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Intervista al Prof. Mauro Norton Rosati di Monteprandone De Filippis Dèlfico massimo esperto a livello internazionale di diritto del trust.

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mercoledì, Dicembre 11, 2024

Oggi la nostra rubrica ospita con vivo piacere l’intervista della Professoressa Angela Bernardo al Professor Mauro Norton Rosati di Monteprandone De Filippis Dèlfico massimo esperto di diritto del trust e magistrato tributario a Viterbo ed applicato anche a Vicenza che in particolare ci parlerà del suo importante impegno a livello internazionale nel trust, istituto giuridico di origine anglosassone di common law e strumento molto versatile ed efficace la cui conoscenza è, senza dubbio, meritevole di un qualificato approfondimento.

Buon giorno Prof.Mauro Norton Rosati: dal suo cognome desumiamo origini miste tra italiane e straniere, anglosassoni in particolare.

Sì ho ascendenze marchigiane abruzzesi con ascendenze inglesi da parte di una mia ava materna, una Norton de Neville (Susanna de Neville Norton discendente diretta di Re Edoardo III).

I Rosati di Monteprandone sono  invece di lontana origine lombarda ( gli antichi signori della Pieve di Rosate ) i cui avi sono stati “advocates” dell’Arcivescovo  di Milano sin dal 1018 e poi trapiantatesi prima nel Fermano e poi nell’Ascolano ove un mio antenato, Ser Giovanni di Giacomo fu “podestà o vicario di primo grado di Monteprandone” da cui successivamente nei secoli adottarono il cognome “Rosati di Monteprandone” per distinguersi dagli altri rami agnatizi.

Comunque la mia biografia familiare, professionale ed accademica è visibile sul seguente link: https://linktr.ee/mauro_norton_rosati

Lei Professore vive all’estero ed ha avuto esperienze dei vari ordinamenti giuridici stranieri: che impressioni ha avuto e cosa può consigliare ai giovani futuri avvocati?

Consiglio ai vari studenti in Giurisprudenza e neo laureati, di formarsi anche all’estero in quanto la conoscenza dei sistemi stranieri arricchisce la conoscenza e la cultura giuridica ma soprattutto permette di avere una cultura giuridica e modo di pensare ed affrontare i casi in maniera più aperta, interdisciplinare e con una visione sempre pronta alle nuove sfide professionali.

Ormai il ruolo dell’avvocato, ed io lo sono stato per 40 anni prima di divenire magistrato tributario ( a Viterbo e Vicenza come applicato), è cambiato in quanto è cambiata la società, mutevole rapidamente in via esponenziale e quindi essendo cresciute le esigenze per le imprese è necessario adeguarsi con ogni sistema informatico per poter essere al paro con le tempistiche  ed esigenze sia per le aziende che per i privati.

La conoscenza dei vari ordinamenti stranieri è molto utile anche per un diverso approccio e svolgimento della propria attività professionale: è un accrescimento culturale e personale, hai una apertura mentale diversa!

Essendo vissuto nel Regno Unito per svariati anni ho potuto vivere in prima persona della diversità di svolgimento della professione forense, della consulenza e meno burocrazia rispetto all’Italia.

Indubbiamente con la Brexit molte cose sono cambiate ed oso dire “in peggio”!

Continuo ancora  in via accademica  a tenere stretti rapporti professionali ed accademici con Londra ma non è più un’oasi di fiscal appeal come poteva esserlo nei decenni passati. Vivo, inoltre, tra UK ove sono chancellor della Albany International School, Business School (www.albanyintschool.co.uk) e Austria.

Lei Professore si occupa ormai da circa 29 anni di TRUST: ci può spiegare di che cosa si tratta?

La tematica del Trust nasce proprio dalle mie origini anglosassoni: gli studi sulla “common law” mi hanno sempre entusiasmato ed in particolare sul Trust.

Il Trust è una dichiarazione unilaterale che un soggetto, (disponente)  titolare di diritti reali, brevetti, marchi, quote societarie ecc. vincola il proprio patrimonio a favore dei discendenti, eredi diretti o non (salvo maggiore aliquote fiscali) affidandolo ad un “trustee” (fiduciario) che lo amministri nell’interesse degli stessi beneficiari.

Il “trustee” puo’ essere anche lo stesso “disponente” ed in tal caso di parla di “self declaration trust” (trust autodichiarato): il tutto sotto il controllo del “Protector” che deve vigilare sulla gestione da “bonus pater familias” da parte del Trustee.

Molteplici sono gli utilizzi del trust nell’ordinamento statale italiano: bisogna precisare che l’Italia ha provveduto a ratificare la Convenzione de L’Aja sul trust ma non ha provveduto a legiferare in tal senso se non solo nelle ipotesi di tutela di persone disabili (il cd. Trust dopo di noi) (vedasi il seguente link: https://www.youtube.com/live/CFzn7jtTSMUsi=0Jwg2EpPRIgjiEmZ sul trust dopo di noi alla trasmissione MELOG di RADIO24 condotto da Gianluca Nicoletti).

Pertanto ci troviamo di fronte ad un istituto utilizzato in Italia ma regolamentato da normativa straniera.(https://youtu.be/ixOCQjNr5ko?si=KF5qcQrWEiTC4buP)

Quali sono i settori ove può essere utilizzato il trust in Italia? Ma è vero che l’utilizzo del trust è riservato solamente alle famiglie  molto ricche e che ci sono costi di gestione proibitivi?

Bisogna sfatare tale erroneo modo di pensare! Non è affatto vero!

Basti pensare che in ogni momento a ciascuno di noi può capitare, un atto di distrazione, un incidente stradale, omicidio colposo e tutto il patrimonio, anche un solo immobile, frutto di sacrifici, può essere messo a repentaglio per una costosa ed annosa causa di risarcimento danni.

Lo stesso per un professionista, medico, commercialista in collegi sindacali ecc. mettere in massima sicurezza il proprio patrimonio dovrebbe essere il faro per la tutela della propria famiglia che solamente con un Family trust puo’ essere messo in sicurezza.

Meglio “prevenire” che curare!

Il trust può essere utilizzato nel diritto  di famiglia, per la tutela dei rapporti “more uxorio” nelle lunghe convivenze, nelle successione ereditarie, nella tutela di un brand, nella gestione di partecipazioni societarie, a tutela  dei disabili ed anche dei “ludopatici”.

Ma il trust ed lo “Studio Cassiel di Londra” di cui mi onoro essere un “advisor” (www.studiocassiel.co.uk ) ha affrontato ed affronta quotidianamente problematiche svariate e dopo vari studi sulla giurisprudenza di “common law” sia anglosassone che “americana” abbiamo risolto casi disperati  nel totale rispetto della normativa internazionale ed italiana.

Per essere un consulente sul diritto del trust ci vuole abnegazione, studio approfondito di legislazioni estere e casi studio che possono essere anche “adattati” a situazioni di diritto interno ma soprattutto amore per il proprio lavoro.

In conclusione, Professore , rifarebbe tutto quanto ha svolto in questi anni? Lei è docente universitario da quando aveva 33 anni ed ora ha recentemente festeggiato i 70!

Assolutamente sì! Io ho vissuto per la mia professione che ho sempre amata in quanto nel DNA: fortunatamente bisogna viverla con equilibrio contemperando l’impegno lavorativo con quello personale familiare! Fortunatamente sono amante della Montagna, delle Malghe nel vicentino e quando posso scappo e mi rigenero.

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