Home ISTITUZIONI E POLITICA Approvato al Senato il DL sulla Pubblica Amministrazione.

Approvato al Senato il DL sulla Pubblica Amministrazione.

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“La riforma della Pubblica amministrazione che questo decreto prova ad anticipare in attesa del provvedimento più organico che seguirà, è uno dei temi decisivi su cui misurare la capacità riformatrice non solo di questo Governo e di questo Parlamento ma di un’intera generazione politica. Il testo va nella direzione della semplificazione a favore dei più deboli, della trasparenza, del ricambio generazionale, del superamento dei privilegi, della digitalizzazione e della lotta alla corruzione”. Lo dice Francesco Russo, nella sua dichiarazione di voto.

“Le proposte avanzate dal Governo in tema di ruolo unico della dirigenza, flessibilità nell’attribuzione degli incarichi, politiche retributive e percorsi di carriera collegati ai meriti e alle competenze, revisione della disciplina della responsabilità e incentivazione della mobilità ci trovano in piena sintonia”, continua Russo, che precisa: “una efficace riforma della Pa dovrebbe avere poi altre semplici linee guida: un tetto per gli stipendi, distinzione tra politica e amministrazione, e tra amministrazione e giurisdizione, professionalizzazione della dirigenza, scelta con i criteri costituzionali del concorso e dell’imparzialità, esclusività degli incarichi, mobilità.
Da questo punto di vista, l’età media elevata della dirigenza pubblica rappresenta un’occasione storica e permette di sperare che la ‘staffetta generazionale’ diventi realtà. In una valutazione largamente positiva di questo provvedimento, non manca qualche preoccupazione rispetto al tema ‘quota 96’ che anche oggi riempie le pagine dei giornali. Dobbiamo ammettere con franchezza che è una sconfitta per il Parlamento, seppure di fronte ad una responsabilità e ad errori che risalgono alla riforma Fornero.

Bene dunque – conclude Russo – ha fatto il presidente Renzi a confermare l’impegno del Governo a trovare una soluzione adeguata per chi ha subito un’oggettiva discriminazione”.

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