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C’ è chi dice no: le minacce e il disprezzo sono violenza

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sabato, Aprile 20, 2024

Sicurezza è impedire che molti ragazzi e bambini entrino in contatto con i contenuti web di dubbia provenienza, è impedire che si annidino nelle loro vite le truffe online, i ricatti a sfondo sessuale a  seguito dell’ invio di immagini e condivisione delle stesse tramite dispositivi ( sexting), è evitare che fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo ( l’ ultimo rientra nella definizione di “bullismo online”, con questa espressione, infatti, si intende qualunque forma di ricatto, pressione, denigrazione, nonché diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale è quello di isolare un minore).

In occasione delle celebrazioni per l’ 8 Marzo presso l’ ITe ( Istituto Tecnico Economico)“ Sede Volta” di Campi Salentina, si è tenuto un incontro con i ragazzi sul tema della violenza di genere, sul bullismo e sul cyberbullismo, accanto a  testimonianze dirette su tali fenomeni attualissimi.

I docenti hanno accompagnato gli alunni in Aula Magna per consentire la partecipazione, assegnando  ad alcuni di loro il compito di raccontare alcune storie in materia di violenza ed abusi, con lo scopo di ricostruire esperienze anche personali, sensibilizzare, incoraggiare altri  ragazzi ad affrontare il problema, quantomeno parlarne in famiglia, a scuola e nei centri di ascolto ( esistono varie entità dedite all’ ascolto di vittime di bullismo, una tra queste è rappresentata dai Carabinieri).

L’  evento  è stato organizzato e coordinato da Sara Benincasa –docente di storia, di lingua e letteratura Italiana, in presenza della dirigente scolastica Addolorata Mazzotta, la psicologa Elisa Alemanni,  Matteo De Luca- Luogotenente C.C. presso la Caserma di Brindisi, Lorenza Spinelli-testimone di una storia di abusi e Matteo Spagnuolo –Mediaterronia Tv Comunitaria.

Contrastare la violenza di genere ed  ogni forma di manifestazione criminosa è una scelta civile, un bisogno degli uomini di buona volontà, nonché un desiderio di ribaltare il ruolo della vittima, collocata in uno stato di minorità e messa in ridicolo tramite immagini sul suo conto o divulgazione di informazioni private.

La vittima rimane  lacerata , divorata dalla cattiveria imperante,difatti ciò che colpisce è che la società sia portata a stigmatizzare episodi di violenza sulle donne, casi di femminicidio molto frequenti, truffe, bufale online o fake news, pedopornografia, ma che raramente si attivi per far cessare del tutto tale fenomenologia; in tal caso la scuola, la famiglia, le associazioni, le sigle antiviolenza dovrebbero sempre di più adoperarsi per creare una mentalità antiviolenza, antibullismo e dire definitivamente “no” agli abusi, e a tutte le storie di “non amore”.

Una realtà scolastica è quella dell’ Ite dove  si evince un lavoro di coordinamento, finalizzato a dar vita a progetti educativi, ad iniziative volte a migliorare la qualità della vita dei ragazzi nella scuola, frutto di un’ idea condivisa fra i docenti e la dirigente Mazzotta, che ci tiene a supportare i ragazzi, educandoli al rispetto e alla cultura dell’ amore nei confronti degli esseri umani.

Dello stesso parere è Sara Benincasa, che si sofferma sul termine “relazione”, in cui nei rapporti ci sia sempre uno scambio alla pari, scevro da logiche di sopraffazione e di prevaricazione sull’ altro.

Il Luogotenente dei carabinieri Matteo De Luca riesce sempre a trovare il modo per interagire con i ragazzi attraverso un approccio di metodologia cooperativa, tipico di chi ama stare fra la gente, tra i ragazzi delle scuole, con l’ intenzione di sottrarli dal pericolo e dal rischio connesso nelle situazioni violente.

“Questa divisa non è mia, è della gente ed è vostra, siamo qui per darvi una mano”- afferma Matteo De Luca, un monito e una speranza per tutte quelle volte che  ci si senti soli,incompresi e abbandonati al proprio destino. A seguire la psicologa Alemanni, che  ha coinvolto i ragazzi presenti, dettando disposizioni per la prevenzione di atti violenti, e sulle modalità di tutela e salvaguardia,inoltre ha affiancato Lorenza Spinelli durante la sua testimonianza sulla sua storia di abusi e violenza.

“Ho guardato negli occhi il diavolo. Sono stata umiliata, la mia dignità è stata calpestata. Sognavo una storia d’ amore, di quelle che ti riempiono il cuore, ma mi sono ritrovata in una prigione-dice Lorenza-ma oggi sono qui e ce l’ ho fatta. Libera di vivere, libera di sorridere”, un  vero invito all’ intreccio  di relazioni sane, evitando le storie di “non amore”che portano alla distruzione e alla morte poi.

Anche Matteo racconta la sua storia in breve, che fin dalla prima adolescenza ha sperimentato il mondo dei bulli,e scrivere di bullismo e cyberbullismo è diventata una scelta di campo: “ La storia di “non amicizia” è quasi simile a quella di non amore, spesso è sinonimo di violenza”.

a cura di Matteo Spagnuolo

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