Italia-Francia: da Lippi a Zandalasini, le nuove pagine della rivalità tra i due versanti delle Alpi.

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Federer e Nadal ci hanno insegnato che Freud aveva ragione, la rivalità non è necessariamente un’ostilità. Certo abbiamo ancora da imparare ma alcuni nostri atleti, alcuni nostri sportivi stanno cercando di coltivare questo insegnamento, senza arrivare al sublime livello dei Fedal ma pensiamo solo allo scorso novembre quando a San Siro la Marsigliese venne coperta dai fischi del pubblico e quindi i nostri azzurri hanno applaudito durante l’inno degli avversari che poi, per la cronaca, ci hanno malamente battuti restituendoci il 3-1 che avevamo ottenuto a settembre al Parco dei Principi. Quella tra Italia e Francia è però una rivalità, un duello eterno sportivo che prende i caratteri di un derby stracittadino ed è un astio con origini antiche: tra i due paesi c’è sempre stata una contrapposizione continua e un confronto duraturo non solo in termini sportivi, ma anche in termini economico-sociali e culturali. Quante volte avremo sentito il “Ridateci la nostra Gioconda” riferendosi al quadro di Da Vinci esposto al Louvre che per la verità è stato acquistato regolarmente da Francesco I poco dopo al sua realizzione e quello del furto da parte di Napoleone è un falso storico. Questo per rendere l’idea della conflittualità tra i due paesi che non poteva che emergere nel mondo sportivo fin dagli albori della storia calcistica italiana, fin dal mondiale del 1938 in cui gli azzurri giocavano da campioni in carica, proprio nell’Esagono e fu la squadra di Pozzo ad eliminare i padroni di casa a Colombes davanti al loro pubblico. La rivalità sportiva ha poi preso caratteri epici, a partire dal nuovo millennio nel calcio prima per poi espandersi in altri sport. “Sapevamo già che saremmo stati legati l’un l’altro. Lo siamo semrpe stati, lo siamo ancora e lo saremo sempre” sembra una frase da post partita calcistico che calza a pennello per definire il rapporto tra Italia e Francia, ma a pronunciarla fu Larry Bird per riassumere il suo rapporto con Magic Johnson. Curiosamente è proprio dal basket che si aggiunge una pagina a tinte tricolori azzurre alla storia del confronto epico Italia-Francia.

Italia Francia

Mancano ancora 4/5 secondi alla sirena quando il playmaker Costanza Verona si disinteressa del pallone per lanciarsi in un abbraccio con le sue compagne di squadra. 69-54 recita il tabellone, è giunto il momento per festeggiare come non accadeva dal 1995, come non accadeva da Atene 2004. Il basket italiano è tornato a gioire, grazie alle ragazze di Andrea Capobianco che ha aggiunto anche la pallacanestro all’appello dei successi recenti dello sport italiano, considerando che tra Tennis, Atletica, Nuoto, pallavolo il basket era veramente uno dei pochi assenti all’appello dei vincitori italiani degli ultimi anni. Dopo il bronzo agli europei maschili del 2003, l’argento ai giochi del 2004 la nostra gloria cestistica era scomparsa dalla lunetta al punto che un giovane talento come Paolo Banchero ha scelto l’agguerrita concorrenza per un posto nella nazionale USA piuttosto che il ruolo certo di titolare in azzurro. Come biasimarlo, dopo quell’argento del 2004 -finale persa contro l’Argentina di Ginobili e Scola- abbiamo mancato quattro qualificazioni olimpiche su 5. Vincere aiuta a vincere e negli altri sport lo capiamo in maniera evidente dall’ispirazione che Sinner ha portato alle nostre racchette, dalla grinta delle ragazze di Velasco campionesse olimpiche due anni dopo il mondiale di De Giorgi. Ma pensiamo anche alla crescita che l’atletica ha avuto dopo quel 1 agosto 2021 di Jacobs e Tamberi. La speranza è che questo bronzo europeo ottenuto nello stesso palazzetto di un argento olimpico, non quello del basket, ma quello della pallavolo, possa rivelarsi un punto di svolta simile alla ferita sul volto inferta da Rocky ad Ivan Drago. E’ il primo successo del nuovo presidente del Coni Luciano Buonfiglio, contro chi poteva arrivare se non contro la Francia che solo 10 mesi fa andava ad un solo possesso dall’Oro olimpico andato alle statunitensi.

Italia 2006 Cannavaro Grosso Totti

Italia Francia, non solo Calcio: basket, volley, Cicilsimo e MotoGp, quando vinciamo noi

Sui social girava alcuni mesi fa quello che oggi chiamano trend, che un po come la canzoncina per i telefoni cellulari del 2006 in cui si invocava ingiustamente la restituzione della Gioconda, cerca di schernire i Francesi attraverso i successi sportivi modificano la frase di Lady Gaga da “i don’t wanna be friend” ad “i don’t wanna be French”. L’impresa di Zandalasini, Cubaj, Verona, Pasa, Fassina, Trimboli ecc non fa altro che allungare la lista dell’orgoglio sportivo nazionale italiano nei confronti dei Francesi che come detto nel nuovo Millennio ha vissuto alcune delle sua pagine più intense. A partire dagli europei del 2000 con quel golden gol di David Trezeguet, un ferita aperta e sanata in sei anni. Da quel giorno lo sport italiano e quello francese si sono giurati eterno rancore e la sera del 9 luglio del 2006 uno scambio di battute tra Marco Materazzi e Zinedine Zidane si è conclusa con un colpo di testa extracalcistico, un cartellino rosso e una traversa contrata all’Olympiastadion da chi? Proprio da quel David Trezeguet distruttore e allo stesso tempo creatore delle gioie calcistiche italiane. Vincere contro la Francia per noi italiani è una doppia festa ormai, è l’affermarsi in un derby, è il cosacrametneo della rivalità almeno interna: d’altronde si sa, il primo rivale nel calcio è sempre il club che coabita nella tua stessa città e che ruba metà dei tuoi possibili tifosi. La vicinanza non porta semrpe all’amicizia, ci sono compagni di squadra come Schumacher e Barrichello, ma ci sono anche colleghi nemici come Senna-Prost perché alla fine in Formula Uno il primo pilota che vuoi battere è proprio il tuo compagno di squadra. Ricordiamo una frase, di Sebastiana Vettel dopo il successo a Silverstone nel 2018, “qui a casa loro” perchè quel rivale quando viene sconfitto nelle sue mura casalinghe si sente ancora più umiliato e in riferimento ad Italia Francia vengono in mente due storie. La prima, come direbbero i Coldplay è interamente Gialla, perchè giallo è il colore el vincitore del Tour de France la manifestazione orgoglio sportivo dei transalpini insieme alla 24 ore di le Mans (dove per inciso anche li ormai sventola da alcuni anni fiero il tricolore della Ferrari). E’ Vincenzo Nibali, lo Squalo messinese che riporta all’Italia la grand Boucle e lo fa festeggiando 7 minuti prima di due padroni di casa, Jean Christophe Peraud e Thibaut Pinot. A proposito di vittoria italiane in Francia, senza scomodare Cesare, Vercignetorige e il De bello gallico, recentemente ricorderete in molti i rumori sciabole anzi di spade che risuonavano nel Grand Palais. In un’edizione in cui ci siamo sentiti derubati dell’oro di Filippo Macchi, il ricordo di gloria lo hanno costruito le ragazze della spada a squadre Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi e Mara Navarria vincitrici nella finale per l’oro in Francia contro la Francia. Abbiamo nominato la 24 ore di Le Mans, e dai motri che riprendiamo una disfatta transalpina che si è trasformata rapidamente da gioia in amarezza, da vittoria in sconfitta. Stiamo parlando del motomondiale del 2022, Fabio Quartararo aveva 91 punti di vantaggio su gli altri inseguitori dopo 10 gare, il secondo titolo del francese sembra una cosa certa ma a rovinare i piani in festa del pilota Yamaha ci ha pensato un italiano su moto italiana, Francesco Bagnaia artefice della più grande rimonta della storia del motomondiale. Per finire ritorniamo alla citazione di quell’argento di Atene 2004 della pallavolo, lo sport che in tempi olimpici si giocava nel palazzetto che ha premiato Zandalasini e compagne. A Lubiana, in Slovenia era il 7 settembre 2022 quando i campioni olimpici francesi affrontavano la squadra italiana al culmine della ricostruzione dopo il fallimento di Tokyo e l’Europo vinto nel 2021. Sebbene si tratti solo di un quarto di finale è quello il giorno in cui i ragazzi del volley hanno capito di poter festeggiare il titolo, di essere i più forti del mondo, vincendo il tie break in un’altra sfida Italia Francia passata alla storia del nostro sport. Da Lippi a Zandalisini, passando per Nibali, Bagnaia, Fiamingo, Michieletto, vincere è bellissimo, quando succede contro i tuoi rivali storici lo è ancora di più. Per delucidazioni chiedere a Trezeguet.