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Elezioni regionali: i risultati. Lombardia e Lazio al centrodestra. Fontana-Rocca oltre il 50%

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mercoledì, Aprile 24, 2024

Flop opposizioni. Affluenza definitiva in forte calo, al 40%: in Lombardia è al 41,67%, nel Lazio al 37,2%

Regionali in Lombardia e nel Lazio, i risultati con l’esito degli scrutini

Attilio Fontana, leghista sostenuto dal centrodestra, è stato confermato alla presidenza della Regione Lombardia con il 54,67%, l’equivalente di 1.774.477 preferenze.

I dati sono definitivi.

Lo sfidante del centrosinistra, M5S e Alleanza Verdi-Sinistra, Pierfrancesco Majorino, ha raggiunto il 33,93%, 1.101.417 voti. Terza Letizia Moratti, candidata civica per il Terzo Polo, con il 9,87% e 320.346 preferenze. Quindi Mara Ghidorzi, di Unione popolare con l’1,53% (49.514). Fra le liste Fratelli d’Italia è al primo posto con il 25,18%, seguono Pd (21,82%), Lega (16,53%) e Forza Italia (7,23%). La lista civica a sostegno di Fontana ha ottenuto il 6,16%, quella per Letizia Moratti il 5,3% e il Patto civico per Majorino il 3,82%. Per il Movimento 5 Stelle il risultato è stato del 3,93%, per Azione-Italia Viva del 4,25%.

Il centrodestra sbanca alle Regionali, rafforzando di fatto, come commenta subito la premier Giorgia Meloni, “l’azione del governo”. Nel Lazio e in Lombardia i rispettivi candidati, Francesco Rocca e Attilio Fontana, sfondano quota 50%. Non lasciando dubbi sulla loro vittoria già dalle prime proiezioni.

Ma il dato più clamoroso che emerge da queste consultazioni è l’astensionismo perché vota appena il 40% degli elettori. In Lombardia va il 41,67% degli aventi diritto ma il record assoluto è nel Lazio: solo il 37% si presenta ai seggi. Punta massima a Roma con il 33,11%, dato sconfortante se si pensa che alle precedenti regionali del 2018 nella Capitale andò alle urne il 63,11%. Già alle ultime Comunali si lanciò l’allarme astensionismo, ma allora, nell’ottobre 2021, andò a votare il 48,54% e al secondo turno il 40,68%. 

Regionali in Lombardia e nel Lazio, i risultati con l’esito degli scrutini

Nel centrodestra, in entrambe le regioni, i singoli partiti di maggioranza incassano complessivamente un buon risultato. La Lega tiene in Lombardia anche se non è più il primo partito della Regione. La forza politica guidata da Matteo Salvini, che comunque continua ad esprimere la figura del presidente Fontana, riconfermato al Pirellone, porta a casa un 17% che, seppur in netto calo rispetto al 29,6% di 5 anni fa, è pur sempre in crescita rispetto alle politiche di settembre quando incassò il 13%. Ora la prima forza politica nella regione, da sempre a trazione leghista, è Fratelli d’Italia che mantiene le posizioni con il 26%, senza sfondare però la linea conquistata a settembre: così come si temeva, soprattutto nella coalizione di centrodestra. Mentre FI, pur avendo dimezzato i voti, passando dal 14% del 2018 all’8% di ora, tutto sommato tiene se si pensa che alle ultime politiche aveva preso il 6,8% e che l’aver perso un ‘pezzo’ del calibro di Letizia Moratti avrebbe potuto costare una sonora sconfitta. Storia questa che invece ha avuto tutt’altro sviluppo. La Moratti, già vice di Fontana alla regione, presentandosi come candidata del Terzo Polo, non solo alla fine non riesce a erodere alcun voto al centrodestra, ma registra nel complesso un flop fermandosi a quota 10%. Un risultato che porta il leader di Azione Carlo Calenda a dire che “il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti” e che “Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”. La sua lista ottiene comunque un 6% contro il 4% di Azione-Italia Viva. Sconfitta anche per Pierfrancesco Majorino (centrosinistra-M5s) che raggiunge il 33,3%.

Analogo il risultato elettorale nel Lazio dove i partiti della maggioranza riescono a scippare al Pd la guida della Regione che aveva visto Nicola Zingaretti confermato per due mandati. Fratelli d’Italia incassa oltre il 34% confermandosi primo partito e superando il risultato delle politiche quando aveva preso il 31,44%. Il Pd, tutto sommato resiste ottenendo quel 21% che è in linea con il 21,25% del 2018 e migliora rispetto al 18,32% delle ultime politiche. Non riesce, invece, l’exploit a Donatella Bianchi, la giornalista Rai scelta da Giuseppe Conte per competere con Alessio D’Amato. Lei si ferma al 12%. Ma i pentastellati crollano passando dal 27% di 5 anni fa a poco più del 9%. Alessio D’Amato porta a casa il 34%. Il segretario del Pd Enrico Letta punta il dito contro il M5S e il Terzo Polo dicendo che “l’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”, mentre rivendica il fatto di essere ora “il secondo partito del Paese”. Matteo Salvini esulta e fa sapere di aver sentito al telefono sia Giorgia Meloni, sia Silvio Berlusconi : “Siamo tutti reciprocamente contenti della vittoria della squadra. Il gioco di squadra con loro funziona”.

LE REAZIONI DOPO IL VOTO

IL CENTRODESTRA – E’ stata una “vittoria di squadra, portata avanti in maniera coesa” da tutta la coalizione
: così ha spiegato il presidente della Lombardia Attilio Fontana in conferenza stampa. “Sono soddisfatto che i cittadini hanno compreso la nostra capacità di affrontare momenti difficili e complicati”, ha aggiunto. “Il primo sentimento è la gioia per i lombardi che hanno capito il nostro lavoro”. “La democrazia c’è, perché nel momento in cui c’è espressione del voto si realizza. Bisogna smettere di delegittimare la politica, credo sia l’aspetto più grave su cui siamo tutti responsabili. La politica deve essere valutata per il ruolo che deve rivestire all’interno di una democrazia”. “Dobbiamo cercare di essere più vicini ai cittadini per far capire che il loro voto è comunque importante – conclude – penso che questo buon risultato sia dovuto al fatto che ho sempre dialogato con tutte le componenti della Regione”.

“E’ stata una corsa breve ma intensa – ha detto Francesco Rocca -. Prevale ora il senso di responsabilità che è enorme, bisogna risollevare una sanità distante e che mortifica i cittadini. L’astensionismo poi sottolinea che 10 anni di centrosinistra hanno allontanato i cittadini. Ci impegneremo per far tornare fiducia e partecipazione”. “Complimenti a Francesco Rocca e Attilio Fontana per la netta vittoria di queste elezioni regionali, sicura che entrambi daranno il massimo per onorare il voto e il mandato ricevuto dai cittadini di Lazio e Lombardia. Un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del Governo”: così sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier ha telefonato a Fontana e Rocca. A quanto si apprende, si è congratulata con loro e ha espresso a entrambi soddisfazione per un risultato netto.

Lombardia, Salvini: ‘I lombardi hanno riconfermato buongoverno’

“E’ come nel basket, nel calcio. Si vince insieme”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a margine di un evento a Bruxelles, interpellato su eventuali ripercussioni sugli equilibri del Governo dall’esito delle elezioni regionali. “No”, ha risposto al riguardo.

“Per quanto riguarda la Lega sono contento anche se mi interessa il lavoro di squadra”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, nella conferenza stampa sulle Regionali. “Conferma che il gioco di squadra con Giorgia e Silvio funziona – ha aggiunto – al di là di quello di cui si è chiacchierato, competizioni intervento rivalità… Ho sentito sia Silvio che Giorgia, tutti siamo reciprocamente contenti della vittoria della squadra”.

Se gli exit-poll venissero confermati sarebbe “un successo del centrodestra, nel Lazio molto consistente ma anche in Lombardia. E’ un voto di fiducia al governo di centrodestra, quindi siamo soddisfatti”, ha affermato il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Se confermato questo è un dato superiore anche rispetto alle elezioni politiche. Un apprezzamento che cresce”, ha detto il ministro, Francesco Lollobrigida, presente al comitato elettorale di Francesco Rocca a Roma. “La coalizione è unitissima”, ha aggiunto.

LE OPPOSIZIONI – Il candidato del centrosinistra alla Regione Lazio Alessio D’Amato ha telefonato al rivale e vincitore delle elezioni Francesco Rocca: “è stata una telefonata cordiale con la quale D’Amato ha riconosciuto il risultato, gli ha fatto i complimenti e ha promesso che la sua sarà una opposizione dura sulle questioni concrete”. È quanto si apprende dallo staff di D’Amato.
“I veri sconfitti nel Lazio sono il M5s. Conte dovrà riflettere sulle scelte che ha compiuto e sulla decisione di non proseguire l’esperienza di governo alleati, e vanno molto dietro al dato delle precedenti regionali e politiche”, ha detto D’Amato, al suo comitato elettorale.

“Da parte del Pd c’è molta concentrazione sulla nostra performance. Ascoltare il redivivo Letta rendere dichiarazioni entusiastiche, sembra stappare bottiglie di champagne sulla performance del Pd, francamente se immaginiamo in particolare il Lazio dove c’è un candidato indicato da Letta e Calenda, che consegnano la Regione al centrodestra, avrei poco da festeggiare”. Così Giuseppe Conte, presidente del M5s, nella sede nazionale del Movimento in via di Campo Marzio a Roma commentando i risultati delle elezioni regionali.

Lazio, D’Amato: ‘L’errore va chiesto a Conte, non al Pd’

“La sconfitta in Lazio e Lombardia è netta, malgrado gli sforzi generosi dei nostri candidati e di chi si è speso per la campagna. Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo. Solo così si potrà ricostruire un campo progressista e tornare a vincere insieme”. Lo dice la candidata alla guida del Pd Elly Schlein. “L’astensionismo altissimo è una ferita alla democrazia e temo che come a settembre interessi soprattutto le fasce più impoverite, che non trovano più rappresentanza. La destra si unisce e vince nonostante le sue contraddizioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, che si batte per chi fa più fatica”.

E’ stata “una vittoria netta della destra”, “il Terzo polo rifletta sulla scelta che ha portato a sostenere Letizia Moratti” e “non aver avuto un leader di partito a livello nazionale non ci ha aiutato, spiega il candidato del centrosinistra e M5s Piefrancesco Majorino alle regionali lombarde. “Non avere una leadership nazionale ci ha costretto a far sempre un di più – ha aggiunto – rimane il rammarico di aver presentato il candidato due mesi prima del voto”.

Lombardia, Majorino: ‘Vittoria della destra netta e inequivocabile’

“La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile – ha scritto su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda -: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”. 

“In un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro – ha dichiarato il segretario Pd, Enrico Letta – il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo. Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione”. 

Il risultato elettorale è “insoddisfacente, lontano da quelle che erano le ambizioni e le aspettative” ma la “proposta politica progressista rimane”. Lo dice Donatella Bianchi commentando il risultato elettorale. “La nostra proposta progressista rimane”, ha aggiunto, ma “aveva bisogno di più tempo per essere comunicata. “Non ci sentiamo assolutamente responsabili”, ha anche detto rispondendo a una domanda sulla rottura dell’alleanza col Pd”.

“La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà”, dice il candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini. “Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo. Credo che il voto degli iscritti di questi giorni sia già un segnale della voglia di cambiamento e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio verrà un’ulteriore spinta in questa direzione”.

ANSA

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