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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Le Cavie” del Dott.Brozzi e Laura Cugini.

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venerdì, Aprile 19, 2024

Buon pomeriggio cari amici della domenica, dovete perdonare la mia lunga assenza, ma problemi di salute mi hanno tenuta lontana dal pc, molti di voi hanno continuato ad inviarmi i loro lavori, ma purtroppo nè io, tanto meno il Dott. Brozzi abbiamo avuto tempo da dedicare alla nostra rubrica.

Il Dott. Brozzi sta peggio, da bravo uomo, si è beccato una fantasmagorica bronchite che lo ha tenuto lontano da tutto, del resto gli uomini per queste cose sono insuperabili….si infilano sotto le coperte con il termometro in bocca e non li sposta nessuno……poverina Federica, sua moglie, come la capisco…..

Voglio farvi leggere una poesia molto sentita che ha scritto Ivan, il nostro affezionatissimo lettore e ormai poeta conclamato:

Come ho fatto a trascurare il mio vero Amore?

Anche solo per poco tempo, anche se per sole poche ore, scusate, mi sono imbattuto in un maltempo.

Il maltempo di un Amore nel quale credevo e che sognavo,

che curavo come un fiore, ma non sapevo che sbagliavo. Perdonate la mia distrazione,

sono Mamma e Papà i miei veri Amori,

sono loro la ragione di ogni mia azione,

loro che mi hanno insegnato i veri valori,

gli unici in grado di darti un ceffone

e farti versare lacrime indolori.

Ivan Vita.

Cari amici, Ivan ce la sta mettendo tutta, è piacevole leggere i suoi scritti ed io sono fiera di aver scelto questo percorso per invitare i lettori del giornale ad avvicinarsi alla poesia, passiamo ad un’altra magnifica poesia che ha scritto Antonio per una persona cara venuta a mancare, non c’è rima ma si avverte la malinconia del poeta:

Impotente,

davanti alla sofferenza di un tuo caro,

nascono i primi dubbi

incominci ad interrogarti

se Dio esiste veramente.

Poi con l’unica certezza che ti rimane

con un forte sospiro esclami:

“SIA FATTA LA VOLONTA’ DI DIO”.

Antonio Pascucci

A volte capitano delle cose nella nostra vita che sono anche inaspettate , ma bisogna saperle accettare, nel prossimo scritto ritroviamo Il caro amico Jacopo, con i suoi dolci ricordi:

Ostia é bella sempre, sai?

Il cuore di noi, nati qui.

Che bello quando pescavamo,

Jacopo aveva sedici anni.

E’ incredibile il cambiamento,

sembra un film dal finale cupo.

Due occhi magici e zio in vita,

le donne crudeli da sempre

Opocai

Al nostro appuntamento domenicale, non poteva certo mancare Stefano con un suo sonetto in endecasillabe:

Dar Vangelo der giorno: “nun v’addannate”

Gesù inizziò: “Nun ve preoccupate

der cibbo o si bevete e ar che ve veste,

nun vale più la Vita che voreste,

de che vestite o cosa ve magnate?

A tutto penzerà er Padre Celeste,

come nutre l’ucelli e, mecenate,

veste li fiori ar campo, voi penzate

a rimané co Lui, co còri e teste.

A che se magna e beve e a che se ‘ndossa,

ce penzeno sortanto li pagani,

ner mentre che se scaveno la fossa.

Voi, invece de curavve der domani,

‘gni giorno cià la pena sua ch’è grossa,

penzate a vive da boni cristiani.

Stefano Agostino

In rima baciata, c’è una bella poesia scritta da Fausto, un altro nostro lettore, però questa volta è in vernacolo….campano, non possiamo leggere solo poesie in romanesco, per questo ci basta e avanza il Dott. Brozzi:

Carnevale

Tra tasse e friddo è arrivato Carnevale

e pe nu poco scurdammoce d’ ‘o mmale.

Cu ‘e cchiacchiere e ‘o ssanguinaccio,

‘a pastiera e nu poco ‘e migliaccio,

assapurammo pure nu poco ‘e doce

e cantammo alleramente cu cchiù voce.

Truvammo ggente cumpiacente p’ ’a via

e finalmente aumenta ‘a simpatia.

‘E carre sfilano p’ ’e strate

cu personagge vere o ‘nventate.

Se vestono ‘e ccriature d’ ‘a matina

cu abbetielle culurate e mascherine.

Ce sta sempe quaccheruno ca se pitta,

chi ‘ncuollo se mette na scritta,

chi tutt’ ‘a faccia se culora

c’ ‘a tinta rossa ‘e ll’ammore,

chi crede ‘e se fa bbello

addubbannuse comme nu ‘mbrello,

chi se vo’ fa’ pe fforza brutto

accunciannose comme nu prusutto,

chi se crede ‘e addeventa’ ricco

sulo vestennose a sceicco

e chi se veste comme na Maronna

o chi se mette n’ardita minigonna.

Se fa d’ ’a matina ‘a sera un’arta

a ssuna’ tammorre e trumbettelle ‘e carta.

Mentre staje alliccanno nu franfellicche…

t’arriva ‘nfaccia na lengua ‘e Menellicche.

Curiandole e stelle filante

chiovono ‘nfronte, arèto e a nnante.

Cuntinuamente balle, cante e ssuone

t’arravogliano e ’un te ne adduone.

‘O carnevale ‘mpazza chisti juorne

e ce se diverte senza scuorno.

È proprio na grande magia

ca porta cuntentezza e alleria.

Po’ tutto fernesce cu nu magna magna

c’ ‘o piatto forte ca è ‘a lasagna.

Fausto Marseglia

Ma diamo spazio anche alle done e pubblichiamo la poesia scritta da una……mamma innamorata:

mamma innamorata

Ricordo e racconto di un Marzo e una Primavera

di diciassette anni fa

ero come una luna piena ,tonda,bianca, perfetta

non ero sola.

Ora tu mi chiami mammuccia

e mi porti il caffè

e io… benedico quella primavera

questa primavera e tutte le primavere che verranno.

Mirella Tintichella

Grazie Mirella per queste righe sentite, quando si tratta dei nostri figli, non c’é nulla che può renderci più felici, ma è ora di lasciare il posto al nostro maestro Mario Brozzi, che l’altro giorno, nel rilasciare un’intervista ha recitato alcuni suoi sonetti, come non definirlo “attore”….sto ancora aspettando che mi dia una data per la presentazione del suo libro di sonetti che ho curato personalmente e che sto vendendo a sua insaputa….ma lui è così, mi lascia fare, sapete cari amici, non si è degnato di chiedermi neanche come ho impostato il suo libro, tanta è la fiducia che ha riposto in me:

Le cavie

Stavo sentenno che certi scenziati

vonno risorve la fame n’domani

nei labboratori come li cani

e no su verdi campi arberati.

Dato er poi da disoccupati

tra’n pò nasceremo senza le mani,

pe n’occupà spazio saremo nani,

sintetici come sò già li prati.

Io sò fortunato perche sò vecchio

faro in tempo, nun avrò problema,

eviterò da finì in quo specchio.

Con la vita ce sò li contribbuti,

è stò pensiero che me da n’patema

che sti taji scoprino l’attribbuti……

Mario Brozzi

Naturalmente non posso mancare io stessa al nostro appuntamento settimanale e così ho deciso di farvi dono di un mio scritto di qualche tempo fa.

Mi hai aiutato a vincere, a mostrare il

mio sorriso a chi ne ha bisogno, a credere

in me come donna, a vivere la vita in modo allegro,

a prendermi cura di me stessa, mi hai capita,

rassicurata, compresa, creduta e ascoltata.

Mi hai parlato delle tue paure, mi hai

raccontato la tua vita,mi hai coccolata,

mi hai sussurrato dolci parole,

mi hai regalato momenti magici, mi hai fatto

tornare bambina.

Mi hai considerata, lodata, resa

partecipe della tua vita.

Ma un giorno hai chiuso la porta alle tue spalle e

non ti ho piu’ visto,

come se il tempo trascorso insieme tutto ad un

tratto non fosse mai esistito.

Ed ora dovro’ tornare

a crescere da sola, senza nessuno che si prenda

cura di me annegando nel mio dolore.

Laura Cugini

Con questo vi lascio al vostro riposo amici della domenica ormai trascorsa, ci ritroveremo, almeno spero, domani sulla rubrica “Professione nonni” e “Botta e risposta” con il nostro caro Dott. Brozzi.

Vi auguro di passare una bella serata in compagnia ed invio un forte abbraccio virtuale a tutti.

Laura Cugini

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