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EBA Autorita’ bancaria europea a Milano, intervista a Alfio Noto.

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venerdì, Maggio 3, 2024

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EBA Autorita’ bancaria europea a Milano – Campagna di opinione: QN Il Giorno del 6 luglio 2016 pag. 5. Intervista a Alfio Noto

LA CITY SIAMO NOI

«Dico sì all’Eba trasferita a Milano – Le strutture tecniche necessarie ci sono»
Alfio Noto: difficile prevedere per ora l’effetto della Brexit
IL RISULTATO del referendum in Gran Bretagna ha aperto il dibattito sulle nuove opportunità per Milano di aggiudicarsi due enti ospitati a Londra: l’Agenzia europea per il farmaco e l’Autorità Bancaria Europea (Eba). Favorevoli il governatore Roberto Maroni e il sindaco Giuseppe Sala.
Il Giorno sta interpellando rappresentanti del mondo produttivo, esperti di finanza e addetti ai lavori. Dopo il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia, Achille Colombo Clerici, il presidente dell’ Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, il presidente della Camera di commercio italo-russa e italo-iraniana, Rosario
Alessandrello, il presidente onorario della Camera della Moda di Milano, Mario Boselli, il presidente di Kairos Sima e già numero uno della Camera di commercio svizzera in Italia, Fabrizio Rindi,il presidente di Intesa San Paolo Private banking e professore emerito del Politecnico, Giampio Bracchi, oggi è il turno di Alfio Noto, ex direttore della Banca d’Italia in Lombardia.

di LUCA ZORLONI

ALFIO NOTO, ex direttore della Banca d’Italia in Lombardia, Milano ha chance per aggiudicarsi l’assegnazione dell’Autorità bancaria europea (Eba)? 

«Le chance sono tutte politiche, basti vedere quello che è successo con il seggio all’Onu diviso in due. I presupposti tecnici ci sono, tuttavia Milano non è l’unica pretendente,ci sarà anche Francoforte. I soci restanti cercheranno di dividersi.
Non ci sono difficoltà tecniche perché Milano, come altre città, ha tutte le strutture tecniche per svolgere questo ruolo».

Quindi la partita è in mano ai parlamentari dell’Unione?

«Chi comanda in Europa sono Parlamento e governo, due organi distinti.
Quando si siederanno intorno a un tavolo, determineranno i criteri con cui fare queste assegnazioni.
Cí possono essere accordi preventivi dei soci fondatori, questo è un altro aspetto. Certo oggi il Parlamento europeo sull’uscita immediata della Gian Bretagna si è già dimostrato diviso. Comunque credo che Milano possa avanzare
la sua candidatura».

Quali sono i punti di forza di Milano rispetto a Francoforte?

«Milano non tanti punti in più. Certo Francoforte ha già la Bce, questa sarebbe un’altra sede, anchese hanno operatività diverse.  Ma Milano ha le strutture tecniche per organizzare un centro su questo aspetto e può portare avanti il progetto autorevolmente».

Ci aiuta la vicinanza con la Svizzera, collegata dal nuovo tunnel del Gottardo?

«Direi di no perché loro sono rimasti fuori dalla Ue».

La candidatura all’Eba rinfocola l’Europa divisa fra nord e sud?

«Hanno uguali ambizioni anche Francia, Spagna e Portogallo, questa candidatura va vista in un quadro di accordi generali».

Che effetti potrà avere la Brexit sulla finanza italiana?

«Questo è un fatto storico che si verifica. dopo 60-70 anni in senso opposto. Si aprono scenari non semplici, ognuno dice la sua. E bene prima aspettare che le acque si calmino e si inizi una discussione ponderata, per vedere con quali modalità saranno rivisti gli accordi commerciali e finanziari».

Però le borse hanno già avuto un rimbalzo in avanti

«La prima reazione è stata catastrofica, poi c’è stato un recupero. Ma siamo nella fase di entrata e attivazione, nella prima fase, ci vorranno molti mesi per operare, rivedere gli accordi commerciali e quelli relativi alle frontiere. Occorre gradualmente vedere come partono queste trattative. Facciamo passare luglio e agosto, mesi durante i quali ci saranno contatti politici e poi a settembre la Ue stilerà un calendario, per capire quali strade percorrere prima e quali dopo».

Anche la candidatura per l’Agenzia del farmaco è fattibile?

«Il farmaceutico è andato bene. Da noi, era quasi scomparso, ma nel 2015 si è assistito a un recupero consistente. Anche in questo caso la Germania ha grosse tessere da giocarsi».

Foto archivio: da sin. Alfio Noto con il Prefetto Francesco Paolo Tronca e Achille Colombo Clerici
Foto archivio: da sin. Alfio Noto con il Prefetto Francesco Paolo Tronca e Achille Colombo Clerici

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