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Mercato immobiliare trainante nella ripresa economica, di Clerici (Assoedilizia).

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“Mercato immobiliare trainante nella ripresa economica” QN Il Giorno del 19/agosto 2017 – 
I rischi “politici”

di Achille Colombo Clerici

Nel lungo periodo il mattone non ha mai tradito la fiducia degli italiani. Secondo diversi studi, nel periodo 1966-2016 l’immobiliare residenziale si è rivalutato ogni anno mediamente dell’1,8% al netto dell’inflazione, nonostante crisi più o meno violente: in altri termini, nel 1966 un investimento immobiliare in lire equivalente a 100.000 euro oggi è diventato di oltre 260.000 euro, sempre in termini reali.

Va comunque ricordato a chi parla di grande ripresa del settore che siamo ben lontani dal picco di compravendite del 2006, 845.000 unità. E che negli anni  2007-2016 il valore del patrimonio immobiliare privato è sceso da 5.300 a 4.300 miliardi di euro: nel caso del singolo immobile ciò si è tradotto in una perdita media di oltre il 15%, con punte nelle periferie e in provincia del 30-35%.

E adesso come andrà? Se non si verificano eventi drammatici in campo internazionale con ripercussioni sull’Italia e se la politica riscopre il ruolo trainante sull’intera economia  del settore immobiliare – dicono gli esperti –  la previsione più attendibile contempla un deciso recupero del mercato che potrebbe superare il livello top del 2007 tra 5 o 6 anni e proseguire con segni più almeno fino al 2025.

Ma, sul futuro del settore, in particolare, pesano tre gravi incognite: la ventilata imposta patrimoniale, la ripresa della attuazione della revisione catastale, nei termini in cui la stessa è stata prevista dalla vigente legge e l’aggravio della imposta sulle successioni.

Come abbiamo potuto constatare, il tracollo dei valori immobiliari iniziato nel 2012 è stato conseguenza anche della manovra “a tenaglia” in campo fiscale condotta dal Governo, dalla fine del 2011 all’inizio del 2013: aumento dei coefficienti moltiplicativi catastali e delle aliquote ai fini Imu ed estensione dell’imposta anche alla abitazione principale; parallela riduzione della deduzione forfetaria per le spese di manutenzione nei contratti di locazione; introduzione dell’Imu agricola; varo, su pressione dell’Europa, di siffatta riforma catastale; forte innalzamento del prelievo sui redditi delle dimore storiche; revisione automatica dei contratti di locazione alla P.A. con riduzione dei canoni.  Misure che hanno prodotto una profonda sfiducia dei risparmiatori individuali nell’investimento immobiliare, anche perché davano l’idea di una “prevenzione” del Governo nei confronti dell’intero settore.

Se dopo le elezioni si ricomincerà a parlare di revisioni della fiscalità immobiliare in tali termini, allora… altro che ripresa del mercato.

Il Presidente Assoedilizia Clerici

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