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L’immobiliare vuole chiarezza, di Clerici (Assoedilizia).

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QN  IL GIORNO pag. 24 · 13-10-2018 «L’IMMOBILIARE VUOLE CHIAREZZA» 
di Achille Colombo Clerici

Un anno record il 2017 con investimenti immobiliari, in Italia, per piu’ di 11 miliardi di euro registrati, prevalentemente nel settore commerciale; un aumento del 39% rispetto al 2016 ( valori stazionari/riflessivi nel 2018). Nel contempo, mentre i prezzi di mercato degli immobili calano, solo il 18% delle case vendute all’asta (il 14% in Lombardia) trova un acquirente: da rilevare che questi immobili, per l’80% con un valore medio di 140.000 euro,  vengono offerti a un prezzo quasi dimezzato. Due realtà in apparente conflitto.

La spiegazione: gli investimenti, effettuati prevalentemente da operatori stranieri che  puntano ad immobili di qualità alta, fanno parte di un circuito commerciale assistito da norme proprie (rappresenta poco piu’ dell’ 1% del valore complessivo degli immobili nazionali); che è cosa assai diversa dal “mercato” nel quale investono le famiglie risparmiatrici. Lo conferma Banca d’Italia nel suo rapporto di ottobre: l’andamento medio dei prezzi (per metro quadro) delle abitazioni a livello nazionale nasconde una elevata eterogeneità tra aree e mercati locali.

Da sempre, in Italia, il mercato immobiliare era legato ai risparmi delle famiglie: fino all’arrivo della Grande Recessione e all’abnorme aumento della tassazione – oggi supera i 40 miliardi di euro annui –  più che raddoppiata dal 2011.

L’ incremento delle compravendite, che nel 2018 dovrebbe toccare quota 550mila transazioni, fa parlare di ripresa del mercato.

Un’affermazione che risponde al vero se si considera che il volume d’affari si manterra’ stazionario rispetto allo scorso anno; ma che appare ingannevole se si considera che nei primi anni Duemila le compravendite avevano sfiorato quota 850.000, con un volume annuo di affari attorno ai 150 mld. Mentre nel 2018 si stima che il volume complessivo di affari ammontera’ a poco piu’ di 120 mld.

Sicche’ in Italia, contrariamente a quanto avviene in Europa – dove si registra un aumento del 5% in Francia, Spagna, Germania – continua la discesa dei valori degli immobili.

Un’autentica ripresa si avrà eliminando l’incertezza, legata al carico fiscale, del piccolo risparmiatore che dal 2008 ha visto perdere il 25% quanto investito nel mattone. Va inoltre chiarito cosa avverrà delle sofferenze bancarie – i cosiddetti npl  la cui componente più consistente è costituita da crediti con garanzia immobiliare – che minacciano di riversare sul mercato una valanga di immobili (582,614 le procedure esecutive pendenti nel 2017: dato Bankitalia) deprimendo ogni timido segnale di ripresa.

Il Presidente Assoedilizia Clerici

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