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Tragedia EgyptAir, dal fumo a bordo al silenzio radio.

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E’ sempre più avvolta nel mistero la causa dell’inabissamento del volo MS804 della Egyptair. Le autorità egiziane stanno indagando, ma non confermano nè smentiscono le notizie di un allarme fumo registrato dalle apparecchiature di bordo del volo EgyptAir prima della scomparsa dai radar, intorno alle 2,30 di giovedì mattina. “In questo momento non possiamo confermare ne’ smentire”, ha spiegato un funzionario del Cairo. Il Wall Street Journal, citando una fonte prossima alle indagini, aveva riferito che messaggi automatici di allerta indicavano la presenza di fumo in cabina e un apparente problema al sistema di controllo dell’aereo.

Intanto le indagini si concentrano su due fronti: come sia stato eventualmente possibile piazzare o portare a bordo un ordigno e cosa sia accaduto nei tre minuti si silenzio radio che hanno preceduto le due brusche virate e la picchiata finale. Dello scalo all’aeroporto parigino di Roissy si sa che le pulizie e i controlli sono stati eseguiti in meno dei 60 minuti previsti dagli standard di sicurezza a causa del ritardo nell’arrivo dal Cairo. Questo potrebbe aver reso più difficile localizzare un eventuale ordigno temporizzato che fosse stato già a bordo. Se invece la bomba fosse stata portata da un passeggero, l’unica ipotesi plausibile è che fosse all’interno di una busta del duty free e che sia stata consegnata al passeggero kamikaze da un complice che lavorava in aereoporto. I prodotti provenienti dal duty free, infatti, sono gli unici che non vengono controllati al momento dell’imbarco.

C’è poi il giallo dei tre minuti di silenzio-radio prima dello schianto in mare. Alle 2,27, più di 3 ore dopo il decollo da Parigi, il Centro di controllo greco che aveva appena preso in carico l’MS804 chiamò la cabina di pilotaggio sulla frequenza radio già utilizzata fino a quel momento per la segnalazione obbligatoria ai piloti dell’imminente uscita dallo spazio aereo ellenico, ma non ebbe risposta. Alle 2,28 fece un nuovo tentativo di contatto, andato anche questo a vuoto. Nonostante l’aereo procedesse a una quota (11.000 meri) e una velocità (800 km orari) stabili, significava che a bordo c’era un problema perchè la risposta in questi casi è obbligatoria. Alle 2,29 e alle 2,30 fu effettuata una terza chiamata sulle frequenze radio di emergenza anche in questo caso senza esito. Nel frattempo l’aereo era entrato nello spazio aereo egiziano e poco dopo si registreranno le due brusche virate di 90 gradi a sinistra e 360 a destra prima dello schianto in mare. Il silenzio radio e la mancata attivazione del mayday si possono spiegare solo con una decompressione a bordo che abbia fatto perdere i sensi ai due piloti o con la possibilità che abbiano lottato tra loro o contro qualcuno o fossero comunque impegnati da un pericolo immediato.

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