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Renzi: Reinvestiamo il 40% nelle cose che si fanno.

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Mose – “ Il problema non è fare le regole, è rispettarle. Sono personalmente molto colpito dalla vicenda veneziana che tira in ballo la politica e la sua evidente responsabilità. Anche per quanto riguarda la mia parte politica, il Pd e il centrosinistra”. Lo dice Matteo Renzi in merito intervistato da Ezio Mauro a Napoli, per “La Repubblica delle Idee”. “Occorre ripartire con una scommessa educativa culturale, per riaffermare il principio che la legalità non è un optional ma un valore. Altrimenti ci si limita a provvedimenti spot”. Oggi deve passare il meccanismo per cui “l’Italia non solo scova i responsabili, ma una volta che li trova e passano in giudicato non mettono più piede negli appalti pubblici”.

Anticorruzione – La settimana prossima il provvedimento con i poteri a Cantone. Poi, “due settimane dopo”, la riforma più complessiva della giustizia, con misure come quella per cui se un politico ha “violato la legge”, ci deve essere “la certezza che in un ufficio pubblico non ci metti più piede se non per fare un certificato”. In merito al rallentamento dei provvedimenti anticorruzione, ha precisato: “E’ una scelta consapevole e convinta. Siamo abituati a intervenire con provvedimenti di emergenza spesso legati all’ansia di prestazione” ma servono non “interventi spot”, una “risposta strutturale. Cambiamo radicalmente il processo amministrativo, l’impostazione della procedura pubblica” degli appalti.

Cantone non è un super pm o un uomo dotato di superpoteri che risolve tutto, ma deve avere la possibilità reale di incidere sia sulla vigilanza che sulle procedura. Il “problema” è “come dare spazio di intervento” all’autorità guidata da Cantone e “toglierlo alle istituzioni che non hanno funzionato. Bisogna dare a Cantone anche le funzioni di altre authority che non hanno funzionato”. “Sarebbe molto più shock dire diamo i superpoteri a Cantone” e invece il governo è al lavoro per un intervento “strutturale” contro la corruzione: “Su questo mi gioco molto della mia credibilità. L’Italia perbene è pronta a dire basta ed è maggioranza”.

PD – “Non esiste più, nel Pd, il noi ed il loro. Non può funzionare così quando sei maggioranza nel Paese, dopo un risultato elettorale sconvolgente. Nel caso della corruzione quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere esattamente come chi è negli altri partiti. Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri”.

Crisi – “Dalla crisi si esce solo con un gigantesco investimento educativo non con qualche piccolo aumento del Pil. Serve un investimento nelle scuole, sulla cultura, per non avere più delle sovrintendenze ottocentesche. Dalla crisi si esce con una scommessa educativa e culturale, non col piccolo cabotaggio economico”.

Lavoro – Il problema del lavoro “non si risolve con un clic” ma con una serie di interventi e riforme, dalla P.a. allo ‘sblocca Italia’. Basta con i convegni sul lavoro: le cose da fare le sappiamo alla perfezione. Bisogna essere operativi, intervenire su burocrazia, riforme costituzionali, regole del lavoro, giustizia civile e, fondamentale, rapporto col fisco”, con la consapevolezza però che “non è che il pubblico può sostituirsi al privato” nel creare posti di lavoro.

Ancora sul tema, il Presidente del Consiglio ha ricordato il successo che sta ottenendo “Garanzia Giovani, il progetto dell’Ue per l’accesso dei giovani all’imprenditoria”, che “ha totalizzato alla data di ieri 74mila domande. Un risultato eccellente. Ma dico ai giovani che non risolveranno così tutti i loro problemi, ma solo quando avremo un Paese semplice, con norme favorevoli alle imprese”.

Fisco – “C’è una grande questione che riguarda la sinistra: non possiamo dire in Italia nel 2014 (ma chi lo pensava è degno di stima) di essere il partito che dice che le tasse sono bellissime. Perché il sistema fiscale in Italia è quanto di più assurdo, farraginoso e devastante immaginabile. Venerdì, con calma, parte il blocco di misure per la semplificazione fiscale e dall’anno prossimo arriva la dichiarazione dei redditi precompilata”.

Il 40% e l’Europa – “Il 40,8% di voti dobbiamo reinvestirlo nelle cose che si fanno. Se sarà andata male sarà tutta colpa mia. Perché bisogna anche smetterla con gli alibi. Ma se ci si fa, l’Italia torna a volare, crescere, traina. Basta con i sogni rimpiccioliti per i quali l’Italia è la cenerentola d’Europa. L’Italia ha le condizioni per tirare fuori l’Europa dal pantano.

Cambieremo l’Italia e manterremmo il nostro 40 per cento. Ci sarà sempre qualcuno che mi definirà un Papa straniero, ma mentre loro fanno i convegni cambieremo l’Italia e metteremo la nostra residenza al 40 per cento”.

Rai – “La vendita di Raiway? L’aveva pianificata il governo di centrosinistra del 2001 ed era stata poi bloccata da Gasparri. Noi la stiamo solo perfezionando”.

Riforme – “Ci sono le condizioni perché entro l’estate” possa essere approvata “la legge elettorale” e si possa incassare “la prima lettura della riforma costituzionale”. Sempre a proposito delle riforme, il premier ha sottolineato come sia “insopportabile la posizione dei Cinque Stelle che vanno a discutere con gli xenofobi a Londra e non vogliono parlare con noi in Italia. Sappiano lorsignori che il Pd, forte del risultato elettorale, non accetta giochi alla meno sulle riforme”. E, a proposito di Forza Italia, ha chiarito: “Non ho parlato con Berlusconi dopo le elezioni e farò sapere quando lo farò. Ma credo che lui abbia tutto l’interesse a stare in questo patto. Ha l’occasione di chiudere questo accordo, nel rispetto di forze politiche” contrapposte.

UE – “Stiamo lavorando a un documento” dell’Italia “con la strategia dei prossimi anni per l’Ue. Non una proposta sui nomi ma sulle cose da fare. Il prossimo presidente della Commissione Europea dovrà cambiare politica per i prossimi cinque anni oppure non avrà il consenso dell’Italia”. Rispondendo a una domanda su D’Alema e Letta come possibili candidati ai vertici delle istituzioni europee, chiarisce: “Come italiani abbiamo lo spazio per avere alcune posizioni di responsabilità ma sarebbe molto ingiusto nei confronti di tutti i diretti interessati, che sono gli italiani, che si parta dai nomi”.

Legislatura – “Secondo me si va a fine legislatura ma posso andare a casa domattina, non ho una preoccupazione personale”. E avverte i parlamentari: “Se sanno leggere la politica, devono avere la piena consapevolezza che è finito il tempo della palude”. Si arriva al 2018 “ma non per occupare poltrone”.

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