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Nuova e lunga vita ai cineclub

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giovedì, Marzo 28, 2024

cine-club di Stefania Paradiso

Film di qualità, aperitivo, bistrot e punto d’incontro. Chi pensava che i cineclub dovessero morire deve, per fortuna, ricredersi. I cineclub, cinecircoli e cinema d’essai sono quasi 1.500 in tutta Italia.

E non pensiate che piacciano solo ai vecchi nostalgici; essi sono sempre più frequentati da ragazzi in cerca dei cosiddetti “film invisibili”, ovvero quelli mai distribuiti o che non hanno trovato spazio nella grande distribuzione, ai single che incontrano potenziali fidanzate/i, alle famiglie che riscoprono la possibilità di divertirsi con pochi euro. L’impero dei multisala vacilla con le sale mezze vuote, mentre per una volta le piccole realtà festeggiano. I cineclub hanno avuto un 10% in più di tesserati e, in alcuni casi, gli ingressi si sono quadruplicati, grazie alla “prima visione” di opere indipendente. Il presidente della Ficc (Federazione Italiana Circoli del Cinema) Marco Asunis ha da poco festeggiato l’apertura di una nuova sala a Treviso: “Raduniamo più di 150 circoli, dalla Sicilia al Veneto, e a dispetto dei tagli alla cultura, e dopo anni di decrescita, dal 2009 viaggiamo alla media di 10 nuovi spazi l’anno”. Nessun aiuto, o comunque scarsissima partecipazione statale, queste sale devono il successo alla capacità dei gestori di rinnovarle, ripulirle e ammodernarle, senza togliere il fascino del retrò. Ad esempio al Kino, nel quartiere romano del Pigneto, ci sono 36 posti in sala e una formula che unisce cultura cinematografica e culinaria. Ai film, infatti, vengono abbinati  vini biodinamici e incontri con i registi. Questo binomio funziona anche per il Cineclub Vittoria di Casagiove, in provincia di Caserta. Il direttore artistico Francesco Massarelli racconta: “Abbiamo creato un gruppo che arriva un’ora prima del film per un aperitivo e per discutere. Il pubblico ha bisogno di socializzare. Queste sale mettono lo spettatore al centro della serata permettendogli d’incontrarsi e parlare”. Socializzazione, eno-gastronomia e, soprattutto, film di qualità ridanno vita e lustro a posti che sarebbero spariti nel giro di poco tempo. Una riscoperta “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.

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