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La tiroide e l’alimentazione: un legame indissolubile per la salute.

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mercoledì, Dicembre 11, 2024

La tiroide, una ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo, esercita un controllo fondamentale sul nostro metabolismo, crescita, sviluppo e l’utilizzo dell’energia da parte del corpo. Essa produce ormoni tiroidei che regolano diverse funzioni corporee, dalla frequenza cardiaca alla temperatura corporea, fino alla digestione. La sua salute dipende da un delicato equilibrio di fattori, tra cui l’apporto di nutrienti e il benessere del microbiota intestinale.

Alimentazione e salute tiroidea:

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella salute della tiroide. Una dieta sana e bilanciata fornisce i nutrienti necessari per la produzione degli ormoni tiroidei e aiuta a mantenere la ghiandola in funzione ottimale.

Un fattore chiave che riveste l’intestino ai fini della salute endocrina, quindi, è rappresentato dall’assorbimento dei nutrienti. Sostanze come lo iodio e il selenio, fondamentali per la salute della tiroide, vengono assorbiti dall’organismo tramite i villi, delle piccole escrescenze simili a minuscole dita che rivestono l’intestino. Quando si presenta un’infiammazione intestinale, come per esempio nella disbiosi, i villi si atrofizzano e non sono più in grado di assorbire nutrienti preziosi.

Iodio:

L’elemento più importante per la salute della tiroide è lo iodio, necessario per la produzione degli ormoni tiroidei. Una carenza di iodio può causare gozzo e ipotiroidismo. Al contrario, un suo eccesso può portare a ipertiroidismo. Lo iodio si trova in:

  • Pesce di mare: Salmone, merluzzo, tonno e sardine sono ricchi di iodio.
  • Latticini: Latte, yogurt e formaggi contengono iodio.
  • Uova: Le uova sono una buona fonte di iodio.
  • Sale iodato: Il sale iodato è un modo semplice per aumentare l’apporto di iodio.

Selenio:

Il selenio è un altro nutriente importante per la tiroide. Lo si trova in:

  • Noci del Brasile: Le noci del Brasile sono una delle migliori fonti di selenio.
  • Tonno: Il tonno è ricco di selenio.
  • Semi di girasole: I semi di girasole contengono selenio.
  • Uova: Le uova sono una buona fonte di selenio.

Ferro e zinco:

Il ferro e lo zinco sono altri due nutrienti importanti per la salute della tiroide. Il ferro si trova in:

  • Carne rossa: La carne rossa è una buona fonte di ferro.
  • Legumi: Fagioli, lenticchie e ceci contengono ferro.
  • Verdure a foglia verde: Le verdure a foglia verde, come gli spinaci, contengono ferro.

Lo zinco si trova in:

  • Ostriche: Le ostriche sono la migliore fonte di zinco.
  • Carne rossa: La carne rossa è una buona fonte di zinco.
  • Noci e semi: Noci e semi contengono zinco.
  • Legumi: Fagioli, lenticchie e ceci contengono zinco.

Vitamine:

  • Vitamina A: La vitamina A aiuta a supportare la funzione tiroidea. Le fonti alimentari di vitamina A includono carote, patate dolci, verdure a foglia verde e fegato.
  • Vitamina D: La vitamina D aiuta a regolare il sistema immunitario e può essere importante per la salute della tiroide. Le fonti alimentari di vitamina D includono pesce grasso, tuorlo d’uovo, salmone, sgombro, sardine, latte fortificato e funghi esposti al sole.

Alimenti da evitare:

  • Cibi gozzigeni: Cibi come cavoli, broccoli, rape e soia possono interferire con la produzione degli ormoni tiroidei in persone con predisposizione.
  • Glutine: Il glutine può peggiorare i sintomi della tiroide in persone con celiachia o sensibilità al glutine.
  • Latticini: I latticini possono interferire con l’assorbimento dello iodio.
  • Zuccheri raffinati: Gli zuccheri raffinati possono aumentare l’infiammazione e peggiorare i sintomi della tiroide.
  • Cibi processati: I cibi processati sono spesso ricchi di sale, zuccheri raffinati e grassi saturi.

TIROIDE E MICROBIOTA: CONNESSIONI INASPETTATE

L’efficienza della tiroide è influenzata da numerosi fattori e recenti studi indicano che proprio i numerosi microorganismi che risiedono nell’intestino hanno un ruolo fondamentale sulla sua salute, in quanto questi sono in grado di produrre gli ormoni, inclusi quelli tiroidei.

Microbiota intestinale e tiroide:

Ricerche recenti hanno evidenziato un’intrigante connessione tra il microbiota intestinale e la salute della tiroide. Il microbiota intestinale è un ecosistema complesso di batteri che vive in simbiosi con il nostro corpo e sta emergendo come un nuovo attore chiave nella regolazione di diverse funzioni, inclusa l’immunità e l’assorbimento dei nutrienti e nella salute della tiroide.

L’alimentazione e l’utilizzo di probiotici e prebiotici possono aiutare a modulare il microbiota intestinale e migliorare la salute della tiroide.

L’importanza dei batteri per la salute endocrina

I batteri della flora intestinale sono coinvolti in numerosi processi collegati a varie patologie, dall’obesità alle malattie infiammatorie intestinali fino alla sclerosi multipla, quindi naturalmente anche il loro impatto sugli organi del sistema endocrino è oramai noto e risaputo. Le prime ipotesi sul collegamento fra l’alterazione delle funzioni della tiroide e microbiota intestinale in disbiosi risalgono addirittura ai primi anni del novecento.

In anni più recenti, grazie all’analisi delle feci, sono stati rilevati bassi livelli di bifidobatteri e lactobacilli contro un elevato numero di batteri da Enterococco in alcuni soggetti affetti da ipertiroidismo, evidenziando quindi il collegamento fra tiroide e microbiota intestinale.

Per quanto riguarda invece i soggetti affetti da ipotiroidismo, e a causa del fatto che questo tipo di patologia ha per la maggior parte una base autoimmune, si evidenzia comunque lo stesso collegamento, dato che l’alterazione del microbiota intestinale ha comunque un ruolo fondamentale nelle malattie autoimmuni.

Evidenze scientifiche:

Diversi studi supportano l’interazione tra alimentazione, microbiota intestinale e tiroide. Uno studio del 2017 ha rilevato una significativa disbiosi intestinale in pazienti con ipotiroidismo, con una diminuzione di batteri benefici e un aumento di batteri patogeni. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5532112/ Inoltre, è stato osservato che un consumo elevato di glutine e latticini può peggiorare i sintomi della tiroide, mentre una dieta ricca di fibre e antiossidanti può avere un effetto benefico. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4434004/

Meccanismi d’azione:

Diversi meccanismi sono stati proposti per spiegare l’interazione tra microbiota intestinale e tiroide:

  • Barriera intestinale: Un microbiota intestinale alterato, noto come disbiosi, è stato associato a un aumentato rischio di malattie tiroidee, come ipotiroidismo e morbo di Hashimoto. Questa alterazione può danneggiare la barriera intestinale, permettendo il passaggio di endotossine nel sangue e favorendo l’infiammazione sistemica, che può interferire con la funzione tiroidea.
  • Asse intestino-tiroide: Un’alterazione del microbiota intestinale può influenzare l’asse intestino-tiroide, una rete di comunicazione bidirezionale tra l’intestino e la tiroide, che modula la funzione tiroidea.
  • Produzione di ormoni: Il microbiota intestinale può influenzare la produzione di ormoni, come l’ormone tiroideo stimolante (TSH), che regola la produzione degli ormoni tiroidei.

L’influenza del liposaccaridi (LPS)

Il Liposaccaride (LPS) è un componente della parete cellulare dei batteri. Nel momento in cui l’intestino diventa permeabile, l’LPS può infiltrarsi nel flusso sanguigno danneggiando la tiroide.

Ciò che realmente fa l’LPS è diminuire uno speciale enzima responsabile della quantità di T3 in circolazione, la forma attiva dell’ormone tiroideo, necessaria a trasformare il T4 (cioè la forma inattiva dell’ormone). Al contrario, la metabolizzazione degli acidi biliari prodotti nella cistifellea da parte dei batteri intestinali aumenta l’attività di questo enzima.

La funzionalità tiroidea infatti, dipende anche in parte dalla quantità di recettori presenti nel corpo: l’LPS inibisce la ricezione di questi segnali specialmente nel fegato.

Un ulteriore effetto negativo dell’LPS è l’induzione dell’aumento dell’assorbimento dello iodio nella stessa tiroide. Potrebbe sembrare un effetto positivo, in quanto lo iodio è sicuramente necessario al funzionamento del sistema endocrino ma il suo eccesso, specialmente in concomitanza con la carenza di selenio, può contribuire allo sviluppo della tiroidite di Hashimoto, una forma autoimmune di ipotiroidismo.

Un’ulteriore conferma al collegamento fra tiroide e microbiota intestinale: la SIBO

La SIBO, sovracrescita batterica dell’intestino tenue, è una patologia che si manifesta nell’intestino tenue, quando alcuni batteri e archea colonizzano l’intestino e proliferano causando gonfiore e gas, fra gli altri sintomi

Il collegamento fra questa patologia e la tiroide sembra essere stato trascurato, nonostante alcune ricerche recenti abbiano invece dimostrato come all’interno di un gruppo di persone affette da ipotiroidismo autoimmune, la maggior parte di esse risultasse positiva al test del respiro per la SIBO.

Le cause di questa connessione non sono ancora note, ma è possibile che, dato che gli ormoni tiroidei aiutano a stimolare la motilità intestinale, anche che la bassa motilità o la costipazione inducano un ambiente intestinale idoneo alla sovracrescita batterica.

Interventi alimentari:

L’adozione di una dieta sana e bilanciata, ricca di fibre, frutta, verdura e cereali integrali, e povera di grassi saturi, zuccheri raffinati e carne rossa, potrebbe aiutare a migliorare la salute del microbiota intestinale e la funzione tiroidea. Inoltre l’utilizzo di probiotici, integratori che contengono batteri benefici, e prebiotici, sostanze che favoriscono la crescita dei batteri benefici, potrebbe aiutare a ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale e migliorare la salute della tiroide.

Altri possibili interventi:

  • Riduzione dello stress: Lo stress può peggiorare i sintomi della tiroide. Attività come yoga, meditazione o mindfulness possono aiutare a controllarlo.
  • Consulto specialistico: È fondamentale consultare un endocrinologo per ricevere una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato.

Consigli pratici:

  • Assumere probiotici e prebiotici per ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale.
  • Gestire lo stress, che può peggiorare i sintomi di una tiroide malfunzionante.
  • Consumare una dieta ricca di fibre: Frutta, verdura, cereali integrali e legumi sono ricchi di fibre che favoriscono la crescita di batteri benefici nel microbiota intestinale.
  • Limitare gli zuccheri raffinati: Gli zuccheri raffinati possono danneggiare il microbiota intestinale.
  • Assumere probiotici e prebiotici: I probiotici sono batteri benefici che possono essere assunti come integratori per migliorare la salute del microbiota intestinale. I prebiotici sono invece sostanze che favoriscono la crescita dei batteri benefici.

Conclusioni:

La ricerca sull’interazione tra alimentazione, microbiota intestinale e tiroide è ancora in corso, ma le evidenze emergenti aprono nuove strade per la gestione di questa ghiandola fondamentale.

È importante sottolineare che le informazioni fornite in questo articolo non sono un sostituto del parere specialistico. Se sospetti di avere problemi alla tiroide, consulta il tuo endocrinologo per una valutazione completa e un piano di trattamento personalizzato e rivolgiti ad un nutrizionista per un piano alimentare adeguato.

Riferimenti scientifici:

Dott. Febo Quercia – Biologo Nutrizionista
Per info e contatti: cell. 347.5706003

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