17.6 C
Rome
martedì, Maggio 14, 2024
HomeRubricaPERCORSI INCLUSIVILa cattedra inclusiva e la proposta di legge che la introduce. Fernanda...

La cattedra inclusiva e la proposta di legge che la introduce. Fernanda Fazio risponde.

Date:

martedì, Maggio 14, 2024

Presentata ufficialmente per la prima volta a Roma il 25 gennaio scorso presso la Sala Stampa del Centro multimediale ‘Esperienza Europa-David Sassoli’, la proposta di legge ‘Introduzione della cattedra inclusiva nelle scuole di ogni ordine e grado’ mira, come previsto dai proponenti, ad attuare una nuova organizzazione secondo la quale tutti i docenti del sistema scolastico italiano saranno impegnati in un incarico polivalente, in parte svolto nelle attività disciplinari e in parte nelle attività di sostegno, a beneficio dell’inclusione di tutti gli alunni.

Il Progetto di Legge, comprensivo del ‘Piano straordinario di formazione pluriennale in servizio’ di cui all’Art. 2, da leggersi nelle sue note estensive cliccando sul link ‘incollato’ in calce al presente articolo, nasce dalla ferma volontà dei proponenti di intervenire in positivo sulle attuali criticità che ci investono ormai da troppo tempo.

Moderati da Maurizio Molinari, giornalista e capo Ufficio stampa del Parlamento Europeo, a Milano, i sette estensori della proposta di legge, Evelina Chiocca, Paolo Fasce, Fernanda Fazio, Dario Ianes, Raffaele Iosa, Massimo Nutini e Nicola Striano rientrano tutti tra le personalità di spicco del mondo scolastico, esperti di lungo corso, dirigenti scolastici, formatori, pedagogisti, docenti specializzati, professori universitari ed esperti in legislazione scolastica nonché profondi conoscitori del sistema scolastico nazionale.

Oggetto di attenzione mediateca da parte degli organi di stampa ancor prima della sua presentazione pubblica, la proposta di legge ha sin qui favorito un gran numero di dibattiti politici e culturali, commenti e valutazioni allo scopo di saggiarne l’effettiva fattibilità sia in termini economici e sindacali che di impatto sul sistema formativo universitario. Soprattutto, il merito ad oggi da tutti riconosciuto ai sette estensori è stato quello di aver riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi dell’inclusione scolastica, sulle sue criticità e sulle possibili soluzioni strutturali da mettere in campo, in ipotesi, per realizzare la piena inclusione di tutti gli alunni, con particolare riferimento a quelli con disabilità.

Per fare chiarezza e rendere noti ai lettori gli annosi problemi che limitano la pratica inclusiva nel sistema scolastico italiano abbiamo chiesto a Fernanda Fazio, docente specializzata per il sostegno, già consulente per il Centro Regionale Sant’Alessio di Roma, anche formatrice e docente nei corsi di specializzazione universitaria, di sintetizzare quello che ha spinto lei e il gruppo redigente a formulare la proposta di legge sulla cattedra inclusiva.

Prof.ssa Fazio, quali criticità presenta attualmente il sistema scolastico italiano riferito in modo particolare all’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado?

L’aspetto, che per importanza viene anteposto alla pluralità delle lamentele, riguarda la frequente delega del processo inclusivo al solo insegnante di sostegno che vede in tal modo limitata l’efficacia dei suoi interventi didattici nonostante l’impiego a volte logorante di molte risorse personali e professionali a fronte di minimi riconoscimenti. L’insorgenza dello stress da lavoro correlato comporta l’aumentata richiesta di trasferimento dei docenti specializzati su posto comune, la conseguente destabilizzazione del personale scolastico e la mancata continuità educativa che pesa soprattutto sugli alunni come da tempo denunciato dalle associazioni rappresentative dei genitori.

Da non sottovalutare inoltre il numero ad oggi molto elevato di docenti impiegati sul sostegno che risultano essere privi di specializzazione e/o di abilitazione, spesso attinti dai dirigenti scolastici in via emergenziale ad inizio anno scolastico dalle graduatorie di Istituto o dalle MAD (Messa a Disposizione). L’aumento anomalo delle diagnosi di disabilità, ovunque riscontrato, comporta inoltre un’alta richiesta di docenti di sostegno non specializzati da impiegare annualmente per la copertura dei posti e la contemporanea carenza di formazione all’inclusione che riguarda l’insieme degli insegnanti curricolari.

La proposta di Legge tratta (Art. 3) della formazione iniziale e di abilitazione all’insegnamento dei docenti su posto comune delle scuole di ogni ordine e grado. Quali competenze sono state individuate come carenti?

Per rendere operativa la proposta di legge, come più sopra enunciata nelle sue linee essenziali, si richiede che il Piano di Formazione per l’Inclusione, ad oggi per lo più dedicato ai futuri insegnanti di sostegno, coinvolga anche tutti i docenti curricolari con la sola esclusione degli insegnanti, salvo diversa volontà degli stessi, che hanno compiuto 60 anni di età o 25 anni di servizio. Il percorso universitario di formazione, come da lei enunciato nella domanda, comprende competenze culturali, pedagogiche, psicopedagogiche, didattiche e l’insieme delle metodologie necessarie per promuovere l’inclusione scolastica, comprensive di un tirocinio diretto da svolgersi nelle classi ove siano iscritti alunni con disabilità certificata.

Un programma formativo così concepito consentirà a tutti i docenti, una volta attuato nel periodo massimo previsto di sei anni, di operare una reale corresponsabilità tra i docenti dei Consigli di Classe in merito alla progettazione della didattica, allo svolgimento dei programmi personalizzati e alla valutazione dell’alunno con disabilità. Riferiamo inoltre che il vantaggio di tale co-progettazione sarà estremamente importante per favorire l’inclusione scolastica di tutti gli alunni, anche di quelli senza disabilità, quali che siano le loro caratteristiche uniche e personali.

Teniamo inoltre presente che la nostra proposta deve poter essere sperimentata sul campo per apportare quegli “accomodamenti possibili” necessari perché la scuola è un tessuto sociale in continua trasformazione e il suo compito è quello di lavorare con il futuro della società: i nostri ragazzi, tutti.

Gli Artt. 4 e 5 della proposta di legge prevedono, rispettivamente, un Coordinamento pedagogico dell’istituzione scolastica autonoma e un Coordinamento pedagogico territoriale. Quali le loro funzioni?

I Coordinamenti pedagogici interni ad ogni istituzione scolastica autonoma, costituiti da esperti nel campo della pedagogia inclusiva e della didattica avranno la funzione di affiancare gli insegnanti nel loro lavoro apportando esperienze e competenze supplementari attraverso un monitoraggio ed un supporto formativo.

I Coordinamenti Pedagogici Territoriali per l’Inclusione (CPTI), che si prevede siano distribuiti sui territori in base alla popolazione scolastica, saranno guidati ciascuno da un dirigente tecnico e svolgeranno analoghe funzioni di supporto delle istituzioni scolastiche promuovendo iniziative, attività e servizi per l’inclusione. All’interno del coordinamento pedagogico territoriale confluiranno gli esperti dei Centri Territoriali di Supporto (CTS), Centri Territoriali Risorse per l’Handicap (CTRH), Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI), le Scuole Polo per l’Inclusione e i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT).

L’impegno economico necessario per l’attuazione del piano straordinario di formazione, come enunciato nell’Art. 7 della proposta, prevede uno stanziamento di fondi complessivo pari a 900 milioni di euro per tutto il periodo indicato come necessario per il completamento della proposta. Come pensa si possa fare per reperire una somma così imponente?

La scuola necessita di interventi strutturali profondi per porre rimedio ad una situazione preoccupante, soprattutto riferita all’inclusione che, come sappiamo, è prerogativa assoluta del sistema scolastico italiano. Per questo motivo vediamo intanto appropriato convogliare sulla proposta formativa tutti gli esosi investimenti economici, attualmente dispersivi e spesso riservati al solo sviluppo delle tecnologie nelle scuole. Ricordiamoci che, come diceva Mario Mazzeo, indimenticabile pedagogista e psicologo, già insegnante dell’Istituto Romagnoli di Roma, ‘l’ospedale per essere tale ha necessità di strumenti, la scuola può essere scuola ovunque perché basata prioritariamente sulla relazione educativa’.

Ringraziamenti

La redazione di Informazione Quotidiana e la curatrice della Rubrica ‘Percorsi Inclusivi’ ringraziano la Prof.ssa Fernanda Fazio per i preziosi chiarimenti e l’Agenzia Iura per aver messo a disposizione i testi di approfondimento e l’utilizzo dell’immagine.

https://www.agenziaiura.it/cattedra-inclusiva/

Articoli Recenti

Pnrr e lotta alle frodi, Meloni: “Preoccupazione costante per garantire legalità”.

"Da quando ci siamo assunti la responsabilità di portare a compimento gli obiettivi del Piano, una preoccupazione costante è stata quella di garantire, oltre all’attuazione...

AL TEATRO DELLE MUSE SI RIDE CON “TI SCOCCIA SE TI CHIAMO AMORE?”.

Approda al Teatro delle Muse di Roma  da mercoledì 15 maggio,  Ti scoccia se ti chiamo amore? , diretto dallo stesso autore.  In scena un...

Camila Giorgi, pignoramento dal Fisco per 464 mila euro.

E' da circa un mese, dal 15 aprile scorso, che il Fisco sarebbe alle calcagna di Camila Giorgi, la tennista 32enne che via social...

La rivoluzione della finanza per Loretta Napoleoni. Gestione patrimoniale per tutti? Merito della tecnologia.

Per i pionieri dell’internet la Rete era uno strumento di democratizzazione che avrebbe promosso l’eguaglianza. Certo non è stato così, però ci sono settori...

Tennis, cadono le leggende: Nadal e Djokovic salutano Roma.

Due sconfitte diverse per sentimenti, per tifo e per aspettative, ma all'inizio della seconda settimana di torneo, gli Internazionali si trovano senza Nadal e...

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.