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Il nuoto non fa bene alla schiena

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nuoto  da redazione

IQ. 07/04/2013 – Il nuoto, da sempre considerato uno degli sport più completi, non farebbe bene alla schiena. Da sempre, di fronte a problemi osseo – articolari e, soprattutto, di scoliosi, il nuoto era lo sport consigliato, una sorta di panacea per tutti i dolori. Ora sembra non essere più così. Una ricerca fatta dall’Istituto scientifico italiano colonna vertebrale (Isico) che verrà presentata al congresso della International Society for the Study of the Lumbar Spine (Issls), in programma dal 13 al 17 maggio a Chicago, mette in dubbio quello che sembrava essere un assioma

. “Il nuoto non cura la scoliosi, anzi in molti casi può rivelarsi negativo e rischia di indurre il mal di schiena”, afferma Fabio Zaina, fisiatra dell’Isico, tra gli autori della ricerca “Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-sectional survey”, che significa, appunto, che il nuoto non è una terapia della scoliosi. Lo studio ha confrontato un gruppo di 112 nuotatori a livello agonistico (nuoto praticato 4-5 volte a settimana) con una popolazione scolastica, maschile e femminile, di 217 studenti di pari età, che pratica sport in maniera amatoriale o non lo pratica affatto. In entrambi i casi sono stati misurati i gibbi, la cifosi e la lordosi ed è stato fornito ai ragazzi un questionario per rilevare la presenza di mal di schiena. I risultati sono stati sorprendenti per gli agonisti, ma anche per gli amatori: i nuotatori, soprattutto le femmine, presentavano delle asimmetrie del tronco più accentuate ed erano ipercifotici, di conseguenza con una frequenza maggiore di dorsi curvi e mal di schiena. E se crolla il mito del nuoto quale sport completo e curativo cosa bisogna fare? In realtà, nella ricerca, viene infranto anche un altro mito, ovvero che che gli sport asimmetrici come il tennis inducano o peggiorino la scoliosi. “Non è vero neanche questo. La correlazione che c’è fra sport e mal di schiena è la quantità e interessa sia chi ne fa troppo sia chi ne pratica troppo poco”, dice Zaina. “L’ideale è scegliere uno sport, tenendo presente che attività molto mobilizzanti della colonna (ginnastica artistica e ritmica, ad esempio) ci mettono più a rischio, soprattutto in casi di predisposizione naturale, mentre sport in carico (come la corsa) contribuiscono a rinforzarla perché ci costringono a vincere la forza di gravità”. L’importante, quindi, diventa scegliere uno sport congeniale al fisico e alla mente, ai problemi che si hanno e corretto nei movimenti e nella frequenza.

 

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