casa dell’Ungheria, invece a sorpresa ha vinto l’Italia per 11-10. Lo stesso risultato con il quale in semifinale la squadra supera la Grecia. In finale affronta di nuovo la Spagna che ci aveva sconfitto nella fase a gironi, e che avevamo battuto nella finale di Gwangju. L’incontro si conclude ai rigori con un errore decisivo di Cannella che ha consegnato il titolo mondiale agli iberici, in una giornata da ricordare per molti spagnoli che vincono il mondiale di pallanuoto e il gran premio di Silverstone con Carlos Sainz.

Il nuoto di fondo è stato anch’esso strepitoso per i nostri colori poiché abbiamo vinto il medagliere di specialità. A seguito dei bronzi vinti dalla staffetta mista e da Giulia Gabrielleschi nei 5 km è tornato in acqua Paltrinieri e non ha lasciato spazio agli avversari, solo Wellbrock lo ha sconfitto nei 5km, ma ha stravinto la gara dei 10 km, dove oltretutto Acerenza ha raggiunto l’argento. Infine splendida medaglia d’oro vinta da Dario Verani nella massima distanza dei 25 km.

Ad Agosto giungerà il momento degli europei di nuoto del Foro Italico, e considerando gli ottimi risultati raggiunti in questi mondiali l’Italia potrà essere la grande protagonista della manifestazione.

Chiara Pellacani e Matteo Santoro.

4 COMMENTS

  1. Compliment Ascanio ! Un ottima recensione degli straordinari mondiali di nuoto .. Paltrinieri è fantastico !
    Grazie

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