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Rimpatriati 6.340 stranieri irregolari dall’Italia

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A partire dal primo gennaio 2018 (fino al 12 giugno) ci sono stati 14.441 migranti sbarcati, provenienti dalla Libia. Dato che paragonato ai precedenti delinea un quadro specifico. Nello stesso periodo dello scorso anno erano 64.033 e 52.775 nel 2016. Quindi rispetto al 2017 oggi si ha un calo degli arrivi dei migranti del 77.45% e del 72.64% rispetto al 2016.
La sensazione di “invasione” degli italiani non trova dunque riscontro nei numeri. Soprattutto in relazione alla popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes sull’Italia del 2018  l’incidenza di stranieri sulla popolazione è dell’8%, e a saperlo è solo il 28,9% dei cittadini.
Per rendere un’idea più chiara, come sempre il confronto e i numeri possono essere utili. Per intenderci: fra il 2014 e il 2017, cioè nei quattro anni in cui è stato più attivo il flusso dal Nord Africa, sono arrivate via mare in Italia circa 623mila persone. Numeri mai sostenuti di recente da nessun Paese europeo, esclusa la Grecia (che fra 2015 e 2016 ha accolto un milione di persone arrivate via mare per percorrere la cosiddetta “rotta balcanica”). Fra il 2014 e il 2015, comunque, pochi dei migranti che arrivavano in Italia via mare si fermavano qui, spesso era solo una tappa di un viaggio più lungo, magari verso parenti e amici in Europa. Teoricamente il regolamento di Dublino, il trattato europeoche regola le procedure d’asilo, impone che ciascuna richiesta di protezione internazionale sia gestita dal paese europeo dove ha messo piede per primo chi arriva. Dal 2016 quasi tutti i Paesi europei hanno aumentato i controlli alle proprie frontiere e scaricato l’onere dell’accoglienza su Italia e Grecia.

Migranti, i numeri in rapporto alla popolazione

La Germania ha registrato il numero totale più elevato di immigrati (1.543 800) nel 2015, seguita dal Regno Unito (631.500), dalla Francia (363.900), dalla Spagna (342.100) e dall’Italia (280.100). In rapporto al totale della popolazione residente, il tasso di immigrazione più elevato nel 2015 è stato registrato dal Lussemburgo (42 immigrati per 1.000 abitanti), seguito da Malta (30 per 1.000 abitanti) e da Austria e Germania (19 per 1.000 abitanti in entrambi i casi)

Costi

C’è poi tutto il capitolo relativo ai costi. Per accogliere un migrante adulto servono circa 35 euro al giorno, 45 euro per i minori. Secondo i dati del Def 2018 a inizio aprile erano 25.657 i richiedenti asilo. Nel 2017 abbiamo speso 4,3 miliardi e quest’anno il conto per l’accoglienza potrebbe diventare ancora più salato raggiungendo i 5 miliardi. Ai migranti pocket money di 2,50 euro al giorno. Il resto serve a pagare strutture, operatori, costi indiretti.
Ma in questo l’Europa ci supporta? Secondo il Def i contributi previsti dall’Unione europea per la crisi dei migranti in Italia sono di circa 80 milioni di euro. Insomma, rispetto ai 5 miliardi di euro, la partecipazione economica dell’Ue alle spese sostenute dal nostro paese è molto limitata, addirittura più bassa dei 91 milioni di euro indicati nel 2017. Le spese però ci sono anche in caso di rimpatrio e non sono da poco.

Rimpatri

Il Viminale dichiara che nel 2017 sono stati rimandati nei Paesi d’origine. 6.340 stranieri irregolari dall’Italia, erano 5.300 l’anno precedente. A parte i costi dei voli di rimpatrio, con agenti e misure di sicurezza annesse (si stimano circa 4mila euro a espulso) è necessario considerare che bisogna stipulare prima gli accordi di riammissione con i quali gli Stati di provenienza dei migranti si impegnano a riaccogliere i propri cittadini. L’Italia ne ha stipulati con Egitto, Nigeria, Tunisia e Marocco. Secondo i dati Frontex, gestire in toto una singola pratica di rimpatrio ha un costo medio di 5.800 euro. Se si stima che in Italia, ci sarebbero circa 500 mila immigrati irregolari, un rimpatrio di massa potrebbe costare quasi 3 miliardi di euro.

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