Entro l’estate la Francia abolirà dalla Costituzione la parola razza
IQ – 07/02/2013 Parlare di razza offende i valori universali e democratici sulle quali si basano tutte le società occidentali ed evolute. Il primo articolo della Carta Costituzionale francese stabilisce che “la Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Assicura l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini senza distinzione di origine, di razza o di religione”.
Disposizione che a ben leggere non si discosta molto dal terzo articolo della nostra Costituzione, il quale recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Il concetto di razza è ormai ampiamente superato. Alle origini esso indicava qualsiasi gruppo di individui, animali o vegetali, che per un certo numero di caratteri comuni potevano essere distinti da altri appartenenti alla stessa specie. Oggi il concetto di razza è stato sostituito con quello di “tipo umano”, almeno dalla maggior parte degli studiosi di scienze sociali. La razza umana è una ed una sola, ed ogni tentativo di classificare gerarchicamente i vari gruppi umani deve essere considerato come un’ideologia etnocentrica. Ogni individuo porterà con sé la cultura dell’ambiente dove è cresciuto, ma è un qualcosa che si acquisisce e non fissata nel nostro codice genetico. In realtà quello che Hollande vuole eliminare è un termine che non esiste più. Nel dopoguerra veniva usato spesso e in una accezione negativa, ma col passare del tempo si è compreso che parlare di razza era inutile ed offensivo. Questa modifica troverà sicuramente largo consenso ma non servirà a frenare le critiche al presidente francese, il quale è molto attento alla società e ai problemi ad essa connessa ma non a quelli legati all’economia. E si sa che i francesi sono molto attenti anche a quest’aspetto.
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