Il gran rifiuto della Corte europea dei diritti dell’uomo non se l’aspettava nessuno a bordo della Sea Watch 3, bloccata da 14 giorni davanti a Lampedusa con il suo carico di pena apolide. La Cedu invece, con una decisione che adesso viene sbandierata da chi come il ministro dell’interno Salvini fino a ieri faceva spallucce, ha chiesto al governo di Roma di continuare a fornire assistenza all’imbarcazione ma ha respinto la richiesta di «un porto sicuro» avanzata dai migranti spiegando di non aver rilevato un rischio di danni irreparabili tale da ordinare all’Italia lo sbarco. «Non ci lasciate qui sopra, la barca è piccola e noi siamo tanti, siamo scappati dal carcere in Libia e non ce la facciamo più» ripetono i naufraghi, 42 in tutto, tra cui un bambino di 12 anni e altri 2 minori. La domanda che si fanno sulla nave, oggi che quella con cui invocavano gli articoli 2 (diritto alla vita) e 3 (divieto di trattamenti inumani) della Convenzione europea ha avuto esito negativo
venerdì, Marzo 29, 2024