Camere iperbariche: nel Lazio solo una convenzionata con SSN
(IQ- 19/11/2012) – Dr. Paolo Mezzana: “L’ossigeno iperbarico permette di curarsi ambulatorialmente con tempi di degenza più brevi e costi più bassi per il SSN.”
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI), è una tecnica che sfrutta l’ossigeno puro al 100% a pressione superiore a quella atmosferica e che consentirebbe di curare con tempi e costi inferiori e in regime ambulatoriale numerose patologie, tra le quali quelle da immersione subacquea (patologia da decompressione) e le ulcere cutanee, un problema serio che affligge circa il 4% della popolazione italiana e interessa circa 30.000 bambini ed è al 32° posto come causa di disabilità permanente.
In Italia, però, i centri che offrono questa terapia non sono molti e non tutti sono convenzionati con il SSN. Nel Lazio, ad esempio, ve ne sono 4: Policlinico Umberto I (Università La Sapienza di Roma), CIR srl (Centro Iperbarico Romano), IGOT di Latina e Civitavecchia (autorità portuale). Di questi solo il Policlinico Umberto I è in convenzione.
I centri non inseriti nel SSN non possono essere utilizzati in caso di emergenza e, quindi, i pazienti sono costretti a sottoporsi a cure alternative, più lunghe, spesso meno efficaci, e talvolta più invasive.
In altre regioni, come l’Emilia Romagna, la Campania, la Toscana, la Lombardia, il Veneto, i centri di medicina iperbarica rappresentano un riferimento per la cura di queste patologie, con un conseguente risparmio in termini economici per il Sistema Sanitario Nazionale e per la società.
In passato l’OTI ha incontrato diverse ostilità, dovute ad alcuni incidenti legati a questo tipo di terapia, il più grave dei quali avvenuto il 31 ottobre 1997 presso l’ospedale privato Galeazzi di Milano, quando a causa del malfunzionamento del sistema antincendio della camera ben 11 persone furono arse vive e morirono intrappolate all’interno. In seguito a quell’episodio, i NAS effettuarono degli accurati controlli su tutti gli impianti italiani, decretando la chiusura di quelli non a norma.
“Non posso far a meno di chiedermi perché strutture che offrono una terapia così importante e che consentirebbe un notevole risparmio di denaro pubblico non siano inserite nel SSN. – Ha dichiarato il dottor Paolo Mezzana. – L’ossigeno terapia rappresenta un grande passo avanti nella cura di numerose patologie. Oltre al risparmio monetario, inoltre, presenta un rapporto costo-beneficio favorevole rispetto alle altre soluzioni. Ad esempio, un paziente con un piede diabetico dopo 60 giorni di degenza ospedaliera può essere sì migliorato, ma non in maniera stabile; dopo altrettanti giorni di terapia ambulatoriale, associata all’Ossigenoterapia Iperbarica le lesioni tendono decisamente alla guarigione, con stabilizzazione valutata intorno ai due – tre anni. Non dobbiamo poi ignorare la spesa sociale che lo Stato, nelle vesti degli Istituti previdenziali (INPS, Invalidi Civili ), affronta in caso di riconoscimento di uno stato invalidante.”
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