«Sono molto contento, perché è un giorno di festa, in cui l’Italia fa un passo avanti. Un giorno molto atteso». Matteo Renzi già trionfa mentre la Camera vota la legge sulle unioni civili. «C’è una gioia forte e diffusa di quanti vedono riconoscere diritti particolarmente alle coppie dello stesso sesso. Vengono restituiti diritti e l’Italia è portata al livello degli altri Paesi», ha aggiunto il premier. La giornata, scossa da proteste, accuse e polemiche è stata dominata dalla fiducia, passata con 369 sì contro 193 no e 2 astenuti, e dal voto finale: 372 sì, 51 no e 99 astensioni.
Una festa, dice il presidente del Consiglio, ma non per tutti. Forza Italia torna a parlare di cambio di maggioranza, visto il voto dei verdiniani sulla fiducia, e a chiedere che Renzi salga al Quirinale, e, per il futuro il centrodestra cerca di ricompattarsi preparando un referendum abrogativo. Però un drappello di Forza Italia, da Stefania Prestigiacomo a Mara Carfagna, dopo aver votato contro la fiducia votano sì alla legge. Mentre il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, invita senza mezzi termini i sindaci della Lega alla disobbedienza. «Le Unioni civili – ha detto Salvini – sono l’anticamera delle adozioni gay, motivo per cui chiederò come Lega a tutti i sindaci e agli amministratori locali di disobbedire a quella che è una legge sbagliata». Ma la risposta di Renzi è secca: «Un sindaco non può dire di fronte a una legge: “io non la applico”.