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SVIZZERA-UNIONE EUROPEA, ELVETICI IN MEZZO AL GUADO

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SVIZZERA UE – “Carlo Cattaneo” Associazione Lugano, Bénédict de Tscharner Ambasciatore, Incontro a Palazzo dei Congressi di Lugano – Manifesto Appello Remigio Ratti

Istituto Europa Asia IEA Europe Asia Institute  
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Conferenza con l’Ambasciatore de Tscharner organizzata a Lugano dall’Associazione Carlo Cattaneo

SVIZZERA-UNIONE EUROPEA, ELVETICI IN MEZZO AL GUADO

Il manifesto-appello di Remigio Ratti perché la Confederazione cooperi maggiormente con l’UE   

Benito Sicchiero 

L’Unione Europea (500 milioni di abitanti) e la Svizzera (8 milioni) condividono importanti valori politici che promuovono congiuntamente anche a livello internazionale: in particolare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, ma anche obiettivi come lo sviluppo sostenibile, la protezione del clima e la tutela della diversità culturale.

Sul fronte economico l’UE è il partner commerciale di gran lunga più importante della Svizzera. Basti pensare che circa l’80% delle importazioni svizzere provengono dall’UE e il 60% delle esportazioni svizzere è destinato all’Europa.  In Svizzera vivono 1,2 milioni di cittadini europei e lavorano circa 270 000 frontalieri europei. Inversamente, 430 000 cittadini svizzeri risiedono in Europa.

Ciononostante la grande maggioranza degli abitanti del ricco e pacifico Paese (88%, erano il 60% negli anni ’90) non se la sente di entrare a far parte dell’Unione accettandone vincoli e vantaggi: timore di perdere la propria identità, di subire immigrazioni incontrollate, di vedere intaccata l’autonomia fiscale e finanziaria, di subire un calo di prosperità, di mettere in forse la democrazia diretta. La volontà popolare, che si esprime attraverso frequenti referendum, condiziona l’attività del governo che tenta, con trattati bilaterali con i Paesi confinanti, di limitare le conseguenze “isolazioniste”. Come uscire dal guado?  E quale è il prevedibile futuro?

Se ne è parlato a Lugano con l’Ambasciatore Bénédict de Tscharner in una conferenza organizzata dall’Associazione Carlo Cattaneo con il Patrocinio del Comune e del Consolato Generale d’Italia dal titolo “Dialogo tra Europa e Svizzera”.

Vi hanno partecipato Franco Masoni Fontana, presidente d’onore della “Cattaneo” ed esperto dei rapporti tra i due Paesi e l’economista Remigio Ratti: punto centrale dei lavori,  l’intervista a de Tscharner di Giancarlo Dillena, direttore del Corriere del Ticino.

Invitato il Presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.

Nel corso dei prossimi due-tre anni – è questo il pensiero dell’Ambasciatore de Tscharner – saremo chiamati a determinare in modo chiaro una linea di condotta sul nostro modo di essere in Europa, dove ci siamo già sotto molteplici aspetti: economico, politico, culturale e sociale.

Preoccupa perciò il fatto che oggi non si possa più pronunciare la parola Europa e pensare al continente in cui ci troviamo senza dover fare affrettate scelte di campo perché, assillati, si tende a perdere la visione del medio-lungo termine.

Un dialogo tra Europa e Svizzera è necessario.

Prima ancora di lanciarsi in controversie su specifici aspetti occorre riflettere su come darsi una strategia tendente a una relazione strutturata, coerente e duratura con le istituzioni di questa Europa sempre in costruzione.

Puntuali e non sempre aperte a una facile risposta le domande di Dillena che, tra l’altro, ha richiamato temi – come si suol dire – di scottante attualità quali la preoccupante alleanza tra Usa e Germania contro la Russia per la questione Ucraina.

Ratti, ricordato il grande interesse che il progetto dell’Europa unita aveva suscitato ai suoi albori, ha rilevato come tale interesse sia oggi notevolmente scemato tanto da indurlo, con altre personalità svizzere, a redigere un “appello ai cittadini”:

Le Svizzere e gli Svizzeri che hanno firmato questo appello profondamente preoccupati per la confusione che caratterizza oggi  la politica della Svizzera nei confronti dei suoi partner europei, desiderosi di evitare i danni economici e politici che il Paese rischia    di subire se continua a mettere in causa i legami e lo spirito di cooperazione con l’Unione europea ed i suoi Stati membri, coscienti che la chiusura della Svizzera non rafforzerebbe la sua sovranità, ma al contrario l’indebolirebbe, convinti che soltanto un’ampia e dinamica cooperazione con l’Europa offra alla Svizzera una reale possibilità di assicurare il suo avvenire, invitano tutti i loro compatrioti e particolarmente i più giovani a partecipare a un ampio dibattito sull’Europa, a un dibattito sereno e fattuale, per permettere nuovamente alla Svizzera di offrire una politica coerente e orientata a lungo termine, una politica che permetterà al paese di fare valere i suoi interessi nel contesto europeo.

L’appello è stato sottoscritto finora da oltre 3.000 persone.

Interessante e vivace il dibattito che ne è seguito, concluso con il ringraziamento ai partecipanti di Paolo Grandi, presidente della Carlo Cattaneo.

da sin.Paolo Grandi, Remigio Ratti, Bénédict de Tscharner, Flavio Cotti, Franco Masoni Fontana
da sin.Paolo Grandi, Remigio Ratti, Bénédict de Tscharner, Flavio Cotti, Franco Masoni Fontana

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