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Concordia: concluse le operazioni di rigalleggiamento

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Il relitto della nave Concordia è finalmente pronto per cominciare il suo ultimo viaggio. E tra poche ore lascerà il porto dell’isola del Giglio per dirigersi a Genova, dove verrà smantellato. Sono terminate nel primo pomeriggio di ieri le operazioni di rigalleggiamento: anche l’ultimo cassone è stato abbassato e con l’immissione di aria compressa nei cassoni quasi tutta l’acqua di zavorra è stata espulsa.

Quello che rimane servirà per perfezionare l’assetto della nave prima della partenza: una volta raggiunta “l’emersione target” di 17,5 metri prevista dal progetto, la nave sarà assettata ad un pescaggio maggiore, di circa 20 metri, per limitare le sollecitazioni allo scafo durante il trasferimento. Ultimo step da superare, le verifiche del Registro italiano navale sulle condizioni tecniche del relitto, sulla base delle quali la Guardia Costiera darà le autorizzazioni necessarie ad iniziare il viaggio.

Questa mattina, dopo l’arrivo del primo traghetto da Porto Santo Stefano, cominceranno le manovre per l’uscita dal porto. Dopo una rotazione verso est, la Concordia toglierà gli ormeggi e comincerà il suo viaggio. Se le condizioni meteo rimangono quelle attuali, la rotta prescelta sarà quella che porterà il convoglio a nord dell’isola, per poi virare in direzione ovest. Ci vorranno circa quattro ore per vedere scomparire la Concordia dall’orizzonte.

Per tutto il tempo necessario alle operazioni sarà interdetta la circolazione nel porto – più o meno dalla Gabbianara allo scoglio della torre del Saraceno. Il divieto alla balneazione già in vigore nelle spiagge della zona del porto verrà revocato alla conclusione delle manovre. I traghetti verso Porto Santo Stefano riprenderanno il servizio con la corsa delle 16. Dopo la partenza della Concordia rimarrà comunque l’interdizione ristretta dell’area del cantiere, anche in vista delle future attività di ripristino dei fondali.

Nel trasferimento verso Genova la Concordia verrà accompagnata da un convoglio di 14 mezzi tecnici a cui si affiancheranno tre mezzi della Guardia Costiera. Oltre ai rimorchiatori, ci saranno mezzi specializzati in grado di intervenire in caso di emergenza. Grande attenzione sarà riservata al monitoraggio ambientale, anche attraverso i telerilevamenti realizzati dall’Atr 42 che permettono di individuare eventuali inquinamenti da idrocarburi. Il monitoraggio sulla qualità delle acque verrà realizzato non solo dopo il passaggio del convoglio ma anche in previsione del passaggio dello stesso.

Per tutta la durata delle operazioni di rigalleggaimento l’andamento del monitoraggio del mare è stato positivo: le acque costantemente esaminate da Arpat e Ispra hanno mostrato solo la presenza di alcuni elementi comunque compatibili con la presenza di un cantiere di lavoro. Anche gli ultimi dati dei campionamenti di domenica sono in linea con questo andamento, come ha sottolineato la Presidente dell’Osservatorio di monitoraggio Maria Sargentini.

L’attenzione verso l’ecosistema dell’Isola del Giglio non si esaurirà con la partenza della Concordia. È infatti impegno di Costa – previsto dal progetto di rimozione della nave – ripristinare l’ambiente marino alle condizioni precedenti all’incidente. La prima fase di questo processo sarà fare un monitoraggio attento dei fondali per comprenderne lo stato e per porre le basi per un piano di pulizia dei fondali. Quest’attività vedrà il coinvolgimento dell’Università La Sapienza già impegnata nel monitoraggio marino dell’isola. Prima di iniziare qualsiasi intervento sui fondali, i Vigili del Fuoco saranno impegnati a coordinare l’ultimo tentativo di ricerca della persona rimasta ancora dispersa, Russel Rebello.

Successivamente inizieranno le operazioni per rimuovere le strutture utilizzate nel cantiere, a partire dalle torrette. Anche durante questa fase sarà previsto un monitoraggio delle acque. All’inizio di settembre Costa sceglierà la società che si occuperà delle operazioni di ripristino dei fondali.

Le operazioni di ripristino dell’ecosistema marino saranno costantemente seguite anche dal Ministero dell’Ambiente.

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