Botta e Risposta tra la UIL di Roma e Lazio e la Direzione Asl RmE.

Riceviamo e Pubblichiamo
La Direzione della ASL RME scrive al Segretario della UIL: “cancellate i volti di malati e lavoratori dalle foto pubblicate sui social”
Malati di tutte le età sulle barelle, pronto soccorsi affollati, strutture ospedaliere decrepite: questo ed altro corre in rete in particolare sulla pagina Facebook “Sanità Regionale – l’isola che non c’è”.
La insolita pagina, apparsa qualche giorno fa sul social, ha ottenuto in pochissimo tempo un notevole successo di partecipazione tanto da contenere in se testimonianze del tutto contrastanti con quanto invece pubblicizzato dai vertici regionali circa la “buona sanità” nel Lazio. Succede poi che qualcuno, stanco dei vuoti proclami e soprattutto dei disagi che la presunta buona sanità del Lazio procura, risponde con testimonianze oggettive, con foto, notizie in diretta, filmati ed elementi di meraviglia. A quel punto qualcun altro reagisce perché se ti ribelli sei contro la “buona sanità” Dice Dominici. Ed ancora: “il D.G. della ASL RM/E mi ha scritto, tra gli altri, accusando chi gestisce la pagina Fb (?) di diffondere foto che ritraggono malati e lavoratori……a volto scoperto”, foto che metterebbero alla berlina soggetti che al netto di questa imponderabile variabile, secondo il Direttore stesso, sarebbero stati garantiti nella loro riservatezza…….come se essere costretti a sostare in barella, da parte di decine di malati, non fosse già di per se lesivo e oltraggioso per la dignità. “Non so bene” continua Dominici “a chi sia rivolta la diffida di Tanese, se all’autore delle foto o al gestore della pagina o chi altri, ma è chiaro che pur condividendo le sue osservazioni pensiamo che innanzi tutto andrebbe tutelata la salute anche mediante la riduzione dei tempi e la qualità di attesa, ovvero attraverso l’efficientamento e la razionalizzazione, la organizzazione del lavoro degli operatori”. Non mi sarei aspettato di leggere nella “diffida” inviata da Tanese, persona che peraltro ho sempre stimato, di leggere che dice il Segretario della UIL, un approccio diverso; mi sarei aspettato la sensibilità nel voler leggere le foto pubblicate non come una censura ma come una esortazione. Chiamo il direttore generale a preoccuparsi un po’ meno della sua immagine e ad accettare l’invito a visitare insieme “il suo” Pronto soccorso e più in generale le strutture ricomprese nell’ambito della ASL da lui diretta, unitamente alla stampa, ai media, ai fotografi; lo invito ad accertare i disagi fotografati, lo chiamo a verificare il durissimo e mal retribuito lavoro degli operatori tutti, professionisti che sono costretti anche a difendersi da insulti e minacce, lo invito lui a difenderli sul campo, a gratificarli economicamente. Lo invito a registrare i tempi d’attesa, lo invito a convincere malati e ricoverati circa il fatto che tutto va bene ma che c’è qualcuno che scatta foto per denunciare quanto accade e che questo qualcuno costituisce il problema della sanità laziale. È questa la mia replica al DG osservando in ultimo che è come se io stessi a puntualizzare che per l’ennesima volta hanno sbagliato nell’indicare in indirizzo nella lettera inviatami, tra gli altri, e non ha considerarne il tenore dei contenuti.
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