Home ATTUALITÀ E EDITORIALE Biden chiede alla Cina di intervenire su Putin.

Biden chiede alla Cina di intervenire su Putin.

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Oggi vertice tra un altiìo dirigente del dipartimento degli esteri americano, o e il ministro degli esteri cinese a Roma. La notizia a sorpresa vuole rappresentare un barlume di speranza proprio mentre la guerra si intensifica e arriva a sfiorare i confini della Nato. Gli Usa sono fortemente preoccupati per l’evoluzione del conflitto che, secondo la maggior parte degli analisti, Putin pensava di risolvere in due, tre settimane. I russi pur disponendo della supremazia area stanno avendo a quanto pare più difficoltà del dovuto nella lotta di terra. Altri esperti ritengono invece che l’avanzata lenta da parte delle truppe di Mosca sia dovuta al desiderio del Cremlino di portare avanti una guerra di bassa intensità, basata sul logoramento più che sulla perdita di civili e su una seria di manovre accerchianti e a tenaglia.

La Casa Bianca ha il timore che la Russia possa arrivare a usare armi chimiche e desidera lavorare per risolvere il conflitto e valutare bene le possibili conseguenze su scala mondiale delle sanzioni che sta adottando insieme agli alleati contro il governo di Putin.

In particolare Biden guarda con preoccupazione alla Russia, superpotenza militare ed energetica, in asse politico ed economico con la Cina, capace di costituire un blocco potenzialmente in grado di attirare l’attenzione dei paesi terzi e di scalzare il dominio del dollaro. La stessa Turchia di Erdogan, altro paese candidatosi in virtù del suo ruolo nel Mar Nero al ruolo di mediatore, pur essendo membro Nato si mostra sempre più sensibile alle sirene di Mosca mentre importanti principati del Golfo non hanno particolare affinità con l’attuale governo americano ( i sovrani dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi da mesi rifiutano di parlare al telefono con Biden mentre colloquiano con Putin).

L’incontro di Roma previsto quindi tra il consigliere della Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia cinese Yang Jiechi è tutt’altro che facile. Pechino continua ad avanzare le sue rivendicazioni su Taiwan, protetta dagli Stati Uniti,e non è da escludere che il tema dell’isola possa essere informalmente proposto dai cinesi nell’agenda dell’incontro.

Sullivan e Jiech non si incontrano da cinque mesi. Il Presidente Xi non ha mai condannato l’attacco russo. Ufficialmente la Cina si rifiuta persino di considerare guerra l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina,il governo di Pechino inoltre, con molti dei suoi partner internazionali, si è astenuto sulla risoluzione Onu di condanna nei confronti della Cina.

Secondo Sullivan l’incontro di Roma avrà come scopo quello di analizzare “l’impatto sulla sicurezza regionale e globale” dell’invasione dell’Ucraina. L’alto esponente del governo americano ha anche chiarito all’opinione pubblica che: “ ogni mossa da parte di Pechino o di altri Paesi per offrire un’ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze. Faremo in modo che né la Cina, né nessun altro, possano risarcire Mosca per queste perdite”. Il vero scopo americano sembra essere quello che la Cina faccia pressione sulla Russia sul fronte delle sanzioni e per condizionare la negoziazione di Putin con il governo di Kiev.

XI, dopo l’iniziale silenzio, ha fatto sapere al cancelliere Olaf Scholz e al presidente Emmanuel Macron che “ la guerra è tanto sgradito all’alleato Putin” ma ha condanno le sanzioni che “danneggeranno la ripresa dell’economia globale dalla pandemia del Covid-19”. Sullivan incontrerà a Roma anche il consigliere diplomatico del premier Luigi Mattiolo e non è escluso un suo possibile colloquio con Mario Draghi

La Cina intanto ha smentito la notizia riportata dal Financial Time e della Cnn secondo cui la Russia ha chiesto a Pechino droni e assistenza militare.

Ha avuto conseguenze importanti il bombardamento russo a Yavoriv presso Leopoli nell’Ucraina occidentale, località distante solo 20 chilometri dal confine polacco. Il governo di Varsavia ha dichiarato che alla prima azione ostile da parte dei russi sul suo territorio chiederà l’immediata applicazione dell’articolo 5 della Nato e conseguentemente la proclamazione della guerra. Anche il Presidente ucraino Zelinoski, pur non guidando un paese membro della Nato, chiede l’ estensione del conflitto ribadendo che senza la no fly zone sarà solo questione di tempo prima che la Russia bombardi i paesi dell’alleanza.
Dopo il raid russo anche il Pentagono ha fatto una doverosa dichiarazione attraverso il suo portavoce John Kirby: “ Un attacco armato in territorio Nato contro uno solo dei convogli destinati all’Ucraina è considerato una attacco armato contro tutti”. I russi fanno sapere di aver distrutto con il bombardamento una base dove erano depositate armi inviate dai paesi occidentali. Nel raid di Yavoriv sarebbero morti 180 volontari stranieri. Putin aveva già informato l’opinione publica mondiale di considerare “ bersagli legittimi” i depositi di armi inviate da altri paesi.

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