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Brexit – Autorita’ bancaria europea a Milano,Intervista a Fabrizio Rindi.

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Brexit – Autorita’ bancaria europea a Milano – Campagna di opinione: QN Il Giorno del 2 luglio 2016 pag. 3. Intervista a Fabrizio Rindi

Istituto Europa Asia IEA EUROPASIAEurope Asia Institute
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«Burocrazia più rapida ed efficiente per diventare protagonisti in Europa»
Fabrizio Rindi: Milano è un territorio dal potenziale unico

IL RISULTATO inaspettato del referendum in Gran Bretagna ha aperto il dibattito sulle nuove opportunità per Milano di acquisire centralità all’interno dell’Unione Europea e di aggiudicarsi due enti ospitati a Londra: l’Agenzia europea per il farmaco e l’Autorità Bancaria Europea (Eba).

Il governatore Roberto Maroni e il sindaco Giuseppe Sala si sono già detti interessati ad aprire le porte cittadine alle due istituzioni. Abbiamo deciso di approfondire il tema sulle pagine del Giorno interpellando rappresentanti del
mondo produttivo, esperti di finanza e addetti ai lavori.
Dopo il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia, Achille Colombo Clerici, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, il presidente della Camera di commercio Italo-russa e italo-iraniana, Rosario Alessandrello, il presidente onorario della Camera della Moda di Milano, Mario Boselli, oggi è il turno di Fabrizio Rindi, presidente di Kairos Sima e già numero uno della Camera di commercio svizzera in Italia.

di LUCA ZORLONI
MILANO

FABRIZIO RINDI, presidente di Kairos Sim spa, compagnia del gruppo Julius Baer e. già numero uno della Camera di commercio svizzera in Italia, quante chance può avere Milano per aggiudicarsi l’Autorità bancaria europea(Eba)? 
«Abbiamo tutte le caratteristiche, tra cui l’area meravigliosa ex Expo. Quello che preoccupa aziende o banche di respiro internazionale a venire da Londra a Milano sono burocrazia e certezza del diritto.Temi su cui siamo deboli. Escono sempre sentenze che si prestano a dubbie interpretazioni. Per chi fa di rapidità ed efficienza un punto di forza non si può correre il rischio di essere imbragati in burocrazia e incertezza del diritto. Milano è la punta di diamante, ha un potenziale che nessun altro territorio in Italia ha. Però bisogna sbloccare queste situazioni.
Questo è un Paese che avrebbe bisogno di un governo di unità nazionale».

La decisione tocca alla politica europea, settore in cui non siamo forti.
«Sono d’accordo,mandiamo i nostri rappresentanti già deboli in Europa. Le racconto un aneddoto. Stavo viaggiando in auto mentre che gli exit poll davano avanti il “remain” per la Gran Bretagna, ma nei giorni precedenti, quando tutti erano convinti del remain e la finanza dava segnali di euforia, avevo detto ai miei specialisti: ricordatevi che c’è la massaia di Manchester.
Questi temi non possono essere oggetto di referendum, ma di decisioni politiche di un governo, non si può far decidere a tutto il popolo dove tre quarti conoscono un decimo dei problemi che vanno generando. La Svizzera, che conosco bene, quasi cento anni fa ha capito che uniti si è più forti, pur avendo caratteristiche differenti».

La finanza che direzioni prenderà dopo la Brexit? Andrà verso la conveniente Dublino o verso Francoforte? 
«Su questi temi le riflessioni non si sono potute fare, perché l’evento è nato venerdì ed era del tutto inatteso.
Si parla anche di Olanda. Io penso che Londra sia talmente importante come piazza finanziaria, che mi chiedo se proprio partendo da questa importanza della piazza finanziaria e scendendo a tutti i rapporti che il Regno Unito ha con l’Europa e che vengono messi in discussione, si faranno accordi per cui Londra con regole riscritte continuerà a poter gestire. E’ tutto un libro da scrivere. Ci piacerebbe certamente che fosse Milano».

L’Eba che valore potrebbe avere?
«Darebbe prestigio al Paese, sarebbe un moltiplicatore di immagine e regolatori di quella portata che governano la finanza europea generano indotti anche indiretti. E un acceleratore incredibile».

In che tempi?
«La chiarezza in questo momento è fondamentale: prima la situazione sarà chiara, prima si prenderanno contromisure e i mercati finanziari e le aziende si comporteranno di conseguenza Ma è un evento a cui arriviamo talmente impreparati perché è vero che c’è l’articolo 50 che regola la materia, ma su ogni capitolo bisognerà trovare un accordo. Non ci sarà una soluzione rapida, ogni giorno che passa vedremo un po’ meglio i contorni di una nuova Europa senza Inghilterra. Non posso immaginare che si disgreghi l’Europa; cosi si
rischia di tornare indietro al Medioevo degli anni Duemila. Può essere un’uscita soft, della serie stai fuori ma è come se fossi dentro con accordi bilaterali simili a quelli con la Svizzera, ma può essere più dura, per uno scatto di orgoglio
dei Paesi fondatori».

Il Presidente Assoedilizia Clerici con il Sindaco Sala
Il Presidente Assoedilizia Clerici con il Sindaco Sala

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