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Abbondanza di petrolio.

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Dal petrolio in negativo all’oro impazzito passando per il calo storico di Piazza Affari: in piena pandemia, anche sui mercati finanziari, compresi quelli delle materie prime, è successo di tutto. Tanto che in molti ora si chiedono cosa potrebbe accadere ancora. I fatti inattesi che hanno messo e stanno mettendo in discussione tante certezze e verità consolidatesi negli anni nel mondo economico e finanziario sono al centro del libro “False verità – 9 incrollabili dogmi di economia e finanza in bilico dopo la pandemia del Coronavirus” , scritto dalla giornalista di Business Insider, Carlotta Scozzari.

Tra questi, il caso del petrolio. Che, va ricordato, il 20 aprile 2020, per la prima volta nella storia, è sceso sotto zero. Più in particolare, a finire in negativo è stato il future, ossia un contratto che consente a un investitore di acquistare o vendere un certo bene sottostante a una certa data futura, sul greggio Wti (West Texas Intermediate, una delle tipologie tra le più trattate sui mercati finanziari) con scadenza a maggio, che quel giorno è arrivato a sfiorare i 38 dollari sotto lo zero al barile (un barile convenzionalmente contiene 159 litri di greggio).

“Per la prima volta nella storia – sottolineano gli esperti di Anthilia Capital Partners sgr in un approfondimento sul prezzo dell’oro nero finito in negativo – i venditori di contratti sul Wti hanno dovuto pagare gli acquirenti per liberarsi dei barili in consegna a maggio”. Commenta Mobeen Tahir, associate director, research della società di investimento WisdomTree: “Lunedì 20 aprile 2020 i mercati hanno assistito a un crollo storico dei prezzi del petrolio Wti. Il crollo si è verificato un giorno prima della scadenza del contratto attivo di future Nymex Wti. La contrazione della domanda causata dalla pandemia di Covid-19 e l’insufficiente riduzione di petrolio hanno creato un eccesso di scorte. Il principale punto di distribuzione e di stoccaggio a Cushing, in Oklahoma – spiega ancora Tahir – era vicino al suo limite di capienza. Questa forte pressione, così vicina alla scadenza del contratto, ha contribuito al prezzo negativo. Coloro che accettavano la consegna fisica del contratto venivano pagati per prendere il petrolio e trovare un posto per immagazzinarlo”.

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